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CON LA TAPPA DEDICATA AL GRAN PARADISO TERMINA
LA "CAROVANA DEI GHIACCIAI" 2021 DI LEGAMBIENTE

12 settembre 2021
Daniele Cat Berro - SMI/Redazione Nimbus

 

Con la tappa dedicata al Gran Paradiso (8-11 settembre 2021) e con una conferenza stampa al Forte di Bard (Valle d'Aosta, 13 settembre) termina la seconda edizione della "Carovana dei ghiacciai" di Legambiente, che in venti giorni ha percorso le Alpi - aggiungendo anche una digressione appenninica al ghiacciaio del Calderone - per sensibilizzare cittadini e amministratori sulla gravità dei cambiamenti climatici e della deglaciazione.





La rassegna, che si è avvalsa della collaborazione e assistenza scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, ha toccato diversi gruppi montuosi (tanto o poco) glacializzati, Adamello, Cevedale, Alpi Giulie, Gran Sasso e Gran Paradiso, presso cui sono stati organizzati eventi-conferenze per il pubblico con esperti del settore glaciologico-ambientale, escursioni e simboliche cerimonie di "saluto" ai ghiacciai in sofferenza e talora in estinzione, come il Ghiacciaio del Calderone, l'unico dell'Appennino e il più meridionale d'Europa.

La SMI ha partecipato alle due giornate sul versante piemontese del Gran Paradiso (8-9 settembre), che hanno contemplato la conferenza "Ghiacciai e servizi ecosistemici in quota" presso il salone del Parco Nazionale del Gran Paradiso al Grand Hotel di Ceresole Reale, e l'escursione al piccolo Ghiacciaio della Capra, sempre in alta Valle Orco.

I ghiacciai della zona sono particolarmente sensibili al riscaldamento atmosferico, tanto che in meno di due secoli, dalla fine della Piccola Età Glaciale (1820-1850) hanno perso circa il 65% della loro superficie, passando da circa 88 km2 a meno di 30km2 (info SMI - Università di Torino/DST - Fondazione Montagna Sicura).
 

Una considerevole parte della deglaciazione avvenuta negli ultimi due secoli si è concentrata a partire dalla fine degli Anni 1980. Qui vediamo la massiccia riduzione dei ghiacciai intorno al Lago Serrù (alta Valle Orco, Gran Paradiso) tra il 5 settembre 1988 (foto Luca Mercalli)
e il 4 settembre 2018 (foto Daniele Cat Berro): il ghiacciaio Occidentale del Carro (a sinistra), della Capra (al centro, meta dell'escursione della Carovana dei Ghiacciai 2021 di Legambiente) e della Losa (a destra, pressoché estinto).


Ecco una rassegna fotografica degli eventi di questa tappa sulle Alpi occidentali.
 


 

Ceresole Reale, 8 settembre 2021: due momenti della conferenza "Ghiacciai e servizi ecosistemici in quota", con la presenza di Giorgio Prino (Presidente Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, a sinistra nella foto in alto), Riccardo Santolini, biologo e docente all'Università di Urbino, Daniele Cat Berro della Società Meteorologica Italiana, Marco Giardino, segretario del Comitato Glaciologico Italiano e docente di scienze della Terra all'Università di Torino, Vanda Bonardo, Responsabile nazionale Alpi di Legambiente e Presidente CIPRA Italia, e Giorgio Zampetti, Direttore generale Legambiente (da sinistra a destra nella foto qui sopra).
 

Il 9 settembre 2021 una nebbia a tratti fitta e piovigginosa non ha impedito lo svolgimento dell'escursione lungo il sentiero glaciologico del Serrù (scarica il volantino informativo sul sentiero e sul Glaciomuseo del Serrù) e al piccolo ghiacciaio della Capra. Qui sopra Valerio Bertoglio, ex-guardaparco del Gran Paradiso e attuale osservatore CGI del ghiacciaio, ne illustra le caratteristiche ai circa venti partecipanti.
 

Dalla sponda del Lago Serrù si risale verso le morene della Piccola Età Glaciale del Ghiacciaio della Capra.



 

Alla base delle morene del ghiacciaio della Capra è stato effettuato un momento di raccoglimento per riflettere e discutere sull'urgenza di arginare gli effetti dei cambiamenti climatici, nonché un simbolico e peculiare "commiato musicale" al ghiacciaio morente, concerto per corno alpino del musicista scozzese Martin Mayes.
 

L'escursione al ghiacciaio della Capra è stata anche l'occasione per compiere osservazioni scientifiche: qui sopra, misure di pH e conducibilità elettrica dell'acqua di fusione nel torrente glaciale da parte degli studenti del prof. Marco Giardino (Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Torino).
 



Risalendo all'interno delle morene si incontra il vecchio segnale denominato "CA" per le misure di variazione frontale, istituito nel 1954 dall'operatrice CGI Anna Casucci. La serie di rilievi è proseguita grazie a Corrado Lesca (Anni Sessanta-inizio Settanta), Fulvio Fornengo e Luca Mercalli (Anni Ottanta-Novanta) e Valerio Bertoglio (attualmente), che ha rinnovato il segnale più a monte per mantenere la continuità delle osservazioni.


Giunti presso la fronte del ghiacciaio, il prof. Marco Giardino assiste alle misure di variazione frontale dal segnale CA2 nel quadro della campagna glaciologica annuale del CGI. Sullo sfondo, il gruppo di partecipanti si trova in corrispondenza del margine glaciale, quest'anno tuttavia occultato dai residui di una valanga che ne impedisce la corretta individuazione. Seppure in un contesto di generale e protratta deglaciazione, la sua posizione si può considerare stazionaria dal settembre 2020.
 

Flash-mob in prossimità della fronte del ghiacciaio. La nebbia impedisce la vista verso la parte alta del bacino, chiusa dall'imponente parete settentrionale della Cima d'Oin (3280 m).
Nell'immagine qui sopra, da sinistra, Vanda Bonardo (Responsabile nazionale Alpi di Legambiente e Presidente CIPRA Italia),Giorgio Zampetti (Direttore Generale Legambiente), Marco Giardino (Università di Torino) e Alessandra Masino (guida del Parco Nazionale del Gran Paradiso).
 

Un momentaneo sollevamento dello strato nebbioso permette di scorgere il lago del Serrù dalle morene del ghiacciaio.
 

Il 10-11 settembre, favorita da un tempo più soleggiato soprattutto l'11, la Carovana si è poi spostata in Val di Cogne, sul versante valdostano del Gran Paradiso (foto Stefano Perona, da pagina FB Legambiente Alpi).
 


 

Qui le attività didattiche hanno comportato in particolare una "caccia" agli antichi segnali glaciologici utilizzati nel XIX secolo per le prime osservazioni delle variazioni frontali del grande ghiacciaio della Valnontey, in seguito smembratosi in più apparati glaciali, tuttora tra i più grandi del massiccio (Money, Grand Croux e Tribolazione). Questi segnali, alcuni dei quali solo di recente rintracciati dopo decenni di oblio, sono stati valorizzati nel quadro del nuovo percorso "Il Giardino dei Ghiacciai", su iniziativa del Comitato Glaciologico Italiano, di Legambiente e del Parco Nazionale Gran Paradiso (foto Stefano Perona,da pagina FB Legambiente Alpi).
 


 

Il masso-segnale "AD 1817" in corrispondenza della morena frontale deposta dal grande ghiacciaio della Valnontey durante uno dei culmini della Piccola Età Glaciale (f. Marco Giardino, Università di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra).
 

Allo storico masso-segnale "Glacier 1866", istituito dall'abate Giovanni Pietro Carrel e dall'esploratore genovese Enrico D'Albertis, si tenta di sdrammatizzare la mesta e preoccupante atmosfera della deglaciazione (foto Beppe Quaglia, Politecnico di Torino).



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