DOVE MI TROVO:  Nimbus Web » Climatologia locale » Estate 2015 tra le più calde in Italia

logoverticale 3.gif (13804 byte)

Torna alla Home page
Torna indietro
Inviaci una email


RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

ATLANTE
DELLE NUBI

Poster 70x100 cm
posternubi.gif (22183 byte)

meteolabfrontipiccolo.gif (11746 byte)
METEOLAB CD
Corso multimediale di meteorologia

ESTATE 2015 IN ITALIA: TRA LE PIU' CALDE DA SECOLI


Daniele Cat Berro e Luca Mercalli, SMI / Redazione Nimbus
4 Settembre 2015


A completamento del rapporto sulla calura estrema di luglio e inizio agosto 2015, a stagione terminata proponiamo ora una breve sintesi climatica dell'intera estate, che in Italia è stata una delle più calde mai osservate a scala plurisecolare collocandosi per lo più in seconda posizione dopo quella epocale del 2003 al Nord, o talora al terzo-quarto posto (come in Emilia-Romagna e Marche), e a livello nazionale la stagione è risultata terza, dal 1800, dopo le estati 2003 e 2012.

Tra luglio e metà agosto 2015 inoltre la canicola si è sfavorevolmente combinata con un periodo di precipitazioni scarse o assenti, determinando una grave siccità per le colture agrarie.

Solo intorno al Ferragosto gli anticicloni nord-africani si sono "calmati", ritirandosi a latitudini più meridionali e permettendo l'ingresso di correnti atlantiche o settentrionali più fresche e instabili, con temporali diffusi che al Centro-Nord hanno in parte alleviato il secco, ma causando talora anche danni importanti.

Infine, un'ulteriore ondata di caldo tardivo si è sviluppata negli ultimi giorni di agosto 2015, tuttavia breve e meno estrema.

 

Bagnanti cercano refrigerio sul greto del F. Orco a Chivasso (TO) l'8 agosto 2015, in una delle giornate più infuocate dell'estate con 36-38 °C sulla pianura torinese. La notte seguente la situazione inizierà però a cambiare quanto meno sulle Alpi occidentali con forti rovesci temporaleschi e alcuni gradi in meno (f. D. Cat Berro).

Chivasso (TO), 8 agosto 2015: effetti della siccità su un campo di mais non irriguo,
con perdita totale del raccolto (f. D. Cat Berro)
.

L'intensa e prolungata calura estiva ha determinato importanti perdite di massa sui ghiacciai alpini, in corso di valutazione. Qui la fronte del Vadret da Morteratsch (Engadina, Svizzera),
in condizioni di "sofferenza" già il 15 luglio 2015, con davanti ancora un mese di caldo anomalo  (f. Corrado Scolari).


Nella tabella sottostante, riepilogo delle principali statistiche termo-pluviometriche riferite al trimestre giugno-agosto 2015 in alcuni osservatori del Nord Italia (cliccare sulla tabella per aprirla in pdf).

(*) Le misure all'Osservatorio "Serpieri" di Urbino sono cominciate il 1° maggio 1850, ma i dati ad oggi digitalizzati sono disponibili dal 1899.


Temperature:
seconda estate più calda al Nord, terza a livello italiano

A livello nazionale l'estate meteorologica 2015 è stata dunque la terza più rovente dal 1800 secondo il CNR-ISAC, con un'anomalia media di +2.3 °C, e solo all'estremo Sud la calura è stata nel complesso meno straordinaria, con scarti più contenuti, intorno a +1 °C.

Su gran parte del Nord Italia è risultata invece seconda nelle serie di dati plurisecolari, con temperature medie del trimestre giugno-agosto di 25-27 °C in Valpadana (valori che sarebbero normali per pianure e coste dell'estremo Sud Italia), e anomalie termiche piuttosto omogenee, dell'ordine di +2.0 ÷ +2.5 °C rispetto al trentennio 1981-2010.

Ovunque è rimasto imbattuto il caso del 2003, stagione in cui la calura fu ancora più intensa e soprattutto prolungata rispetto a quest'anno.
In alcuni osservatori la stagione si è posizionata al terzo (Parma, Modena) o al quarto posto (Urbino), ma al di là di queste modeste differenze in classifica, ciò che più colpisce è la concentrazione negli ultimi anni di quasi tutte le stagioni più roventi registrate in oltre un secolo di misure, come visibile nei grafici sottostanti.



Anomalie termiche dell'estate 2015 in Italia. A livello nazionale è risultata la terza più calda dal 1800 dopo i casi del 2003 e 2012, con scarti dai valori normali più marcati al Centro-Nord
(oltre 2 °C). Fonte: CNR-ISAC, Bologna.


Serie delle anomalie termiche estive nazionali, 1800-2015. Evidente il netto riscaldamento intervenuto dagli Anni 1980. Fonte: CNR-ISAC, Bologna.




Serie delle temperature medie estive a Torino e Modena. Nelle due città l'estate 2015 è risultata rispettivamente la seconda e la terza più calda mai osservata dal 1753 e dal 1861.
In Emilia infatti anche il trimestre giugno-agosto 2012 fu più rovente di questo,
ma impressiona comunque la sequenza di estati canicolari ravvicinate (2003, 2012, 2015),
sconosciute prima degli Anni 2000.





Elenchi delle dieci estati più calde in alcune lunghe serie di misura termometrica del Nord Italia. Quasi tutti i casi (da 7 a 9 su dieci, a seconda delle stazioni) sono concentrati nell'ultimo ventennio.


Ulteriori ondate di caldo di agosto 2015

10-14 agosto 2015 - In questo periodo la calura si riprende al Centro-Nord Italia (ma in verità al Nord-Est non si era praticamente attenuata...): temperature massime di 37.4 °C a Gradisca d'Isonzo il giorno 12, 38 °C a Grosseto il 13; la persistenza del caldo intenso è eccezionale sulle pianure friulane orientali a causa di un anomalo “borino” caldo in “caduta” (föhn) dal Carso: a Cervignano del Friuli 10 giorni consecutivi con massima oltre 35 °C (dal 5 al 14 agosto).

28-31 agosto 2015 - Dopo una pausa meno calda a seguito del Ferragosto,
temperature in nuovo aumento a fine mese, ma senza più raggiungere punte estreme: 32-35 °C su gran parte della Valpadana, 36 °C a Firenze e Alghero, 37 °C a Ferrara e nelle pianure intorno a Roma e Caserta.

(per le ondate precedenti nel corso dell'estate 2015, leggi qui).


Precipitazioni: siccità tra luglio e metà agosto,
più attenuata a livello stagionale, ma solo sulle Alpi occidentali

La fase più acuta della siccità, con magra dei corsi d'acqua e disseccamento di colture agrarie, si è avuta in luglio e nella prima metà di agosto 2015, con il concorso della forte evaporazione indotta dal caldo estremo, mentre a scala stagionale, a causa dei più abbondanti rovesci di giugno e della seconda metà di agosto, la situazione pluviometrica è apparsa in genere meno anomala, almeno al Nord-Ovest.

A Torino una sequenza di "generosi" temporali a ridosso del Ferragosto (159 mm tra i giorni 8 e 18) ha addirittura permesso di totalizzare una quantità d'acqua sopra media, nel trimestre 297 mm in centro città, a fronte dei 228 mm normali (130%).

Non distante dalla norma anche l'osservatorio prealpino di Oropa (421 mm, 86%), infatti sul finire dell'estate i versanti montuosi sono tornati rapidamente verdi dopo aver assunto tinte mediterranee nelle settimane centrali dell'estate.

In netto contrasto invece il Ponente ligure: il pluviometro di Imperia ha raccolto appena 18 mm d'acqua, meno di un terzo del consueto, diciottesima estate più asciutta dal 1876.

E pure dal Nord-Est alle Marche la stagione si è chiusa con un marcato deficit di pioggia: a Rovereto (TN) è mancato circa un terzo degli apporti normali, a Urbino circa la metà.

Temporali dannosi dalla metà di agosto

9-10 agosto 2015: un primo cambiamento si avverte al Nord-Ovest domenica 9 agosto con intensi rovesci che risolvono la siccità sulle Alpi occidentali e piene torrentizie (tra la sera dell'8 e il mattino del 10, 115 mm a Noasca, in Valle Orco, 134 mm a Valdieri, in Valle Gesso, e 149 ad Alagna Valsesia); il giorno 10 forti scrosci si abbattono anche altrove, nubifragio notturno da 90-110 mm e allagamenti a Milano, tromba d'aria con un ferito sul litorale carrarese, oltre 200.000 fulmini sul territorio nazionale.

Il T. Noaschetta ingrossato a Noasca (Valle Orco, versante piemontese del Gran Paradiso)
il 9 agosto 2015, dopo gli intensi rovesci notturni che hanno scaricato un centinaio di mm di pioggia fino a quote prossime a 4000 m (f. Ugo Peroglio).

Nel primo pomeriggio del 9 agosto 2015 un violento temporale si abbatte sul Rocciamelone (Val di Susa, Torino) scaricando ben 50 mm di pioggia in un'ora ai 2850 m del Rifugio Ca' d'Asti (com. pers. Gabriele Savio, gestore del rifugio e di una rete automatica di monitoraggio pluviometrico per ricerche sulle colate detritiche, in collaborazione con il CNR-IRPI di Torino). Come non di rado accade, alcuni "debris-flow" (piene torrentizie impulsive con elevato carico solido) si propagano lungo i ripidi e detritici pendii della montagna che gravitano su Novalesa, interessando in particolare l'alveo del T. Marderello.
Il sentiero che adduce alla vetta del Rocciamelone è danneggiato dall'intenso ruscellamento superficiale (qui sopra, foto redazione Valsusaoggi, e Cristiana Molin).
 

12 agosto 2015: la “goccia fredda” si trasferisce al Meridione con nubifragi; impetuosa alluvione sulla Calabria ionica, a Rossano e Corigliano (qui 225 mm, circa un terzo della precipitazione media annua in 15 ore!), ma nessuna vittima.

14 agosto 2015:
impulso fresco atlantico scatena nubifragi al Nord-Ovest nel pomeriggio (80 mm a Cogne, torrenti in piena sulle Alpi, due famiglie evacuate per lo straripamento di un rio a Bar Cenisio, Val Susa; 76 mm presso Moncalieri, alberi sradicati in Canavese) poi la notte seguente al Nord-Est (45 mm a Portogruaro, raffiche tempestose con danni a tetti e vegetazione in Friuli).

15 agosto 2015:
trombe marine di fronte a Genova, nel pomeriggio ben 79 mm a Torino-centro con appena 16 °C e Alpi imbiancate a 2700 m, violento temporale pure a Bologna, 14 feriti per un fulmine in un trullo a Castellana (Bari).



Spettacolare ripresa di una delle numerose trombe marine formatesi al mattino del 15 agosto 2015 sul Golfo Ligure, qui di fronte a Genova-Nervi (f. Clara Garigliano). 



Più a Sud il tempo al mattino di Ferragosto è parzialmente soleggiato, ma a Viareggio l'atmosfera è comunque mossa con folti cumuli sul mare increspato dal libeccio
(f. D. Cat Berro). 

20 agosto 2015: la sera, tempesta di pioggia e vento a Chioggia (Venezia), strade interrotte da alberi caduti e allagamenti, danni agli stabilimenti balneari e a un centinaio di ettari di coltivazioni di radicchio; fuori dalla zona più colpita, raffiche di vento a 86 km/h a Rosolina.

23-24 agosto 2015: tra la sera di domenica 23 e il pomeriggio di lunedì 24, al passaggio di una perturbazione atlantica, un'ondata di nubifragi colpisce dapprima Spezzino, Versilia e Pisano, poi anche Senese e Grossetano. Tra Cinque Terre e Val di Vara, in 3 ore cadono 183 mm d'acqua a Levanto-San Gottardo e 160 mm a Casale di Pignone; in Toscana l'intero episodio, fino alle prime ore di martedì 25, rovescia 150 mm a Pisa, 244 a San Dalmazio (sempre nel Pisano) e ben 329 mm a Monticiano (Siena), valori con tempi di ritorno medi stimati in oltre 50 anni. Diffusi allagamenti in centro alla Spezia e a Pisa (qui salvataggio di una donna intrappolata nell'auto in un sottopasso inondato), esondazioni e strade interrotte nel Senese, treni fermi da Siena verso Grosseto e Chiusi; nel pomeriggio del 24, vistoso divario termico tra i 19 °C di Torino e i 37 °C del Catanese.




RINGRAZIAMENTI

La redazione di Nimbus ringrazia tutti i numerosi collaboratori ed enti che hanno trasmesso i dati, ma in particolare Luca Lombroso (Osservatorio Geofisico di Modena), Maurizio Ratti (Pontremoli), Roberto Pedemonte (Genova), Carlo Montini (Osservatorio meteo-sismico di Imperia), Paolo Fantini (Osservatorio Università di Parma), Paolo Valisa (Centro Geofisico Prealpino, Varese), Alessio Bozzo (Rovereto), Claudio Mutinelli (Ufficio Idrografico Provincia Autonoma di Bolzano), Bruno Renon (ARPA Veneto), Renato R. Colucci (UMFVG e CNR ISMAR, Trieste), Piero Paolucci (Osservatorio "Serpieri", Università di Urbino), inoltre ARPA Piemonte, ARPA Emilia Romagna e OSMER - Friuli Venezia Giulia.
Gennaro Di Napoli (SMI) ha curato le elaborazioni sulla serie termometrica storica di Torino.


Devolvi il 5 per mille alla SMI!
Sosterrai le ricerche su scienze dell'atmosfera, clima e ghiacciai,
e la salvaguardia degli osservatori meteorologici storici



 


Torna indietro

Guida al   sito    |    Contattaci    |    Segnala il sito    |   Credits    |   Copyrights