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INVERNO 2019-20: SECONDO PIU' CALDO IN ITALIA,
MA IL PIU' CALDO IN MOLTE CITTA' DEL NORD

Daniele Cat Berro - SMI Redazione Nimbus
5 marzo 2020

 

Dalle Alpi, alla Scandinavia, alla Russia, con anomalie termiche medie da +2 °C a oltre +6 °C, l'inverno 2019-20 si è chiuso in molte località come il più caldo mai registrato nelle lunghe serie di osservazioni meteorologiche, cominciate tra Settecento e Ottocento.

A livello italiano si è trattato del secondo inverno più caldo dal 1800 dopo quello del 2006-07, secondo il CNR-ISAC.

Torino - Cavoretto, 24 febbraio 2020: magnolia precocemente fiorita in una delle numerose giornate di tepore fuori dal comune in questo inverno, con temperature massime di 22-23 °C sulla pianura torinese (f. Domenico Rosso).
 

Responsabile di tale anomalia climatica è stata una situazione atmosferica di blocco con persistenti anticicloni caratterizzati da aria calda subtropicale sull'Europa meridionale, in contrasto con profondissime depressioni atlantiche che incessantemente hanno sfilato sul Nord del continente causando peraltro ripetute tempeste.

Tra queste ricordiamo in particolare "Ciara" (secondo la nuova nomenclatura dello Storm Centre del Met Office) o "Sabine" (secondo l'Istituto di Meteorologia dell'Università di Berlino), violenta burrasca che dal Regno Unito alla Slovenia ha causato 8 vittime il 9-11 febbraio 2020.

Tra i due campi di pressione prevalenti si sono dunque incanalati da Ovest a Est continui flussi di aria oceanica mite che sono penetrati fin nel cuore del continente (a Mosca, nella serie dal 1821, si è registrato per la prima volta un inverno con temperatura media sopra zero, 0,2 °C), mentre nessuna rilevante irruzione fredda è riuscita a scendere a latitudini italiane.

Anomalie del geopotenziale alla superficie isobarica di 500 hPa
(circa 5500 m di quota) nel trimestre dicembre 2019 - febbraio 2020 in Europa.
Come evidenziato dai colori arancio-rosso, gli anticicloni (caldi) hanno insistito ben più del consueto, soprattutto tra la penisola iberica e l'Italia, in netto contrasto con la fascia compresa tra Islanda, Regno Unito e Scandinavia, soggetta a condizioni intensamente depressionarie. Una configurazione ricondubicile alla fase positiva dell'Oscillazione Nord Atlantica (NAO+) e a un vortice polare molto più vigoroso del solito intorno al Polo Nord (Fonte: ESRL-NOAA).


  

Una tale distribuzione delle anomalie di pressione in quota sull'Europa aveva caratterizzato anche altri inverni miti del passato, come il 1989-90 (a sinistra) e il 2006-07 (a destra), tuttavia con deviazioni dalla norma meno spiccate rispetto al 2019-20 (Fonte: ESRL-NOAA).


Ecco in tabella una sintesi delle anomalie di temperatura nel trimestre dicembre-gennaio e di precipitazioni nel bimestre gennaio-febbraio 2020 in alcuni osservatori del Nord Italia, i confronti con la norma e i precedenti record (cliccare sulla tabella per ingrandirla).

Per quanto riguarda le precipitazioni si è concentrata l'attenzione su gennaio-febbraio 2020 per mettere in evidenza la marcata siccità, che a livello trimestrale risulterebbe invece mascherata dal dicembre 2019, piuttosto piovoso.

(*) serie lacunosa, posizione in classifica indicativa
 

TEMPERATURE: CIRCA 3 °C SOPRA MEDIA AL NORD, BATTUTO QUASI OVUNQUE IL RECORD DELL'INVERNO 2006-07

Le temperature medie del trimestre dicembre-febbraio hanno superato i valori normali del periodo 1981-2010 piuttosto omogeneamente di 2,5-3,5 °C tra le Alpi e le pianure del Nord, e di circa 2 °C in Liguria e alta Toscana.

Il precedente record di inverno più tiepido, quasi ovunque stabilito nel 2006-07 tra le Alpi e la Valpadana, è stato superato in varie località, da Aosta, a Torino, a Capo Mele, a Modena... mentre è rimasto imbattuto, seppure di pochissimi decimi di grado °C, alla stazione d'alta quota di Plateau Rosa (3488 m), così come a Varese, Milano-Linate e Rovereto.
A Marina di Ravenna è stato eguagliato il precedente primato del 2013-14, caso che invece alla stazione di Treviso è rimasto in testa tra i più miti con un distacco di mezzo grado °C.

Ma la sostanza non cambia: come inequivocabile effetto del riscaldamento globale, gli inverni italiani, ma anche tutte le altre stagioni, stanno diventando sempre più tiepidi (+0,33 °C/decennio a livello nazionale in inverno, nel periodo 1980-2018, secondo il CNR-ISAC).

Ridicole le temperature minime assolute raggiunte durante l'inverno 2019-20 nelle pianure del Nord, a stento prossime a -5 °C nelle zone extraurbane più fredde. Nell'ampio (e solitamente freddo) parco del Collegio Alberoni, alla periferia di Piacenza, non si è scesi sotto i -3,6 °C del 13 gennaio 2020, mai accaduto dalla collocazione della capannina meteorologica su prato nel 1962.

All'eccezionalità dell'inverno 2019-20 ha contribuito la costanza delle temperature nettamente sopra media in tutti e tre i mesi, ma in particolare in febbraio, quando l'anomalia termica è stata ulteriormente accentuata - soprattutto al Nord-Ovest - da frequenti episodi di foehn caldissimo. Storico l'evento del 3 febbraio 2020 in Piemonte (27 °C nel Torinese!), ma punte di tepore esagerato si sono avute anche il 10-11 e 24 febbraio.

All'osservatorio di Moncalieri in febbraio l'anomalia è stata di +2,3 °C sulla media delle minime e di ben +5,9 °C sulla media delle massime, ed è risultato nel complesso il febbraio più caldo nella serie dal 1865 (Tmed 9,0 °C) superando il caso del 1990 (Tmed 8,5 °C).

I numerosi rinforzi di vento di caduta da Alpi e Appennini hanno accentuato l'effetto disseccante della carenza di precipitazioni (vedi paragrafo successivo), ma per lo meno hanno aiutato a rimescolare l'aria e a ridurre i livelli di polveri sottili e ossidi di azoto che a metà gennaio, sotto tenaci alte pressioni, avevano toccato il culmine.

Dettagli sulla situazione a Milano-centro (a cura della Fondazione Milano Duomo) e a Parma (Ass. MeteoParma).


Anomalie di temperatura in prossimità del suolo nel trimestre dicembre 2019 - febbraio 2020 in Europa, rispetto al trentennio 1981-2010. L'inverno è stato più tiepido del dovuto in tutto il continente, ma soprattutto tra Finlandia, Baltico e Russia nord-occidentale, con scarti stagionali dalla norma fin oltre +6 °C
(Fonte: ESRL-NOAA).
 

Serie delle temperature medie invernali a Moncalieri - Collegio Carlo Alberto:  inverno più mite dal 1865, con media di 6,3 °C, e scarto di +2,8 °C rispetto al trentennio 1981-2010. Evidente la tendenza al riscaldamento,
pari a +1,8 °C/secolo.

Nelle immediate vicinanze, Torino conferma il primato di caldo, con media stagionale di 7,2 °C che supera il precedente del 2006-07 (7,0 °C). La linea grigia rappresenta la media mobile calcolata su un periodo di 9 anni.
 

Elenco dei dieci inverni più miti agli osservatori di Moncalieri, Modena e Pontremoli: al di là del superamento o meno del record precedente, colpisce la concentrazione dopo la fine degli Anni Ottanta della quasi totalità degli inverni più miti
in un secolo o più.
 

Precoci fioriture di albicocchi, quasi un mese in anticipo, a La Morra, sulle Langhe (16 febbraio 2020, f. Daniele Marco) e sulle colline di Castellamonte, Alto Canavese (23 febbraio 2020, f. Marco Fornengo).


PRECIPITAZIONI: BIMESTRE GENNAIO-FEBBRAIO 2020,
TRA I PIU' SECCHI AL NORD-OVEST

Da Natale 2019 fino alla fine di febbraio 2020 alte pressioni ed episodi di foehn da Ovest o Nord-Ovest si sono spartiti il predominio sul Nord Italia, e l'assenza di rilevanti apporti d'aria umida al Sud delle Alpi ha determinato una prolungata carenza di precipitazioni.

Il deficit pluviometrico di inizio anno ha colpito in particolare il Piemonte, rimasto sempre sottovento (1,2 mm nel bimestre a Torino, valore prossimo ai minimi in gennaio-febbraio nella serie dal 1803 insieme al lontano caso del 1878, con 0,7 mm), un po' meno la Lombardia, l'Emilia-Romagna e il Nord-Est grazie alle fugaci piogge di alcune perturbazioni occidentali (17-18 e 28 gennaio, 4, 10 e 26 febbraio), ma con totali bimestrali comunque inferiori a 20-40 mm.

Questi stessi fronti atlantici invece hanno scaricato rovesci talora importanti tra il Levante ligure, la Lunigiana e le Alpi Apuane, zone soggette ai flussi umidi da Ponente e libeccio: ben 627 mm caduti in 21 giorni piovosi a Campagrina (Lucca).


VALPADANA: EFFIMERE NEVICATE SOLO IL 12-13 DICEMBRE 2019.
MA, A DIFFERENZA DEL 2006-07, MOLTA NEVE IN QUOTA SULLE ALPI

Temperature elevate e scarse precipitazioni hanno concorso a rendere marginale la nevosità della stagione a bassa quota al Nord Italia, dove le uniche apparizioni della neve in pianura sono avvenute il 12-13 dicembre 2019 (1-3 cm il giorno 12 dal Piacentino, al Bergamasco, al Delta del Po e ai litorali romagnoli; fugaci fioccate si sono ripetute il giorno seguente, anche in Piemonte, con 2 cm a Torino).

Unica differenza con il mitissimo e secco 2006-07, l'abbondante coltre nevosa rimasta in eredità sulle Alpi oltre i 1500 m da un tardo autunno di precipitazioni straordinarie, manto che ha resistito nonostante i tepori invernali e l'assenza di nuovi apporti rilevanti, mentre nel caso di tredici anni fa l'arco alpino era privo di neve in pieno inverno talora a 2000-2500 m.


Andamento dello spessore nevoso al suolo a Gressoney-D'Ejola (1850 m, Monte Rosa) nell'inverno 2019-20 e confronto con la media 1981-2010 e i massimi della serie dal 1939. Grazie alle copiose nevicate di novembre 2019, per gran parte della stagione l'altezza del manto nevoso è stata superiore alla norma (massimo di 112 cm il 21 dicembre 2019), nonostante le temperature miti e la scarsità di nuove precipitazioni. Tuttavia, con i regimi da Ovest/Nord-Ovest, alcune nevicate hanno imbiancato le zone di confine con Francia e Svizzera tra gennaio e febbraio 2020.
Fino al 5 marzo 2020 si sono totalizzati, nella stagione, 301 cm di neve fresca (normale a questa data: 272 cm, +11%).

Immagine della webcam di Gressoney-D'Ejola puntata verso l'asta nivometrica in teleosservazione, che indica - alle ore 14 del 29 gennaio 2020 - uno spessore nevoso totale di 107 cm (27 cm di neve fresca dal giorno precedente).
Una perturbazione accompagnata da forti venti da Ovest scarica copiose nevicate sulle Alpi occidentali di confine sopra i 1400 m, mentre a fondovalle e su parte della Pianura Padana soffia il foehn e prosegue il tempo ostinatamente asciutto.


IN ITALIA: SECONDO INVERNO PIU' CALDO E OTTAVO PIU' SECCO
DAL 1800

Riportiamo parte del comunicato stampa emesso dal CNR-ISAC di Bologna:

"L’inverno meteorologico (che per convenzione si fa coincidere con il trimestre gennaio-dicembre-febbraio) ha fatto registrare per l’Italia un’anomalia di +2,03 °C rispetto alla media del trentennio di riferimento 1981-2010, secondo solo all’inverno 2006-07 (anomalia di +2,13°C).
Nello specifico il mese di dicembre ha fatto registrare un’anomalia di +1,91 °C, il secondo più caldo dal 1800 ad oggi, e febbraio è risultato il più caldo da quando abbiamo a disposizione misure di temperatura, con un’anomalia di +2,76 °C. Gennaio, invece, chiude “solamente” al nono posto con un’anomalia di 1.42°C.

Accanto alle temperature insolitamente alte, l’inverno 2019-20 è stato caratterizzato da precipitazioni pesantemente sotto media: infatti, dopo un mese di dicembre nella media, le precipitazioni di gennaio e febbraio sono state piuttosto scarse (-68% a gennaio e -80% a febbraio) tanto che la cumulata sul trimestre invernale è risultata di poco al di sopra della metà di quello che piove di solito, facendo segnare un deficit del 43% rispetto alla precipitazione invernale media del trentennio di riferimento 1981-2010, chiudendo come l’ottavo inverno più secco dal 1800 ad oggi. Il deficit risulta più contenuto al nord (-25%) grazie alle precipitazioni delle prime decadi di dicembre, mentre sale a -55% al sud dove l’inverno appena concluso risulta il più secco da quando abbiamo a disposizione le misure."


L'INVERNO PIU' MITE NELL'INSIEME D'EUROPA

Secondo il servizio europeo di monitoraggio satellitare Copernicus l'inverno 2019-20 è stato il più mite nell'insieme del continente: scarto +3,4 °C rispetto al 1981-2010, ben oltre i +2,0 °C del precedente record dell'inverno 2015-16. Anomalie termiche sbalorditive, 5-6 °C sopra media, soprattutto nel settore Nord-Est, tra Scandinavia e Russia. Report completo qui.

Inoltre, inverno più mite nelle serie nazionali di Francia, Svizzera, Svezia, al secondo posto in Austria e Germania.

Frequenti, profonde e intense burrasche atlantiche hanno determinato piogge alluvionali in Inghilterra nord-occidentale e Galles, e nell'insieme del Regno Unito febbraio 2020 è stato il più piovoso in oltre un secolo secondo il Met Office.
 

RINGRAZIAMENTI
Grazie a Giulio Contri (Centro Funzionale Regione Autonoma Valle d'Aosta), Paolo Valisa (Centro Geofisico Prealpino, Varese), Paolo Fantini (Osservatorio Università di Parma), Luca Lombroso (Osservatorio Università di Modena e Reggio Emilia), Alessio Bozzo e Filippo Orlando (Osservatorio Museo Civico di Rovereto), Luciano Grinza (SMI, Torino), Roberto Pedemonte (SMI, Genova) e Maurizio Ratti (SMI, Osservatorio di Pontremoli), Piero Paolucci (Osservatorio Serpieri - Università di Urbino) per la condivisione di dati. Inoltre, Gennaro di Napoli (SMI) per i contributi statistici; il CNR-ISAC, il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare, ARPA Piemonte, l'Osservatorio del Santuario di Oropa.

 


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