
7 settembre 2022: Mario Antonucci
(caposquadra AIB
Bussoleno)
e Marco Ghibaudo (gestore del
Rifugio Toesca, Bussoleno) durante l'installazione della stazione
meteorologica nell'alto bacino del Rio Reforno.

La stazione meteorologica nell'alto
bacino del Rio Reforno,
in posizione molto aperta ed esposta su cresta. In alto, sullo sfondo,
la sommità del Truc del Vento (1897 m), il cui toponimo è
particolarmente calzante data l'effettiva e marcata ventosità del luogo.

Veduta generale, da Sud, del bacino
del Rio Reforno o Comba delle Foglie, con l'asterisco a indicare la
posizione della stazione meteorologica
(31 gennaio 2021).


La seconda stazione meteorologica
(anche in questo caso una Davis Vantage Pro 2), a
quota 1590 m
presso l'Alpe Combe di Chianocco.

4 agosto 2022, il personale del
Comune di
Chianocco e della locale squadra AIB durante l'installazione della
stazione meteorologica dell'Alpe Combe
(il caposquadra AIB Francesco Pelissero, e il vicensindaco Osvaldo Vair
tra gli operai comunali Cristina Croce e Federico Miletto).
Perché due stazioni
meteorologiche così vicine?
I due punti di misura distano appena 1,5 km in linea d'aria e
sono ben visibili tra loro, pressoché alla medesima quota. Come mai così
vicini?
Gli apparecchi sono stati installati principalmente per registrare le
precipitazioni di rovesci e temporali intensi, concentrati e di
solito, per loro natura, molto localizzati, per cui al fine di
monitorare efficacemente piccoli bacini torrentizi non è fuori luogo
installare strumenti a distanza così ravvicinata.
Durante l'episodio che generò la rovinosa colata di fango e detriti del
7 giugno 2018 su Bussoleno, il temporale fu concentrato nella Comba
delle Foglie con apporti
stimati da radar in almeno 15 mm in mezz'ora (fonte: ARPA Piemonte),
mentre l'adiacente e vicinissimo bacino del Prebec, su cui gravita la
stazione ora presente all'Alpe Combe, ricevette piogge molto minori, e
non si verificò alcun effetto significativo sul territorio.
I dati ottenuti permetteranno di prevedere
piene e dissesti?
Gli strumenti, dotati di un sistema di allarme al superamento di soglie
preimpostate, potranno avvisare le amministrazioni del verificarsi di
piogge intense in tempo reale, e a posteriori permetteranno di
analizzare la risposta dei bacini torrentizi agli episodi piovosi.
Tuttavia i fattori che possono contribuire all'innesco di colate
detritiche sono svariati e mutevoli nel tempo e nello spazio: non solo
intensità e quantità di pioggia di un episodio in corso, ma anche le
precipitazioni pregresse, il contributo di fusione nivale e il
conseguente stato di saturazione dei suoli, la disponibilità di
materiale solido (detriti rocciosi, resti vegetali...) che il
ruscellamento può prendere in carico, e così via...
Pertanto la previsione di eventi di questo genere, così localizzati,
rimane molto difficile, sia a livello modellistico nei giorni
precedenti, sia all'attivarsi delle precipitazioni, il cui
monitoraggio può comunque dare una mano a identificare situazioni
potenzialmente pericolose.


Bussoleno, effetti della colata
fangoso-detritica del 7 giugno 2018
in Via San Lorenzo, preceduta da episodi minori il 29 aprile e il 9
maggio.
Non si ha notizia di eventi analoghi prima del 2018 lungo il minuscolo
Rio Reforno, la cui tombatura e intensa edificazione nella seconda metà
del Novecento ha tuttavia costituito un'aggravante allorché gli incendi
di ottobre 2017 hanno evidentemente generato una situazione
idrogeologica inedita nel modesto bacino a monte.
TORRENTE PREBEC:
TRA I PIU' IRREQUIETI DEL PIEMONTE
A differenza del piccolo Rio Reforno a Bussoleno,
per il quale non vi erano precedenti storici noti di episodi dannosi
prima che gli incendi del 2017 generassero condizioni inedite e
propizie a colate detritiche (suolo denudato, accumulo di residui
vegetali bruciati...), il Torrente Prebec in Comune di Chianocco
ha una storia particolarmente fitta di eventi alluvionali
responsabili di danni nel conoide abitato, con il contributo
dell'abbondante materiale detritico reso disponibile dalla coltre
morenica rimasta sui versanti dopo le glaciazioni.
Dalla fine del XIX secolo diffusi interventi di sistemazione
idraulico-forestale nel bacino e lungo l'asta torrentizia hanno
ridotto di molto la frequenza e l'impatto di tali eventi. Tuttavia a
metà giugno 1957 una grave alluvione asportò gran parte delle opere e
generò diffuse distruzioni.
Le successive riparazioni e la realizzazione di una nuova grande briglia
filtrante all'imbocco dell'Orrido di Chianocco al momento hanno
scongiurato il verificarsi di ulteriori disastri durante i noti eventi
degli ultimi decenni (ottobre 2000, maggio 2008), ma quello del
Prebec rimane pur sempre un bacino ad elevata pericolosità e
merita pertanto un monitoraggio meteorologico che riprenda, sebbene
in misura ridotta, quanto era stato allestito dal
CNR-IRPI di Torino
negli Anni 1970.
Da questa esigenza è nata l'idea della stazione meteorologica all'Alpe
Combe, cui si è aggiunta la seconda nel bacino del Rio Reforno in un
progetto congiunto dei due Comuni.
Approfondimento sulle caratteristiche del bacino
del Prebec e sulle sue alluvioni storiche:
scarica il pdf (tratto dal volume "Duemila anni di clima in Val
Susa" di Luca Mercalli e Daniele Cat Berro - 2018, edizioni SMS; clicca
qui per acquistare il libro).

L'alto bacino del T. Prebec ripreso
dal motoaliante.
1. L'incisione detta "Gran Gorgia", da cui proviene una considerevole
porzione dei detriti mobilizzati dal Prebec durante gli eventi
alluvionali.
2. Localizzazione della stazione meteorologica dell'Alpe Combe.
3. Sottobacino del Rio Pianfé, tributario destro del Prebec che spesso
ha contribuito significativamente alle piene dell'asta principale.
(foto del 9 settembre 2011, di Luca Mercalli).

Giugno 1957: distruzione della strada
di accesso a Chianocco a opera del
T. Prebec
durante la più gravosa alluvione del XX secolo nel bacino
(fondo Severino Savi,
Archivio Storico Dioceano di Susa).

Briglia filtrante ad arco realizzata nel 1977
immediatamente a monte dell'Orrido di Chianocco, con funzione di
contenimento dei detriti trasportati dal Prebec durante le piene.
L'opera ha ridotto il trasporto solido a valle e ha dunque impedito
danni rilevanti nel conoide di Chianocco in occasione delle alluvioni
dei decenni recenti (foto del 30 luglio 2015).

La medesima opera quasi interamente
colmata dall'irruente colata detritica del 29 agosto 1977, poco
dopo la sua realizzazione, a dimostrazione dell'efficacia del manufatto
nel contenere la propagazione del carico solido delle piene del Prebec
fino al paese di Chianocco.
L'evento si originò in maniera estremamente localizzata nel sottobacino
del Rio Pianfé, per poi propagarsi a valle nel Prebec, la cui testata
rimase invece indenne e quasi all'asciutto, a testimonianza di quanto
sia giustificata la vicinanza delle due stazioni meteorologiche di
recente installate (foto del progettista della briglia, geom. Mauro
Dana, tratta dalla pubblicazione "Eventi alluvionali e frane nell'Italia
Settentrionale 1975-1981", a cura del
CNR-IRPI di Torino).
Salvo diversa indicazione, le
fotografie di questo articolo
sono di Daniele Cat Berro.
Un ringraziamento per la gentile
trasmissione di immagini e informazioni va a Gianni Mortara,
geologo al CNR-IRPI di Torino, vera e propria memoria storica vivente
delle trasformazioni geomorfologiche e territoriali delle Alpi, che
negli Anni 1970 lavorò intensamente al monitoraggio
del bacino del Prebec.
|