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L’ALLUVIONE DEL 6-13 AGOSTO IN GERMANIA, AUSTRIA, UNGHERIA E REPUBBLICA CECA - prima parte
Stefano Nava - SMI Redazione NimbusWeb - 3.10.2002
Tutte le informazioni e i dati se non specificato diversamente provengono dai rispettivi servizi meteorologici nazionali.
Siti consultati: www.wetteronline.de; www.chmi.cz

L’evento alluvionale che ha colpito l’agosto scorso gran parte dell’Europa centrale rimarrà nelle cronache meteorologiche come uno degli avvenimenti più disastrosi sia per estensione areale (coinvolti almeno 5 nazioni Svizzera, Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca ed anche se in misura minore Slovenia ed Italia) che per l’intensità delle precipitazioni. Si partirà da una breve analisi della situazione meteorologica dei due principali episodi perturbati (quello del 6-7 agosto e poi quello del 10-13 agosto) per poi passare all’analisi pluviometrica degli stessi.

La prima fase: 6-7 agosto 2002
6 agosto 2002
Una saccatura in quota con minimo chiuso ed inferiore a 5640 metri di geopotenziale è responsabile della prima marcata fase di maltempo che causerà le disastrose inondazioni che hanno interessato numerosi paesi dell’Europa centrale. Essa è in rapido spostamento verso SE.
Al suolo la pressione è in rapido calo e attorno ai 1013 hPa. Al suo interno questo minimo racchiude una goccia fredda (temperatura a 500 hPa di –20°C) responsabile delle precipitazioni a prevalente carattere di temporale o rovescio. Anche alla quota di 850 hPa la temperatura è inferiore ai valori della stagione (intorno a 4°C).

7 agosto 2002
Il giorno seguente il minimo chiuso si trova tra Svizzera, Austria, Germania e NE italiano dove apporta persistenti e intense precipitazioni, ma il minimo è in via di colmamento e la temperatura al suo interno risale a tutte le quote. La pressione al suolo si aggira intorno ai 1010 hPa, ma dietro al fronte freddo la pressione è in rapido aumento.

Seconda fase: 11-13 agosto 2002
11 agosto 2002
Alle ore 00 GMT dell’11 agosto un minimo di pressione è collocato sul Golfo di Genova, un secondo sul Golfo di Trieste. I fronti a essi collegati si addossano su entrambi i versanti delle Alpi, creando un effetto di sbarramento (o stau). Al livello isobarico di 500 hPa si osserva una saccatura con minimo sull’alto Tirreno inferiore a 5520 metri di geopotenziale. Il minimo al suolo (inferiore a 1000 hPa) è quasi allineato al minimo in quota, comportando un tempo fortemente perturbato e con pause tra un temporale e l’altro di solo poche ore. Il minimo in quota inoltre racchiude una goccia fredda (temperatura a 500 hPa di –20°C) responsabile dei violenti fenomeni temporaleschi anche in Italia e delle abbondanti precipitazioni.
A 850 hPa si ritrova lo stesso minimo che appare così ben strutturato a tutte le quote con una temperatura intorno ai 2°C (molto al di sotto del valore atteso per la stagione).


Analisi al suolo e a 500 hPa (in alto a sinistra) del giorno 11-08-2002 alle 00 GMT (fonte:DWD)

12 agosto 2002
Il minimo in quota il giorno seguente dalla Francia meridionale si muove in direzione est verso la Croazia ma non si colma contrariamente a quanto succede invece al suolo dove la pressione è in graduale aumento (intorno a 1010 hPa). A 850 hPa la temperatura si aggira intorno ai 12°C e la depressione va perdendo forza.

13 agosto 2002
Il minimo in quota va colmandosi e si porta su valori intorno a 5620 metri di geopotenziale. Al suolo la pressione invece aumenta rapidamente portandosi su valori alti. Rimane ancora su valori bassi sull’Europa orientale (intorno a 1005 hPa).

Continua: 

Analisi pluviometrica dell’evento in Germania e Austria
Analisi pluviometrica dell’evento nella repubblica Ceca



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