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27-28 GIUGNO 2019:
CALDO ESTREMO AL NORD ITALIA

Daniele Cat Berro e Valentina Acordon / Redazione Nimbus, 27 giugno 2019

(con aggiornamenti del 28 giugno 2019, ore 19)

 

Una storica ondata di calore sta interessando l'Europa centro-occidentale per effetto di un potente promontorio dell'anticiclone nord-africano, disteso dall'Algeria, alla Francia, al Mare del Nord con al suo interno una massa d'aria dalle temperature eccezionalmente elevate (al livello isobarico di 850 hPa, ovvero circa 1600 m di quota, +28 °C sulle Alpi occidentali e fino a +30 °C nel Midi francese nella giornata di giovedì 27 giugno 2019).

Carta della pressione al suolo (linee isobare in bianco) e del geopotenziale al livello isobarico di 500 hPa (scala di colore), previsione per le h 15 UTC di giovedì 27 giugno 2019 (emessa alle h 06, dunque con scadenza +9 ore).
In rosso si nota il vasto e vigoroso promontorio subtropicale in quota (a poco meno di 6000 m), disteso con asse da S-SW a N-NE fino alle isole britanniche.
A livello del suolo, la posizione del centro di alta pressione sulla Scozia determina un lieve flusso settentrionale sulle Alpi, con tendenza a condizioni favoniche sulle alte valli e ulteriore surriscaldamento dell'aria.
Più al margine il Sud Italia, entro una lieve ansa depressionaria in quota
protesa dall'Egeo (fonte: GFS, da Wetterzentrale).
 

Carta delle temperature (scala di colore) e del geopotenziale al livello isobarico di 850 hPa, a circa 1600 m (linee bianche), riferita sempre alle h 15 del 27 giugno 2019.
L'isoterma +25 °C si spinge fino al Nord della Francia e alla Svizzera, coinvolgendo in pieno anche gran parte dell'Italia settentrionale
(fonte: GFS, da Wetterzentrale). 


Dettaglio del campo di temperatura prevista sull'Italia a 850 hPa (modello UKMO, via 3bmeteo) per le h 12 UTC di giovedì 27 giugno 2019, al culmine dell'onda di calore. Sul Nord-Ovest italiano si vedono delle punte di +28 °C, assolutamente eccezionali a quote di 1600 m in libera atmosfera.

Nel corso di questa settimana le temperature sono via via aumentate fino a superare numerosi record storici, sia per il mese di giugno, sia assoluti (ovvero per qualunque mese dell'anno), già mercoledì 26 giugno in Francia (40,9 °C a Clermont-Ferrand) e in Austria (37,5 °C a Imst, 773 m, Tirolo), e poi nel tardo pomeriggio di giovedì 27 anche sulle Alpi italiane, soprattutto le occidentali.

In particolare, incredibili valori di 40 °C e oltre sono stati misurati fino a quote di 700-800 m in alta Val d'Aosta all'arrivo del foehn (40,6 °C ad Arvier-Enfer, 738 m; 40,5 °C a Villeneuve-Saint Nicolas, 839 m, rete Centro Funzionale Regione Autonoma Valle d'Aosta).

A Bardonecchia (1353 m, alta Val Susa, rete ARPA Piemonte), con 34,2 °C è stato oltrepassato di quasi 3 °C il primato assoluto del 13 agosto 2003!

Estremi di 40 °C si sono rilevati anche in pianura nell'Alessandrino e localmente nei fondovalle dell'Appennino piacentino (come ai 270 m di Bobbio, rete ARPA Emilia Romagna), ma in generale su gran parte del Nord Italia - inclusi molti fondovalle alpini orientali - nonché in Toscana, Umbria e Lazio, si sono toccati almeno 36-39 °C.

A Torino-centro (via della Consolata, rete ARPA Piemonte) la temperatura massima (39,4 °C) è rimasta appena sotto il primato assoluto dell'11 agosto 2003 (39,7 °C), all'epoca registrato presso l'ex-Ufficio Idrografico di C.so Bolzano in condizioni confrontabili con quelle odierne, nonché con quelle degli altri siti di misura storici susseguitisi in città (sopra il livello medio dei tetti).

Record assoluto superato invece a Moncalieri - Collegio Carlo Alberto, con 41,3 °C al sito storico di misura in capannina giovedì 27 (valore corretto in base alla curva di taratura INRIM, rispetto al dato grezzo di 41,5 °C), superiore ai 41,0 °C dell'11 agosto 2003, ulteriormente "ritoccato" a 42,3 °C nel pomeriggio di venerdì 28 giugno.

Sempre nel pomeriggio del 28 giugno, nelle vicinanze di Moncalieri si segnalano i 40,4 °C del Parco delle Vallere (ARPA Piemonte) e i 40,9 °C di Torino-Mirafiori Sud (INRIM), valori inferiori rispetto al Collegio Carlo Alberto poiché misurati a 1,5 m su prato, anziché in capannina sulla facciata Nord di un edificio.

Ecco in tabella alcune temperature massime raggiunte (aggiornamento alle h 19 del 28 giugno), confrontate con i precedenti primati di giugno e assoluti
(clicca sulla tabella per ingrandire)
.



Legenda colori
Rosso: superato il record assoluto
Arancio: eguagliato il record assoluto
Giallo: superato "solo" il record di giugno

 

I radiosondaggi eseguiti alle h 12 UTC del 27 giugno indicavano temperature, a 850 hPa (circa 1600 m), di 25,8 °C sopra l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi e ben 27,4 °C al di sopra di Milano-Linate, valori probabilmente mai registrati in precedenza.

Alle quote più elevate, già nella giornata del 26 giugno 2019 sempre i radiosondaggi segnalavano in libera atmosfera l'isoterma 0 °C a circa 4650 m, e le stazioni in superficie presso le vette del Monte Bianco e del Monte Rosa (Capanna Margherita) hanno rilevato temperature massime rispettivamente di ben 6,8 °C e 8,2 °C, a 4750 m e 4560 m.

A stabilire più diffusamente nuovi primati di temperatura massima dunque sono state soprattutto località di montagna sopra i 500-1000 m di quota, dove si è maggiormente avvertito il surriscaldamento per la subsidenza anticiclonica (lenti moti dell'aria dall'alto verso il basso) unita a un effetto-foehn, situazione testimoniata - specie nella giornata di giovedì 27 - dalle basse umidità relative dell'aria nelle stazioni alpine (spesso inferiori al 20-30%).

In pianura e su alcune zone zone prealpine - probabilmente anche con il concorso della massiccia evapo-traspirazione (rinfrescante) da boschi e suoli ancora umidi dopo le piogge di fine primavera, e senza l'aiuto del foehn - le temperature massime hanno fatto un po' più fatica a raggiungere nuovi estremi assoluti, stabiliti più localmente, ma il caldo è stato decisamente più umido, dunque afoso e insopportabile.  

Segnaliamo a titolo di esempio un punto di rugiada (dew point) di ben 28,7 °C alle h 20,10 locali del 27 giugno alla stazione SMI di Oglianico (270 m, Torino), frutto di una temperatura di 35,8 °C e di un'umidità relativa del 67%.
Nella già soffocante ondata di caldo umido di inizio luglio 2015 in questa stazione il punto di rugiada era arrivato a un massimo di 26,7 °C... Nello stesso episodio, un punto di rugiada di 29 °C era stato toccato sulla costa romagnola. Si tratta di valori comuni nelle regioni a clima tropicale-umido, ma (almeno per ora) molto rari da registrare sulle pianure del Nord Italia.


 

 

Riproponiamo (in alto a sinistra), la carta delle isoterme a 850 hPa del 27 giugno 2019, confrontata con quelle degli episodi di canicola dell'11 agosto 2003 (in alto a destra), 7 luglio 2015 (qui sopra a sinistra) e 5 agosto 2017 (qui sopra a destra), tra i più intensi che abbiano mai interessato il Nord Italia. Si nota come la linea dei +26 °C (colore viola) non si era mai spinta a latitudini così settentrionali coinvolgendo estesamente la regione alpina.
 

MOLTO CALDO ANCHE DI NOTTE

Nella notte tra il 27 e il 28 giugno 2019, soprattutto su zone media montagna, di fondovalle e pedemontane in cui si è propagato il foehn, si sono rilevate temperature minime assolutamente inedite, tra cui 22,7 °C al Santuario di Oropa (1181 m), 27,1 °C a Biella, 28,0 °C a Susa...

A Chiaverano (387 m, presso Ivrea), l'arrivo di un moderato vento di caduta dalla Val d'Aosta ha fatto salire la temperatura a ben 31,9 °C alle h 03!

In bassa Valpadana segnaliamo il nuovo record assoluto di temperatura minima a Modena-Osservatorio Geofisico, 29,4 °C, che supera il precedente primato di 28,8 °C del 22 luglio 2015.

A Colle d’Oggia (1163 m, entroterra imperiese), la temperatura ha oscillato nella notte tra 29,9 e 30,9 °C (fonte: ARPA Liguria).

Inoltre, a Locarno Monti (Canton Ticino), temperatura minima di 24,3 °C, superando di 0.1 °C il record precedente dell'11 agosto 2003 (fonte: MeteoSvizzera).
 

28 GIUGNO: NUOVO RECORD NAZIONALE
DI CALDO IN FRANCIA

La calura ha toccato livelli ancora più estremi negli entroterra del Sud della Francia, e in particolare nella zona tra Montpellier, Nîmes e Avignone, dove venerdì 28 giugno si sono superati diffusamente i 43-44 °C e il precedente record nazionale di temperatura massima (44,1 °C il 13 agosto 2003 a Conqueyrac) è stato battuto in ben 5 stazioni:

45,9 °C a Gallargues-le-Montueux
45,1 °C a Villevieille
44,3 °C a Carpentras
44,4 °C a Nîmes-Courbessac
44,3 °C a Moules-et-Baucels

Report completo di Météo-France.
 

GIUGNO PIU' CALDO NELLE SERIE STORICHE
IN EUROPA CENTRO-ORIENTALE

Sull'Europa occidentale e al Nord Italia l'ondata di calore è giunta dopo una prima metà di giugno già calda ma senza eccessi, tanto che la temperatura media del mese nel suo insieme non raggiungerà i livelli da primato del 2003 (piazzandosi comunque nelle prime posizioni in oltre un secolo, probabilmente al secondo o terzo posto dal 1753 a Torino-centro).

Invece fin da ora giugno 2019 risulta il più caldo nelle lunghe serie storiche dell'Europa centro-orientale, ad esempio in Austria e nell'area di Berlino, con anomalie termiche mensili talora superiori a +5 °C.

Anomalie termiche del periodo 1-27 giugno 2019 in Europa: ovunque il mese è stato più caldo del normale, salvo sull'estremo Ovest del continente.
In rosso, le punte di oltre +5 °C di anomalia dal versante nordalpino alla Polonia (fonte: Weatherbell).


EPISODI DI CALDO ESTREMO
E RELAZIONI CON IL RISCALDAMENTO GLOBALE

Nonostante da singoli episodi meteorologici non si possano trarre conclusioni sui cambiamenti climatici di lungo periodo, eventi canicolari di questa portata secondo i climatologi sono ormai chiaramente correlati al riscaldamento globale antropogenico.

La probabilità di osservare ondate di calore così intense sta infatti aumentando rapidamente: Nikolaos Christidis e colleghi del MetOffice britannico hanno calcolato, in un articolo pubblicato già nel 2015 su «Nature Climate Change» («Dramatically increasing chance of extremely hot summers since the 2003 European heatwave»), che il tempo di ritorno medio di episodi di canicola come quello del 2003 in Europa si è ridotto da svariate migliaia di anni a fine Novecento, agli attuali cent'anni circa, e nella seconda metà del XXI secolo tali eventi potrebbero diventare normali.

Nell'estate boreale del 2018 si sono verificate grandi ondate di caldo simultaneamente in oltre un quinto delle terre coltivate e abitate, situazione riscontrata su così vasta scala anche nel 2012, nel 2010, ma sconosciuta in precedenza, e che non si sarebbe avuta con tale estensione in assenza del riscaldamento globale di origine umana. Lo ha sottolineato Martha Vogel del Politecnico di Zurigo in uno studio sulla rivista «Earth's Future» («Concurrent 2018 hot extremes across Northern Hemisphere due to human-induced climate change»).


RINGRAZIAMENTI

Un grazie a chi ha trasmesso informazioni e dati alla redazione di Nimbus,
in particolare:

Andrea Merlone - Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM, Torino)
e progetto MeteoMet
Igor Torlai  - Centro Funzionale Regione Autonoma Valle d'Aosta
Maurizio Ratti - Osservatorio di Pontremoli
Roberto R. Colucci - CNR ISMAR Trieste e UMFVG
Luca Lombroso - Osservatorio di Modena, Univ. di Modena e Reggio Emilia
Paolo Fantini - Osservatorio Università di Parma

Inoltre molti dei dati analizzati in questo report preliminare sono tratti dalla
rete meteorologica di ARPA Piemonte.
 


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