La terza decade di febbraio 2021 si sta distinguendo per un forte
anticiclone ben strutturato sia in superficie, sia in quota, tra
l'Europa centrale e l'Italia, accompagnato da temperature da
primavera avanzata e un nuovo apporto di polvere sahariana
giunta insieme ai venti da Sud pilotati da una depressione che nei
giorni scorsi si trovava sulla Spagna.
A differenza dell'episodio
dello scorso 6 febbraio non ci sono precipitazioni e pertanto la
polvere non viene depositata al suolo in maniera significativa, ma
l'evento è comunque appariscente guardando l'orizzonte e il profilo
delle montagne, vistosamente offuscati da un'impalpabile patina
grigio-giallastra.
Stando ai
calcoli del Deutscher Wetterdienst, più di 14 milioni di
tonnellate di polvere sahariana stanno circolando nell'atmosfera
sopra Nord Africa, Nord Atlantico ed Europa (Germania inclusa).
Stazione meteorologica SMI presso il Ghiacciaio Ciardoney (Gran
Paradiso): durante un
sopralluogo per manutenzione al mattino di
martedì 23 febbraio 2021 è stato possibile osservare l'atmosfera
estremamente torbida per la presenza della nube di polvere sahariana,
che sembrava raggiungere la maggiore densità proprio a quote comprese
tra 2000 e 4000 m circa.
Con difficoltà si riusciva a scorgere le montagne a distanze di 15-20
km, mentre nelle solitamente limpide giornate invernali la vista
spazia di norma per 200 km fino alle Alpi Retiche (f. Daniele Cat
Berro/SMI).
Il fenomeno è stato più apprezzabile in alta montagna, in contrasto
con l'atmosfera che lì è solitamente limpida, rispetto alle
pianure del Nord Italia, già di norma ovattate da foschia e caligine.
La conferma arriva dalle centraline di misura delle polveri in
atmosfera: ai 1579 m di Ceresole Reale (Gran Paradiso) la
concentrazione media giornaliera di PM10 martedì 23 è salita a 85
μg/m3 d'aria (fonte:
ARPA Piemonte)
- in una località dove in genere non si va oltre 10-20
μg/m3 - allineandosi così ai valori
rilevati nelle più inquinate città di pianura (in questo caso tuttavia
a causa di un fenomeno naturale come il trasporto su lunghe distanze
di polveri desertiche).
Nella
stazione alpina di Ceresole Reale (TO) la concentrazione media
giornaliera di PM10 - indice in questo caso non di inquinamento di
origine antropica, bensì della presenza di polveri sahariane in
sospensione - è balzata a 85 microgrammi per metro cubo d'aria il 23
febbraio, valore straordinario per una località interna alle Alpi
dall'atmosfera solitamente pura e trasparente, e simile a quanto
registrato in capoluoghi di Pianura Padana, dove l'arrivo di polveri
desertiche non pare essersi distinto granché rispetto alle impurità di
origine umana già presenti
(fonti dati:
ARPA Piemonte e
ARPA Lombardia).
Secondo l'analisi delle retrotraiettorie le polveri desertiche che
hanno raggiunto le Alpi martedì 23 febbraio a quote tra circa 1500 e
5500 m hanno avuto origine al di sopra del settore occidentale del Sahara, tra
Mauritania, Mali e Algeria, nei giorni tra giovedì 18 (n. 2) e sabato
20 febbraio (n. 4). Si noti come in particolare le masse d'aria che
sabato 18 erano a basse quote, circa 1100 m (900 hPa), sopra al Mali,
siano state rapidamente sollevate fin'oltre i 6000 m (430 hPa)
avvicinandosi alle Alpi (linea blu)
(fonte:
modello GFS, via
Wetter3).
23
febbraio 2021: l'opalescenza dell'atmosfera dovuta alle polveri
sahariane in sospensione al Nord Italia è apprezzabile nell'immagine del satellite
NASA-Terra,
canale visibile.
Il
flusso di polvere sahariana in risalita dall'Africa nord-occidentale
verso l'Europa era ben previsto dalle carte
del
modello Skiron dell'Università di Atene (a sinistra, ore 06 UTC
del 22 febbraio 2021,
a destra ore 06 UTC del 23 febbraio; clicca sulle immagini per
ingrandire).
Come già spiegato nell'articolo sull'episodio
del 6 febbraio 2021, si tratta di un fenomeno naturale e
perfino utile alla fertilizzazione dei suoli alpini ed europei
(nonché di altre zone del mondo come l'Amazzonia)
quando avviene la deposizione della polvere con le precipitazioni (wet
deposition).
Tuttavia all'occorrenza di questi episodi contribuiscono anche il
crescente inaridimento e degradazione di suoli nord-africani a
seguito di cambiamenti climatici, prolungate siccità, nonché per
effetto di pratiche agronomiche insostenibili. Si stima che ogni
anno 180 milioni di tonnellate di polvere desertica lascino il
Nord Africa in questo modo, impoverendo ulteriormente la fertilità
locale (fonte:
NASA-EarthObservatory).
Inoltre, come riferisce lo studio
"Legal immigrants: invasion of alien microbial communities during
winter occurring desert dust storms", coordinato dalla Fondazione
Edmund Mach e apparso nel 2017 sulla rivista Microbiome,
insieme alla polvere desertica possono "volare" per migliaia di
chilometri anche rilevanti comunità microbiche adattate ad
ambienti estremi.
Ricercatori dell'INGV
hanno analizzato le polveri desertiche ricadute in Italia il 6
febbraio scorso, rintracciandovi abbondanti resti di diatomee
(alghe microscopiche d'acqua dolce) sollevati dal vento dalla
depressione Bodélé, parte del fondo dell'antico mega-lago Ciad, e
nanofossili calcarei (plancton marino) derivanti dall'erosione di
rocce sedimentarie della medesima zona.
Le
immagini della
webcam "panomax" del Plateau Rosa (3480 m, Cervinia), qui in
direzione Sud-Ovest verso la Val d'Aosta centrale, rivelano che il 24
febbraio 2021, rispetto alla stessa ora del giorno precedente (h 10:30
locali) la nube di polvere sahariana si è abbassata di quota,
ingombrando maggiormente l'aria dei fondovalle, e liberando un po' le
vette più elevate. Tornano così visibili a sinistra il Gran Paradiso e
a destra il Monte Bianco, invisibili 24 ore prima. Complice la
stabilità atmosferica e i venti deboli, la polvere ristagnerà negli
strati medio-bassi della tropostera per diversi giorni.
Soprattutto mercoledì 24 febbraio 2021 la polvere desertica ha
raggiunto anche le Alpi orientali: ecco l'orizzonte opaco all'Alpe di
Siusi, Val Gardena (fonte:
Ufficio Meteorologico Provincia Autonoma di Bolzano).
NON SOLO POLVERE DESERTICA...
A contribuire alla torbidità dell'aria, per lo meno al
di sopra del Tirreno, ha contribuito anche la nube di cenere e
biossido di zolfo eruttata dall'Etna durante il parossismo del
22-23 febbraio, giunta fino a oltre 10 km di altezza e sospinta in
maniera inconsueta verso Nord-Ovest e poi Nord-Est fino a lambire
Sardegna, Corsica e Toscana (è più frequente che la nube si diriga
verso Sud-Est, dati i ricorrenti venti di maestrale sulla Sicilia). Al
tramonto del giorno 23 anche da Roma si è visto il sole calare dietro
la nube vulcanica al largo sul Tirreno.
24 FEBBRAIO 2021:
CALDO ANOMALO,
ECCEZIONALE AL NORD-EST, TOSCANA E LAZIO
Oltre al nuovo apporto di polvere sahariana, il periodo
si è distinto per il caldo anomalo, come era già avvenuto a più
riprese anche un anno fa, nel
febbraio 2020.
Laddove la massa d'aria, già molto tiepida in origine
(8-10 °C a circa 1500 m in libera atmosfera all'interno
dell'anticiclone),
è stata ulteriormente riscaldata per
effetto-foehn sotto moderati venti da Est o Nord-Est al suolo, il 24
febbraio 2021 verrà ricordato per le temperature massime
straordinarie, spesso da record per il mese di febbraio.
Ciò è avvenuto in particolare sottovento
alle Alpi orientali e al Carso, nonché all'Appennino centro-settentrionale
(lato tirrenico).
Segnaliamo in particolare i numerosi nuovi primati di:
25,6 °C a Gorizia-aeroporto (OSMER/MeteoFVG),
serie in città dal 1870; precedente 22,5 °C il 27 febbraio 2019;
24,8 °C a Ronchi dei Legionari (AM),
serie dal 1967;
23,9 °C a Treviso-Sant'Angelo (AM),
serie dal 1961;
23,8 °C a Treviso-Istrana (AM),
serie dal 1951;
23,6 °C ad Aviano (AM),
serie dal 1951;
23,4 °C a Pontremoli-Verdeno (SMI),
serie dal 1929; precedente 22,0 °C il 23 febbraio 1990;
23,2 °C a Udine-Rivolto (AM),
serie dal 1969
(pari merito con il caso del febbraio 1990);
22,4 °C ad Arezzo-Molin Bianco (AM),
serie dal 1957;
22,3 °C a Viterbo-aeroporto (AM),
serie dal 1960;
22,0 °C a Venezia-Tessera (AM),
serie dal 1961.
Segnaliamo inoltre i seguenti record per febbraio
stabiliti nelle più brevi serie (circa trent'anni) di
ARPA Veneto:
23,5 °C a Portogruaro, 22,2 °C a Verona-Villafranca, 22,1 °C a
Venezia-Treporti e Breganze (VI), 21,6 °C a Padova-Legnaro, superando
i primati precedenti che appartenevano ai casi di febbraio 1998 o
febbraio 2019 (comunicato
originale di ARPA Veneto).
Si è trattato di valori diurni sopra media anche di
10-15 °C, che sarebbero normali per maggio inoltrato.
Singolari anche le escursioni termiche giornaliere
nei fondovalle (talora prossime o fin superiori a 25 °C), tra l'alba
ancora fresca per inversione termica e le ore centrali rapidamente
scaldate dall'ingresso dei venti di caduta (27 °C di escursione alla
periferia Ovest di Gorizia, tra -1 °C e 26 °C! info Carlo Bregant).
Il tutto in netto contrasto con le condizioni più
fresche e talora nebbiose che in pieno giorno regnavano lungo
le coste (Trieste, Carrara, La Spezia, Genova...), con differenze di 10-15
°C nel giro di pochi chilometri!
Quadro
sinottico delle temperature rilevate nell'angolo Sud-Est del
Friuli-Venezia Giulia alle h 15 del 24 febbraio 2021: si noti il
marcato divario tra i 25,6 °C di Gorizia e i 23,0 °C di Prosecco
("borino" favonico da oriente)
e gli appena 11,9 °C di Muggia, in riva al Golfo di Trieste!
(fonte: Osmer/Meteo
FVG).
Il 24
febbraio 2021 un precoce episodio di nebbia marittima ha interessato
le coste liguri di Centro-Levante e quelle dell'alta Toscana a causa dello scorrimento di aria
subtropicale tiepida e umida al di sopra del mare che in questo
momento dell'anno
(tra febbraio e marzo) raggiunge le temperature superficiali più
basse. Si tratta di nebbie d'avvezione, più comuni in primavera
lungo le coste.
In alto, lo strato nebbioso che sommerge la zona di Chiavari visto dai
dintorni di Leivi al tramonto (f. Stefano Alimento).
Nebbia
sul porto della Spezia (in alto, f. Francesca Vassalle, via pagina FB
Spezzino Vero) e in città (qui sopra, f. Giovanni Acordon): il
fenomeno, qui rarissimo, non era mai stato osservato quanto meno negli
ultimi vent'anni
(info: Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera e meteorologo).
Per contro, in alta Val di Magra (Pontremoli) per buona parte della
giornata hanno soffiato calde e secche correnti favoniche in caduta
dall'Appennino, prima del raffrescamento di fine pomeriggio per il
rientro della brezza più fresca e umida da valle.
Ancora
una veduta della nebbia sul Golfo della Spezia,
ripresa dalla Serra di Lerici (f. Barbara Lupi).
Giovedì 25 febbraio 2021 la nebbia marittima ha raggiunto anche i
quartieri litoranei di Sanremo, dove - un po' come alla Spezia - il
fenomeno è molto raro, mentre è più frequente in Liguria centrale (f.
Lorenzo Bagnoli).
CALDO RECORD ANCHE IN EUROPA CENTRALE
Un improvviso caldo record ha invaso anche l'Europa
centrale, dove solo una decina di giorni fa c'erano temperature
glaciali.
Secondo il
Deutscher Wetterdienst, ad Amburgo la temperatura è salita
sopra i 20 °C per la prima volta in qualunque mese invernale (21,1
°C lunedì 22 febbraio), e Gottinga nell'arco di una
settimana ha registrato una variazione di temperatura di ampiezza
senza precedenti in Germania, ben 41,9 °C dai -23,8 °C del 14 ai
18,2 °C del 21 febbraio 2021! Una situazione simile (aumento di 41 °C
in una settimana) si verificò solo nel maggio 1880.
FEBBRAIO 2021: TIEPIDO
NONOSTANTE
IL BREVE EPISODIO FREDDO DI META' MESE
Febbraio 2021 in Italia e su gran parte
dell'Europa centro-meridionale andrà in archivio come un mese più
tiepido del normale: già ora le temperature medie sono in eccesso
di 1-2 °C (anche oltre +3 °C sui Balcani), nonostante il breve
episodio invernale di metà mese.
La carta sottostante indica le
deviazioni dalla media del trentennio 1981-2010 aggiornate al 22
febbraio, e la situazione non potrà che "scaldarsi" ulteriormente con
quest'ultima settimana precocemente primaverile.
Anomalie termiche in Europa, periodo 1-22 febbraio 2021
(fonte:
NASA-PSL).
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