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L'ESTATE
2017 IN ITALIA:
SECONDA PIU' CALDA E QUARTA PIU' SECCA


Daniele Cat Berro e Luca Mercalli, SMI / Redazione Nimbus
14 Settembre 2017


Nell'insieme dell'Italia l'estate 2017 ha visto una combinazione di calura e siccità di gravità sconosciuta fino a una quindicina di anni fa nei nostri climi, ma che ora sta diventando sempre più ricorrente per effetto del riscaldamento globale.

In base alle statistiche elaborate dal CNR-ISAC di Bologna è stata la seconda estate più calda dal 1800 a livello nazionale dopo il caso estremo del 2003, con un eccesso termico medio di 2,5 °C, e la quarta più asciutta, con precipitazioni in difetto del 40%.

Un connubio simile per intensità e caratteristiche a quello verificatosi di recente nell'estate 2012, e particolarmente sfavorevole per agricoltura, foreste, ghiacciai e disponibilità idriche, ma anche per il benessere umano.

 

I dintorni del Monte Morrone (Parco Nazionale della Majella), interessati da un vasto incendio perdurato per due settimane nella seconda metà di agosto 2017.
Dall'inizio dell'anno, con il concorso di azioni criminali favorite dal caldo estremo e dalla siccità, il fuoco ha percorso oltre 1300 km2 di territorio italiano, una superficie pari a circa
6 volte l'Isola d'Elba (f. Parco Nazionale della Majella).

 

Dopo che già la primavera era stata calda e asciutta in molte zone del Paese, soprattutto dal Nord-Est, al Centro e alle isole, da fine maggio a fine agosto gli anticicloni nord-africani hanno rappresentato la configurazione atmosferica prevalente, concedendo solo effimere tregue. 

Anomalie del geopotenziale e delle temperature alla superficie isobarica di 500 hPa
(circa 5700 m di quota) nel trimestre giugno-agosto 2017 in Europa.
Come evidenziato dai colori arancio-rosso, gli anticicloni subtropicali hanno insistito ben più del consueto, concedendo solo brevi tregue leggermente più fresche, e masse d'aria eccessivamente calde (anomalie medie > +1 °C) hanno interessato gran parte dell'Europa centro-meridionale, ma in particolare l'Italia (Fonte: ESRL-NOAA).


Nella tabella sottostante, un riepilogo delle principali statistiche termo-pluviometriche riferite all'estate 2017 in alcuni osservatori del Nord Italia
(cliccare sulla tabella per ingrandirla).


Temperature: più caldo di così solo nel 2003

Soprattutto con il concorso di giugno (secondo più caldo dal 1800 con +3,3 °C rispetto al 1971-2000) e di agosto (terzo più caldo, +2,5 °C), l'estate 2017 è stata dunque la seconda più calda a livello italiano con una deviazione di +2,5 °C. Solo nel 2003 la stagione fu più rovente ancora nel suo insieme (scarto medio: +3,7 °C).

Come visibile nella tabella qui sopra, i singoli osservatori meteorologici confermano posizionando il trimestre giugno-agosto quasi ovunque tra il 2° e il 3° posto, più localmente al 4° (Rovereto, Imperia) o al 5° (Bolzano).

La canicola ha raggiunto l'apice in particolare nella prima decade di agosto, quando un'ondata di calura estrema ha fatto registrare nuovi primati assoluti di temperatura massima giornaliera di 42-43 °C dall'Emilia al Lazio (Forlì, Frosinone...), e punte (un po' meno eccezionali) di 44-45 °C nelle zone interne di Sardegna e Sicilia.
 

L'analisi nazionale delle anomalie termiche medie estive (trimestre giugno-agosto 2017) condotta dall'ISAC-CNR di Bologna evidenzia una situazione di caldo anomalo in tutto il Paese, con scarti quasi ovunque superiori a +1,5 °C (in questo caso rispetto al 1971-2000), e più moderati solo su parte di Sicilia e Calabria.
Nell'insieme d'Italia si è trattato della seconda estate più calda dal 1800,
dopo quella del 2003.
 

Le lunghe serie storiche delle temperature medie estive a Torino e Modena,
dove la stagione si è collocata rispettivamente al secondo e terzo posto tra le più calde,
con anomalie di +2,2 °C e +2,9 °C rispetto al 1981-2010.

La serie termometrica nazionale elaborata dal CNR-ISAC, con inizio nel 1800,
conferma la sorprendente concentrazione di recenti estati dal caldo inedito,
in particolare nel 2003, 2012, 2015 e 2017.


Elenchi delle dieci estati più calde, sempre agli osservatori di Torino e Modena.
In entrambe le serie, 9 casi su 10 appartengono ad anni successivi al 1990!



Precipitazioni: gran secco ovunque, salvo sulle Alpi orientali.

Oltre che molto calda ovunque, l'estate 2017 è stata pure decisamente secca, la quarta più asciutta dal 1800 nella serie CNR-ISAC con un deficit di precipitazioni del 40% a livello nazionale.

Distribuzione delle anomalie di precipitazione nell'estate 2017 in Italia (CNR-ISAC).
Le regioni più colpite dalla carenza di pioggia sono state quelle tra Liguria, Emilia, Centro e isole. Meno accentuata l'anomalia al Nord-Est: anche se dalla carta non si evince, localmente, ad esempio lungo la Val d'Adige, è perfino piovuto più del consueto
(Bolzano, Rovereto).


Dal corso del Po verso Sud è caduta pochissima pioggia, in particolare tra basso Piemonte, Emilia, Liguria, versante tirrenico e isole,
e la calura ha ulteriormente aggravato la situazione intensificando l'evaporazione della già poca acqua disponibile nei suoli agrari.

Dal 1° giugno al 31 agosto sono piovuti talora meno di 5 mm su coste e pianure tra Maremma e Lazio, da cui la crisi idrica che ha interessato Roma, e località della Sicilia occidentale come Trapani e Marsala non hanno visto una goccia da inizio aprile a inizio settembre (fonte: SIAS).

Per quanto la siccità sia normale nell'estate siciliana, la penuria idrica insolitamente grave si è tradotta in una delle vendemmie più scarse da decenni nell'isola, e nei boschi della Sardegna sono seccate perfino essenze mediterranee come lecci e sughere.

All'osservatorio di Pontremoli si sono misurati 76,6 mm nel trimestre, confermando anche per la Lunigiana la quarta estate più secca in 140 anni, preceduta in classifica da quelle del 1879 (42,5 mm), 1949 (46,6 mm) e 1928 (73,8 mm).

A Modena la carenza estiva di piogge non è stata estrema come nel 2012 (primato dal 1830), ma quella del 2017 - con 31,6 mm (solo un quinto della quantità normale) -
è stata comunque la quinta estate più asciutta nella serie.

Notevole invece il nuovo record minimo di precipitazione stabilito a Parma nel bimestre luglio-agosto 2017: 6 mm, mai così poco dall'inizio delle misure.
E anche il totale di soli 236 mm caduti dal 1° gennaio al 31 agosto 2017 (54% del normale) rappresenta un minimo nella serie (grafico qui sotto).
 

Elenco dei periodi gennaio-agosto più asciutti dal 1878 all'osservatorio di Parma-Università: il caso del 2017 è il più estremo, benché molto vicino a quello del 2003.
Colpiscono i tre eventi di siccità severa concentratisi nell'ultimo quindicennio
(2003, 2012, 2017). Cortesia Paolo Fantini, Università di Parma.
 

Solamente le Alpi tra Val d'Aosta, alto Piemonte, e settore lombardo-veneto-friulano si sono salvate dall'arsura grazie a frequenti temporali.

Torino si è trovata al margine della zona soggetta a forte siccità nel basso Piemonte,
e ha ricevuto 203 mm di pioggia (89% del normale).

Al Santuario di Oropa (Biella) sono piovuti 473 mm nei tre mesi, pure qui poco sotto la media di 491 mm.

Bolzano ha vissuto perfino la sua quarta estate più piovosa dal 1921, con 390 mm d'acqua, 50% sopra media (Fonte: Ufficio Idrografico Prov. Aut. di Bolzano).


I bacini del Triveneto si trovavano in marcata carenza idrica già a inizio estate, dopo un inverno e una primavera siccitosi. Qui sopra il Brenta a Limena (PD) il 24 giugno 2017
(f. Milos Lago). In seguito la situazione è in parte migliorata grazie a temporali sulle Alpi,
ma secondo ARPA Veneto nel complesso le precipitazioni dell'ultimo anno restano deficitarie (circa un terzo in meno del normale sulla fascia prealpina
nel periodo ottobre 2016-agosto 2017).
 

In Piemonte la siccità è stata più importante sul settore meridionale, tra Cuneese, Astigiano e Alessandrino. Qui il "giovane" corso del Po a secco a Revello, allo sbocco in pianura, il 27 luglio 2017 (f. Paolo Siccardi).
 

Le portate del Po alla stazione idrometrica di Pontelagoscuro (presso Ferrara)
per tutta l'estate 2017 (linea blu) si sono mantenute prossime o poco superiori
a quelle minime del 2003 (linea rossa), scendendo fino a 417 m3/s il 22 luglio,
circa metà del normale (Fonte: Autorità di Bacino del Fiume Po).


Siccità, ma anche temporali dannosi

Pur in un contesto complessivamente siccitoso, specialmente al Settentrione non sono mancati temporali violenti, che spesso hanno portato più danno che beneficio.
Ecco un elenco degli episodi principali.

6 giugno: tre tornado nelle campagne intorno a Crema, distruzione di cascinali, un ferito. Rovinose grandinate tra Lecchese, Milanese e sulla Marca trevigiana. Allagamenti intorno a Udine (117 mm di pioggia a Lauzacco).

24 giugno: al culmine di un'intensa ondata di caldo, eccezionale grandinata copre con 20 cm di ghiaccio la strada del Passo S. Pellegrino in Val di Fassa (Trentino).

25 giugno: dopo una notte tropicale (29 °C a mezzanotte a Brescia), un’enorme cella temporalesca attraversa il Nord Italia scaricando 128 mm di pioggia a Menaggio (Como) e grandine grossa come limoni presso Vittorio Veneto (Treviso).

27 giugno: raffiche temporalesche a 100 km/h a Torino e dintorni, piante abbattute in città, serre e colture devastate in cintura Sud, grandine da 5-6 cm di diametro a Moncalvo (Asti).

28 giugno: piccolo tornado nei campi presso Mortara (Pavia) ma senza danni; violenta tempesta a Ravenna e dintorni, con grandine; raffiche a 100 km/h e un ciclista ucciso da uno dei moltissimi alberi caduti a Comacchio. Frane nel Comasco.

11 luglio: cascine scoperchiate da un piccolo tornado a San Secondo (Parma) e decine di alberi abbattuti da raffiche a oltre 90 km/h a Lido di Spina (Ferrara).

13-14 luglio: tra sera e notte forti temporali da Triveneto, Lombardia ed Emilia Romagna a tutto il versante adriatico e alla Basilicata, con allagamenti a Bolzano; piante schiantate in Brianza, grandine intorno a Urbino e Matera.

16 luglio: alluvione-lampo per un nubifragio da 120 mm a Scilla, presso Reggio Calabria, zona che solo poche ore prima era alle prese con incendi boschivi.

21 luglio: interruzione della strada statale n. 24 a Cesana Torinese (Val Susa) per un'imponente colata detritica attivata da un rovescio localizzato da 25 mm sul M. Chaberton; nubifragi serali intorno a Milano, un ferito grave per la caduta di un cartellone a Pantigliate, poi nella notte sul 22 violento temporale anche tra Genova e Savona, 59 mm in 1 h a Lavagnola e allagamenti ad Albissola.
Nel frattempo, diffusi incendi al Centro-Sud, lambita dalle fiamme e chiusa l'Autosole presso Orte il 22 luglio.

25 luglio: tempeste di grandine sulle coste romagnole e marchigiane, imbiancate le spiagge di Grottammare e San Benedetto del Tronto.

1-4-5-8 agosto: violente piene torrentizie e colate detritiche rispettivamente a Pollein e Cervinia (Aosta), a Cortina d'Ampezzo (101 mm in due ore a Misurina, una vittima travolta in auto dal rio Bigontina sulla strada per il Passo Tre Croci), in Val Pusteria (strade e ferrovia interrotte) e a Ollomont (Val d'Aosta).

Lavori per lo sgombero dei detriti che la sera del 1° agosto 2017, durante un breve ma violento temporale e la conseguente piena torrentizia impulsiva, hanno riempito le briglie lungo l'alveo del T. Comboè a Pollein. Realizzate dopo il disastro alluvionale di metà ottobre 2000, hanno permesso di contenere la massa di detriti evitando conseguenze significative a fondovalle (f. Stefano Ferraris).


Pochi giorni più tardi, la sera dell'8 agosto, l'abitato di Ollomont (zona Gran San Bernardo) viene invaso da una potente colata di fango attivata da un rovescio da 47 mm sulla soprastante Conca di By. I danni superano il milione di euro (f. cortesia D. Fornaciarini).
 

6 agosto: temporali con raffiche di vento a 100 km/h schiantano alberi su una sagra a Lentiai (Belluno) e su un raduno in Val Tramontina (Pordenone) causando 2 morti.

9 agosto: violente grandinate sul Torinese (Brandizzo), a Varese e sulla sponda veronese del Garda (chicchi come uova a Bardolino).

10 agosto: enorme cella temporalesca (MCS, Sistema convettivo a mesoscala) estesa dalla Romagna ai lidi veneziani e a Udine, venti tempestosi oltre 100-120 km/h, abbattute centinaia di piante anche su auto e linee elettriche, decine i feriti.

18 agosto: intorno a Varese, danni ai tetti e strade interrotte dagli alberi caduti per le potenti raffiche di vento in discesa dalle nubi temporalesche (“downburst”).

19 agosto: 50 mm piovuti a Bressanone e 70 a Tarvisio, ferrovia chiusa tra Fortezza e Brunico (Bolzano) per fulmini sugli apparati elettrici, grandine sulla pedemontana vicentina, ma, più a Sud, danni da vento anche a Bibbiena (Arezzo).


Ghiacciai alpini in sofferenza, più a Est che a Ovest

La calura costante e prolungata ha determinato massicce perdite di massa dei ghiacciai alpini, più evidenti sulle Alpi centro-orientali, dal Monte Rosa verso Est, dove - a causa dello scarsissimo innevamento invernale e primaverile - l'ablazione su ghiaccio è cominciata molto presto nella stagione, talora a fine giugno, e a fine luglio gran parte degli apparati glaciali appariva già completamente priva di neve residua.

Tra i primi dati al momento disponibili, la perdita di spessore glaciale prossima a 200 cm a quota 3100 m e in esposizione settentrionale sul ghiacciaio di Cedec (gruppo del Cevedale; fonte: Servizio Glaciologico Lombardo).

Sulle Alpi occidentali, bilancio di -1,39 m di acqua equivalente al ghiacciaio Ciardoney, valore vicino alla (pur negativa) media della serie di misure dal 1992 solo grazie all'inverno che lì invece è stato molto nevoso.

La fronte orientale del Careser (gruppo Ortles-Cevedale), ghiacciaio completamente spoglio di neve residua, e ormai smembrato in più settori in via di disfacimento. In primo piano un lago formatosi negli anni recenti al regredire del margine frontale
(22 agosto 2017, f. Milos Lago).


Condizionatori e crescente domanda elettrica estiva

Il massiccio utilizzo dei condizionatori in un'estate rovente ha fatto impennare la domanda elettrica italiana fino a un picco di oltre 55 GW (gigawatt) il 4 agosto.

Un dato che, pur senza toccare il primato di 60,5 GW del 22 luglio 2015, conferma la tendenza allo spostamento della massima richiesta stagionale dall'inverno all'estate, uno scenario indicato dal
recente studio North-South polarization of European electricity consumption under future warming pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” da ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research.
 

Le anomalie dell'estate 2017 in altri paesi europei

Francia: seconda più calda dal 1900, siccità estrema tra Midi e Corsica
Svizzera e Austria: terza più calda rispettivamente dal 1864 e dal 1767
Germania: 1 °C sopra media
Regno Unito: estate appena più calda del normale, e molto piovosa



RINGRAZIAMENTI

La redazione di Nimbus ringrazia tutti i numerosi collaboratori ed enti che hanno trasmesso i dati, ma in particolare Michele Brunetti (CNR-ISAC Bologna), Luca Lombroso (Osservatorio Geofisico di Modena), Maurizio Ratti (Pontremoli), Roberto Pedemonte (Genova), Carlo Montini (Osservatorio meteo-sismico di Imperia), Paolo Fantini (Osservatorio Università di Parma), Paolo Valisa (Centro Geofisico Prealpino, Varese), Alessio Bozzo e Filippo Orlando (Rovereto), Claudio Mutinelli (Ufficio Idrografico Provincia Autonoma di Bolzano).


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