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23-24 FEBBRAIO 2021:
NUOVO AFFLUSSO DI POLVERE SAHARIANA SULLE ALPI
E CALDO STRAORDINARIO

Daniele Cat Berro e Valentina Acordon, SMI / Redazione Nimbus
25 febbraio 2021

 


La terza decade di febbraio 2021 si sta distinguendo per un forte anticiclone ben strutturato sia in superficie, sia in quota, tra l'Europa centrale e l'Italia, accompagnato da temperature da primavera avanzata e un nuovo apporto di polvere sahariana giunta insieme ai venti da Sud pilotati da una depressione che nei giorni scorsi si trovava sulla Spagna.

A differenza dell'episodio dello scorso 6 febbraio non ci sono precipitazioni e pertanto la polvere non viene depositata al suolo in maniera significativa, ma l'evento è comunque appariscente guardando l'orizzonte e il profilo delle montagne, vistosamente offuscati da un'impalpabile patina grigio-giallastra.

Stando ai calcoli del Deutscher Wetterdienst, più di 14 milioni di tonnellate di polvere sahariana stanno circolando nell'atmosfera sopra Nord Africa, Nord Atlantico ed Europa (Germania inclusa).

Stazione meteorologica SMI presso il Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso): durante un sopralluogo per manutenzione al mattino di martedì 23 febbraio 2021 è stato possibile osservare l'atmosfera estremamente torbida per la presenza della nube di polvere sahariana, che sembrava raggiungere la maggiore densità proprio a quote comprese tra 2000 e 4000 m circa.
Con difficoltà si riusciva a scorgere le montagne a distanze di 15-20 km, mentre nelle solitamente limpide giornate invernali la vista spazia di norma per 200 km fino alle Alpi Retiche (f. Daniele Cat Berro/SMI).



Il fenomeno è stato più apprezzabile in alta montagna, in contrasto con l'atmosfera che lì è solitamente limpida, rispetto alle pianure del Nord Italia, già di norma ovattate da foschia e caligine.

La conferma arriva dalle centraline di misura delle polveri in atmosfera: ai 1579 m di Ceresole Reale (Gran Paradiso) la concentrazione media giornaliera di PM10 martedì 23 è salita a 85 μg/m3 d'aria (fonte: ARPA Piemonte) - in una località dove in genere non si va oltre 10-20 μg/m3 - allineandosi così ai valori rilevati nelle più inquinate città di pianura (in questo caso tuttavia a causa di un fenomeno naturale come il trasporto su lunghe distanze di polveri desertiche).  

Nella stazione alpina di Ceresole Reale (TO) la concentrazione media giornaliera di PM10 - indice in questo caso non di inquinamento di origine antropica, bensì della presenza di polveri sahariane in sospensione - è balzata a 85 microgrammi per metro cubo d'aria il 23 febbraio, valore straordinario per una località interna alle Alpi dall'atmosfera solitamente pura e trasparente, e simile a quanto registrato in capoluoghi di Pianura Padana, dove l'arrivo di polveri desertiche non pare essersi distinto granché rispetto alle impurità di origine umana già presenti 
(fonti dati: ARPA Piemonte e ARPA Lombardia).


Secondo l'analisi delle retrotraiettorie le polveri desertiche che hanno raggiunto le Alpi martedì 23 febbraio a quote tra circa 1500 e 5500 m hanno avuto origine al di sopra del settore occidentale del Sahara, tra Mauritania, Mali e Algeria, nei giorni tra giovedì 18 (n. 2) e sabato 20 febbraio (n. 4). Si noti come in particolare le masse d'aria che sabato 18 erano a basse quote, circa 1100 m (900 hPa), sopra al Mali, siano state rapidamente sollevate fin'oltre i 6000 m (430 hPa) avvicinandosi alle Alpi (linea blu)
(fonte: modello GFS, via Wetter3). 

 

23 febbraio 2021: l'opalescenza dell'atmosfera dovuta alle polveri sahariane in sospensione al Nord Italia è apprezzabile nell'immagine del satellite
NASA-Terra, canale visibile. 


 

Il flusso di polvere sahariana in risalita dall'Africa nord-occidentale verso l'Europa era ben previsto dalle carte del modello Skiron dell'Università di Atene (a sinistra, ore 06 UTC del 22 febbraio 2021,
a destra ore 06 UTC del 23 febbraio; clicca sulle immagini per ingrandire).
 

Come già spiegato nell'articolo sull'episodio del 6 febbraio 2021, si tratta di un fenomeno naturale e perfino utile alla fertilizzazione dei suoli alpini ed europei (nonché di altre zone del mondo come l'Amazzonia) quando avviene la deposizione della polvere con le precipitazioni (wet deposition).
 
Tuttavia all'occorrenza di questi episodi contribuiscono anche il crescente inaridimento e degradazione di suoli nord-africani a seguito di cambiamenti climatici, prolungate siccità, nonché per effetto di pratiche agronomiche insostenibili. Si stima che ogni anno 180 milioni di tonnellate di polvere desertica lascino il Nord Africa in questo modo, impoverendo ulteriormente la fertilità locale (fonte: NASA-EarthObservatory).

Inoltre, come riferisce lo studio "Legal immigrants: invasion of alien microbial communities during winter occurring desert dust storms", coordinato dalla Fondazione Edmund Mach e apparso nel 2017 sulla rivista Microbiome, insieme alla polvere desertica possono "volare" per migliaia di chilometri anche rilevanti comunità microbiche adattate ad ambienti estremi.

Ricercatori dell'INGV hanno analizzato le polveri desertiche ricadute in Italia il 6 febbraio scorso, rintracciandovi abbondanti resti di diatomee (alghe microscopiche d'acqua dolce) sollevati dal vento dalla depressione Bodélé, parte del fondo dell'antico mega-lago Ciad, e nanofossili calcarei (plancton marino) derivanti dall'erosione di rocce sedimentarie della medesima zona.
 

Le immagini della webcam "panomax" del Plateau Rosa (3480 m, Cervinia), qui in direzione Sud-Ovest verso la Val d'Aosta centrale, rivelano che il 24 febbraio 2021, rispetto alla stessa ora del giorno precedente (h 10:30 locali) la nube di polvere sahariana si è abbassata di quota, ingombrando maggiormente l'aria dei fondovalle, e liberando un po' le vette più elevate. Tornano così visibili a sinistra il Gran Paradiso e a destra il Monte Bianco, invisibili 24 ore prima. Complice la stabilità atmosferica e i venti deboli, la polvere ristagnerà negli strati medio-bassi della tropostera per diversi giorni.


Soprattutto mercoledì 24 febbraio 2021 la polvere desertica ha raggiunto anche le Alpi orientali: ecco l'orizzonte opaco all'Alpe di Siusi, Val Gardena (fonte: Ufficio Meteorologico Provincia Autonoma di Bolzano).


NON SOLO POLVERE DESERTICA...

A contribuire alla torbidità dell'aria, per lo meno al di sopra del Tirreno, ha contribuito anche la nube di cenere e biossido di zolfo eruttata dall'Etna durante il parossismo del 22-23 febbraio, giunta fino a oltre 10 km di altezza e sospinta in maniera inconsueta verso Nord-Ovest e poi Nord-Est fino a lambire Sardegna, Corsica e Toscana (è più frequente che la nube si diriga verso Sud-Est, dati i ricorrenti venti di maestrale sulla Sicilia). Al tramonto del giorno 23 anche da Roma si è visto il sole calare dietro la nube vulcanica al largo sul Tirreno.


24 FEBBRAIO 2021: CALDO ANOMALO,
ECCEZIONALE AL NORD-EST, TOSCANA E LAZIO
 

Oltre al nuovo apporto di polvere sahariana, il periodo si è distinto per il caldo anomalo, come era già avvenuto a più riprese anche un anno fa, nel febbraio 2020.

Laddove la massa d'aria, già molto tiepida in origine (8-10 °C a circa 1500 m in libera atmosfera all'interno dell'anticiclone), è stata ulteriormente riscaldata per effetto-foehn sotto moderati venti da Est o Nord-Est al suolo, il 24 febbraio 2021 verrà ricordato per le temperature massime straordinarie, spesso da record per il mese di febbraio.

Ciò è avvenuto in particolare sottovento alle Alpi orientali e al Carso, nonché all'Appennino centro-settentrionale (lato tirrenico).

Segnaliamo in particolare i numerosi nuovi primati di:

25,6 °C a Gorizia-aeroporto
(OSMER/MeteoFVG),
serie in città dal 1870; precedente 22,5 °C il 27 febbraio 2019;

24,8 °C a Ronchi dei Legionari (AM), serie dal 1967;

23,9 °C a Treviso-Sant'Angelo (AM), serie dal 1961;

23,8 °C a Treviso-Istrana (AM), serie dal 1951;

23,6 °C ad Aviano (AM), serie dal 1951;

23,4 °C a Pontremoli-Verdeno (SMI),
serie dal 1929; precedente 22,0 °C il 23 febbraio 1990;

23,2 °C a Udine-Rivolto (AM), serie dal 1969
(pari merito con il caso del febbraio 1990);

22,4 °C ad Arezzo-Molin Bianco (AM), serie dal 1957;

22,3 °C a Viterbo-aeroporto (AM), serie dal 1960;

22,0 °C a Venezia-Tessera (AM), serie dal 1961.

Segnaliamo inoltre i seguenti record per febbraio stabiliti nelle più brevi serie (circa trent'anni) di ARPA Veneto: 23,5 °C a Portogruaro, 22,2 °C a Verona-Villafranca, 22,1 °C a Venezia-Treporti e Breganze (VI), 21,6 °C a Padova-Legnaro, superando i primati precedenti che appartenevano ai casi di febbraio 1998 o febbraio 2019 (comunicato originale di ARPA Veneto).

Si è trattato di valori diurni sopra media anche di 10-15 °C, che sarebbero normali per maggio inoltrato.

Singolari anche le escursioni termiche giornaliere nei fondovalle (talora prossime o fin superiori a 25 °C), tra l'alba ancora fresca per inversione termica e le ore centrali rapidamente scaldate dall'ingresso dei venti di caduta (27 °C di escursione alla periferia Ovest di Gorizia, tra -1 °C e 26 °C! info Carlo Bregant).

Il tutto in netto contrasto con le condizioni più fresche e talora nebbiose che in pieno giorno regnavano lungo le coste (Trieste, Carrara, La Spezia, Genova...), con differenze di 10-15 °C nel giro di pochi chilometri!


Quadro sinottico delle temperature rilevate nell'angolo Sud-Est del Friuli-Venezia Giulia alle h 15 del 24 febbraio 2021: si noti il marcato divario tra i 25,6 °C di Gorizia e i 23,0 °C di Prosecco ("borino" favonico da oriente)
e gli appena 11,9 °C di Muggia, in riva al Golfo di Trieste!
(fonte: Osmer/Meteo FVG).
 

Il 24 febbraio 2021 un precoce episodio di nebbia marittima ha interessato le coste liguri di Centro-Levante e quelle dell'alta Toscana a causa dello scorrimento di aria subtropicale tiepida e umida al di sopra del mare che in questo momento dell'anno (tra febbraio e marzo) raggiunge le temperature superficiali più basse. Si tratta di nebbie d'avvezione, più comuni in primavera lungo le coste. In alto, lo strato nebbioso che sommerge la zona di Chiavari visto dai dintorni di Leivi al tramonto (f. Stefano Alimento).




Nebbia sul porto della Spezia (in alto, f. Francesca Vassalle, via pagina FB Spezzino Vero) e in città (qui sopra, f. Giovanni Acordon): il fenomeno, qui rarissimo, non era mai stato osservato quanto meno negli ultimi vent'anni
(info: Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera e meteorologo).
Per contro, in alta Val di Magra (Pontremoli) per buona parte della giornata hanno soffiato calde e secche correnti favoniche in caduta dall'Appennino, prima del raffrescamento di fine pomeriggio per il rientro della brezza più fresca e umida da valle.

Ancora una veduta della nebbia sul Golfo della Spezia,
ripresa dalla Serra di Lerici (f. Barbara Lupi).


Giovedì 25 febbraio 2021 la nebbia marittima ha raggiunto anche i quartieri litoranei di Sanremo, dove - un po' come alla Spezia - il fenomeno è molto raro, mentre è più frequente in Liguria centrale (f. Lorenzo Bagnoli).
 

CALDO RECORD ANCHE IN EUROPA CENTRALE

Un improvviso caldo record ha invaso anche l'Europa centrale, dove solo una decina di giorni fa c'erano temperature glaciali.

Secondo il Deutscher Wetterdienst, ad Amburgo la temperatura è salita sopra i 20 °C per la prima volta in qualunque mese invernale (21,1 °C lunedì 22 febbraio), e Gottinga nell'arco di una settimana ha registrato una variazione di temperatura di ampiezza senza precedenti in Germania, ben 41,9 °C dai -23,8 °C del 14 ai 18,2 °C del 21 febbraio 2021! Una situazione simile (aumento di 41 °C in una settimana) si verificò solo nel maggio 1880.


FEBBRAIO 2021: TIEPIDO NONOSTANTE
IL BREVE EPISODIO FREDDO DI META' MESE

Febbraio 2021 in Italia e su gran parte dell'Europa centro-meridionale andrà in archivio come un mese più tiepido del normale: già ora le temperature medie sono in eccesso di 1-2 °C (anche oltre +3 °C sui Balcani), nonostante il breve episodio invernale di metà mese.
La carta sottostante indica le deviazioni dalla media del trentennio 1981-2010 aggiornate al 22 febbraio, e la situazione non potrà che "scaldarsi" ulteriormente con quest'ultima settimana precocemente primaverile.

Anomalie termiche in Europa, periodo 1-22 febbraio 2021
(fonte: NASA-PSL).
 

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