Martedì 23 febbraio
2021, in un'atmosfera resa surreale dalla
nube di polvere sahariana e dalle temperature primaverili (massima
di 7 °C), una squadra della Società
Meteorologica Italiana è salita al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso)
per lavori di manutenzione alla stazione meteorologica che da
dicembre 2020 non trasmetteva i dati su web (tuttavia regolarmente
registrati nella memoria locale insieme alle immagini webcam) a causa
dell'avaria del cavo di alimentazione dell'antenna radio.
Come sempre la missione si è svolta grazie
all'appoggio logistico e operativo di
IREN Energia
e dell’Ente Parco Nazionale
del Gran Paradiso, e con l'assistenza tecnica in remoto della
ditta ErreElleNet
per gli aspetti di connettività e trasmissione dei dati meteo
(comunicazioni possibili solo via telefono satellitare, in assenza di
rete GSM).

Ore 8:15 del 25
febbraio 2021: veduta generale dall'elicottero della zona del ghiacciaio Ciardoney
(sullo sfondo, in ombra e nascosto dalla neve invernale) e della piana
proglaciale.
Il cerchio rosso indica la posizione della
stazione meteorologica Campbell
attiva con continuità dal 2010, a quota 2850 m.

Diego Marzo
(elettricista) e Davide Bonaudo (ingegnere elettronico) eseguono le
manutenzioni alla stazione meteorologica. Le condizioni, anomale per
fine inverno (anticiclone subtropicale con isoterma 0 °C a 2900 m in
libera atmosfera, e aria calma), sono per lo meno propizie a lavorare
comodamente all'aperto in alta montagna...
I dati meteorologici hanno così ripreso
ad alimentare regolarmente la
pagina internet dedicata, mentre persiste ancora un problema con
l'aggiornamento delle immagini webcam che contiamo di poter risolvere
nel corso della primavera.
In ogni caso è stato possibile scaricare tutte le immagini acquisite
durante l'inverno, permettendo di leggere gli spessori giornalieri del
manto nevoso all'asta nivometrica (grafico qui sotto).

Andamento giornaliero della neve al
suolo alla stazione meteorologica del ghiacciaio Ciardoney (2850 m)
negli inverni dal 2012-13 al 2020-21
(grafico aggiornato al 23 febbraio 2021, linea verde spessa; clicca
per ingrandire).
A differenza dell'alta Val d'Aosta e delle Alpi centro-orientali,
subissate quest'inverno da nevicate straordinarie, emerge una
situazione di innevamento decisamente scarso per la quota e la
stagione, pari a 90 cm totali al suolo, residuo per lo più
degli episodi del 2-5 ottobre 2020, 4-6 dicembre 2020 e 1-5 gennaio
2021, gli unici ad aver generato apporti di neve fresca superiori a 20
cm.
Salvo in queste tre
occasioni, le Alpi Torinesi infatti si sono trovate sempre
sottovento, al riparo della cresta alpina principale, durante i
flussi umidi tra Sud-Ovest, Ovest e Nord-Ovest finora prevalenti
nell'inverno 2020-21.
Le prime due categorie di perturbazioni hanno scaricato
grandi nevicate sulle Alpi centro-orientali e l'Appennino
settentrionale, la terza i versanti franco-svizzeri e i settori di
confine dell'alta Val d'Aosta, lasciando dunque all'asciutto o quasi
le vallate affacciate sulla pianura piemontese.
In attesa (si spera) delle nevicate primaverili, solitamente
abbondanti e preziose per il ghiacciaio, lo spessore massimo del manto
nevoso per ora si è raggiunto il 5 gennaio 2021 con 170 cm,
al termine di un episodio di sbarramento da Sud-Est propizio a
nevicate abbondanti sulle valli alpine torinesi.
Nelle settimane seguenti i ricorrenti venti da Ponente hanno via via
eroso il manto nevoso (asportazione eolica), fino a ridurlo ai 90 cm
attuali.
Alla stessa data (23
febbraio) solo nel 2013 e 2016 si osservarono altezze di
neve simili o inferiori (rispettivamente 80 e 60 cm).
Per confronto, a
quote analoghe sul resto delle Alpi si rilevano spessori di
(dati del 25 febbraio 2021):
188 cm al Passo
del Moro (2820 m, Val d'Ossola/Monte Rosa)
210 cm alla
Capanna Presena (2715 m, Tonale/Adamello-Presanella)
229 cm a
Livigno-La Vallaccia (2660 m, Alpi Retiche)
248 cm al Passo
Marinelli (3032 m, Val Malenco/Bernina)
255 cm presso il
Gran San Bernardo (2360 m, alta Val d'Aosta)
270 cm a Ra
Valles (2592 m, Tofane - Dolomiti venete)
421 cm al
Livinal Lunc (1837 m, Sella Nevea - Alpi Giulie, località dalla
nevosità straordinaria nonostante la quota inferiore ai 2000 m).
Se pure le nevicate primaverili dovessero essere inferiori al normale,
ciò predisporrebbe la stagione idrologica 2020-21 a importanti perdite
di massa glaciale, tenendo anche presente che la rilevante
deposizione di polvere sahariana avvenuta con la nevicata del 6-7
febbraio 2021, abbassando l'albedo del manto nevoso, ne determinerà
una
più rapida fusione non appena lo strato colorato (oggi
seminascosto da nuove deboli nevicate "pulite" e dal rimaneggiamento
eolico) affiorerà in superficie tra fine primavera e inizio estate
2021.
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