Una storica ondata di calore sta
interessando l'Europa centro-occidentale per effetto di un potente
promontorio dell'anticiclone nord-africano, disteso dall'Algeria, alla
Francia, al Mare del Nord con al suo interno una massa d'aria dalle
temperature eccezionalmente elevate (al livello isobarico di 850
hPa, ovvero circa 1600 m di quota, +28
°C sulle Alpi occidentali e fino a +30
°C nel Midi francese nella giornata di giovedì 27 giugno 2019).

Carta della pressione
al suolo (linee isobare in bianco) e del geopotenziale al livello
isobarico di 500 hPa (scala di colore), previsione per le h 15 UTC di
giovedì 27 giugno 2019 (emessa alle h 06, dunque con scadenza +9 ore).
In rosso si nota il vasto e vigoroso promontorio subtropicale in
quota (a poco meno di 6000 m), disteso con asse da S-SW a N-NE fino alle isole britanniche.
A
livello del suolo, la posizione del centro di alta pressione sulla
Scozia determina un lieve flusso settentrionale sulle Alpi, con
tendenza a condizioni favoniche sulle alte valli e ulteriore
surriscaldamento dell'aria.
Più al margine il Sud Italia, entro una lieve ansa depressionaria in
quota
protesa dall'Egeo (fonte: GFS, da
Wetterzentrale).

Carta delle
temperature (scala di colore) e del geopotenziale al livello isobarico
di 850 hPa, a circa 1600 m (linee bianche), riferita sempre alle h 15 del 27 giugno
2019.
L'isoterma +25 °C si spinge fino al Nord della Francia e alla Svizzera,
coinvolgendo in pieno anche gran parte dell'Italia settentrionale
(fonte: GFS, da
Wetterzentrale).

Dettaglio del campo
di temperatura prevista sull'Italia a 850 hPa (modello UKMO, via
3bmeteo) per le
h 12 UTC di giovedì 27 giugno 2019, al culmine dell'onda di calore.
Sul Nord-Ovest italiano si vedono delle punte di +28 °C, assolutamente
eccezionali a quote di 1600 m in libera atmosfera.
Nel corso di questa settimana le
temperature sono via via aumentate fino a superare numerosi record
storici, sia per il mese di giugno, sia assoluti (ovvero per
qualunque mese dell'anno),
già mercoledì 26 giugno in Francia (40,9 °C a
Clermont-Ferrand) e in
Austria (37,5 °C a Imst, 773 m, Tirolo), e poi nel tardo
pomeriggio di giovedì 27 anche sulle Alpi
italiane, soprattutto le occidentali.
In particolare, incredibili valori di
40 °C e oltre sono stati misurati fino a quote di 700-800 m in alta Val
d'Aosta all'arrivo del foehn (40,6 °C ad Arvier-Enfer, 738 m; 40,5
°C a Villeneuve-Saint Nicolas, 839 m, rete
Centro
Funzionale Regione Autonoma Valle d'Aosta).
A Bardonecchia (1353 m, alta Val
Susa,
rete ARPA Piemonte), con 34,2 °C è stato oltrepassato di quasi
3 °C il primato assoluto del 13 agosto 2003!
Estremi di 40 °C si sono rilevati
anche in pianura nell'Alessandrino e localmente nei fondovalle
dell'Appennino piacentino (come ai 270 m di Bobbio,
rete ARPA Emilia Romagna), ma in generale su gran parte del Nord
Italia - inclusi molti fondovalle alpini orientali - nonché in
Toscana, Umbria e Lazio, si sono toccati almeno 36-39 °C.
A Torino-centro (via della
Consolata,
rete ARPA Piemonte) la temperatura massima (39,4 °C) è rimasta
appena sotto il primato assoluto dell'11 agosto 2003 (39,7 °C),
all'epoca registrato presso l'ex-Ufficio Idrografico di C.so Bolzano
in condizioni confrontabili con quelle odierne, nonché con quelle
degli altri siti di misura storici susseguitisi in città (sopra il
livello medio dei tetti).
Record assoluto superato invece a
Moncalieri - Collegio Carlo Alberto, con 41,3 °C al
sito
storico di misura in capannina giovedì 27 (valore corretto in base alla curva di
taratura INRIM,
rispetto al dato grezzo di 41,5 °C), superiore ai 41,0 °C dell'11
agosto 2003, ulteriormente "ritoccato" a 42,3 °C nel pomeriggio di
venerdì 28 giugno.
Sempre nel pomeriggio del 28 giugno,
nelle vicinanze di Moncalieri si segnalano i 40,4 °C del Parco
delle Vallere (ARPA
Piemonte) e i 40,9 °C di Torino-Mirafiori Sud (INRIM),
valori inferiori rispetto al Collegio Carlo Alberto poiché misurati a
1,5 m su prato, anziché in capannina sulla facciata Nord di un
edificio.
Ecco in tabella alcune
temperature massime raggiunte (aggiornamento alle h 19 del 28 giugno), confrontate con i
precedenti primati di giugno e assoluti
(clicca
sulla tabella per ingrandire).

Legenda colori
Rosso: superato il record assoluto
Arancio: eguagliato il record assoluto
Giallo: superato "solo" il record di giugno
I radiosondaggi eseguiti alle h 12 UTC
del 27 giugno indicavano temperature, a 850 hPa (circa 1600 m), di
25,8 °C sopra l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi e ben 27,4 °C
al di sopra di Milano-Linate, valori probabilmente mai registrati in
precedenza.
Alle quote più elevate, già nella
giornata del 26 giugno 2019 sempre i radiosondaggi segnalavano in
libera atmosfera l'isoterma 0 °C a circa 4650 m, e le stazioni
in superficie presso le vette del
Monte Bianco e del Monte Rosa (Capanna
Margherita) hanno rilevato temperature massime rispettivamente di
ben 6,8 °C e 8,2 °C, a 4750 m e 4560 m.
A stabilire più diffusamente nuovi primati di temperatura
massima dunque sono state soprattutto località di montagna sopra i
500-1000 m di quota, dove si è maggiormente
avvertito il surriscaldamento per la subsidenza anticiclonica
(lenti moti dell'aria dall'alto verso il basso) unita a un
effetto-foehn, situazione testimoniata - specie nella giornata di
giovedì 27 - dalle basse umidità relative dell'aria nelle stazioni
alpine (spesso inferiori al 20-30%).
In pianura e su alcune zone zone
prealpine -
probabilmente anche con il concorso della massiccia evapo-traspirazione
(rinfrescante) da boschi e suoli ancora umidi dopo le piogge
di fine primavera, e senza l'aiuto del foehn - le temperature massime hanno fatto
un po' più
fatica a raggiungere nuovi estremi assoluti, stabiliti più localmente, ma
il caldo è stato decisamente
più umido, dunque afoso e insopportabile.
Segnaliamo a titolo di esempio un
punto di rugiada (dew point) di ben 28,7 °C alle h 20,10
locali del 27 giugno alla stazione SMI di Oglianico (270 m, Torino),
frutto di una temperatura di 35,8 °C e di un'umidità relativa del 67%.
Nella già soffocante ondata di caldo umido di inizio luglio 2015 in
questa stazione il punto di rugiada era arrivato a un massimo di 26,7
°C... Nello
stesso episodio, un punto di rugiada di 29 °C era stato toccato
sulla costa romagnola. Si tratta di valori comuni nelle regioni a
clima tropicale-umido, ma (almeno per ora) molto rari da registrare
sulle pianure del Nord Italia.

Riproponiamo (in alto
a sinistra), la carta delle isoterme a 850 hPa del 27 giugno 2019,
confrontata con quelle degli episodi di canicola dell'11 agosto 2003
(in alto a destra), 7 luglio 2015 (qui sopra a sinistra) e 5 agosto
2017 (qui sopra a destra), tra i più intensi che abbiano mai
interessato il Nord Italia. Si nota come la linea dei +26 °C (colore
viola) non si era mai spinta a latitudini così settentrionali
coinvolgendo estesamente la regione alpina.
MOLTO CALDO ANCHE DI
NOTTE
Nella notte tra il 27 e il 28 giugno
2019, soprattutto su zone media montagna, di fondovalle e pedemontane
in cui si è propagato il foehn, si sono rilevate temperature minime
assolutamente inedite, tra cui 22,7 °C al Santuario di Oropa (1181 m),
27,1 °C a Biella, 28,0 °C a Susa...
A Chiaverano (387 m, presso Ivrea), l'arrivo di un moderato
vento di caduta dalla Val d'Aosta ha fatto salire la temperatura a ben
31,9 °C alle h 03!
In bassa Valpadana segnaliamo il nuovo
record assoluto di temperatura minima a
Modena-Osservatorio Geofisico, 29,4 °C, che supera il
precedente primato di 28,8 °C del 22 luglio 2015.
A Colle d’Oggia (1163 m, entroterra
imperiese), la temperatura ha oscillato nella notte tra 29,9 e 30,9 °C
(fonte: ARPA
Liguria).
Inoltre, a Locarno Monti (Canton
Ticino), temperatura minima di 24,3 °C, superando di 0.1 °C il record
precedente dell'11 agosto 2003 (fonte:
MeteoSvizzera).
28 GIUGNO: NUOVO RECORD
NAZIONALE
DI CALDO IN FRANCIA
La calura ha toccato livelli ancora più
estremi negli entroterra del Sud della Francia, e in particolare nella
zona tra Montpellier, Nîmes e Avignone,
dove venerdì 28 giugno si sono superati diffusamente i 43-44 °C e il
precedente record nazionale di temperatura massima (44,1 °C il
13 agosto 2003 a Conqueyrac) è stato battuto in ben 5 stazioni:
45,9 °C a Gallargues-le-Montueux
45,1 °C a Villevieille
44,3 °C a Carpentras
44,4 °C a Nîmes-Courbessac
44,3 °C a Moules-et-Baucels
Report completo di Météo-France.
GIUGNO PIU' CALDO NELLE
SERIE STORICHE
IN EUROPA CENTRO-ORIENTALE
Sull'Europa occidentale e al Nord Italia
l'ondata di calore è giunta dopo una prima metà di giugno già calda ma
senza eccessi, tanto che la temperatura media del mese nel suo insieme
non raggiungerà i livelli da primato del 2003 (piazzandosi comunque
nelle prime posizioni in oltre un secolo, probabilmente al secondo o
terzo posto dal 1753 a Torino-centro).
Invece fin da ora giugno 2019 risulta il più caldo nelle lunghe
serie storiche dell'Europa centro-orientale, ad esempio in
Austria e nell'area di Berlino, con anomalie termiche mensili
talora superiori a +5 °C.

Anomalie termiche del
periodo 1-27 giugno 2019 in Europa: ovunque il mese è stato più caldo
del normale, salvo sull'estremo Ovest del continente.
In rosso, le punte di oltre +5 °C di anomalia dal versante nordalpino
alla Polonia (fonte:
Weatherbell).
EPISODI DI CALDO ESTREMO
E RELAZIONI CON IL RISCALDAMENTO GLOBALE
Nonostante da singoli episodi
meteorologici non si possano trarre conclusioni sui cambiamenti
climatici di lungo periodo, eventi canicolari di questa portata
secondo i climatologi sono ormai chiaramente correlati al
riscaldamento globale antropogenico.
La probabilità di osservare ondate di calore così intense sta
infatti aumentando rapidamente: Nikolaos Christidis e colleghi del
MetOffice britannico hanno calcolato, in un articolo pubblicato già
nel 2015 su «Nature Climate Change» («Dramatically
increasing chance of extremely hot summers since the 2003 European
heatwave»),
che il tempo di ritorno medio di episodi di canicola come quello del
2003 in Europa si è ridotto da svariate migliaia di anni a fine
Novecento, agli attuali cent'anni circa, e nella seconda metà del XXI
secolo tali eventi potrebbero diventare normali.
Nell'estate boreale del 2018
si sono verificate
grandi ondate di caldo simultaneamente in oltre un quinto delle terre
coltivate e abitate, situazione riscontrata su così vasta scala anche
nel 2012, nel 2010, ma sconosciuta in precedenza, e che non si
sarebbe avuta con tale estensione in assenza del riscaldamento globale
di origine umana. Lo ha sottolineato Martha Vogel del Politecnico
di Zurigo in uno studio sulla rivista «Earth's Future» («Concurrent
2018 hot extremes across Northern Hemisphere due to human-induced
climate change»).
RINGRAZIAMENTI
Un grazie a chi ha trasmesso informazioni e dati alla redazione di
Nimbus,
in particolare:
Andrea Merlone -
Istituto Nazionale di
Ricerca Metrologica (INRIM, Torino)
e progetto
MeteoMet
Igor Torlai -
Centro
Funzionale Regione Autonoma Valle d'Aosta
Maurizio Ratti -
Osservatorio di Pontremoli
Roberto R. Colucci -
CNR ISMAR Trieste
e UMFVG
Luca Lombroso -
Osservatorio di
Modena, Univ. di Modena e Reggio Emilia
Paolo Fantini - Osservatorio Università di Parma
Inoltre molti dei dati analizzati in questo report preliminare sono
tratti dalla
rete meteorologica di ARPA Piemonte.
Devolvi il 5 per mille alla SMI!
Sosterrai
le ricerche su scienze dell'atmosfera, clima e ghiacciai,
e la salvaguardia degli osservatori meteorologici storici

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