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META' FEBBRAIO 2021:
EPISODIO INVERNALE BREVE
E NEL COMPLESSO NON STRAORDINARIO IN ITALIA

Daniele Cat Berro, SMI / Redazione Nimbus
17 febbraio 2021



I giorni di metà febbraio 2021 in Italia hanno sperimentato un'importante irruzione di aria fredda da Est-NordEst, giunta sotto forma di forti venti di bora incanalati tra il potente anticiclone "Helida" sull'Europa centrale e la depressione "Wolfram" diretta dall'Atlantico, al basso Tirreno, all'Egeo (nomenclatura dei campi di pressione: Istituto di Meteorologia della Libera Università di Berlino).

Torre Lapillo (LE), la costa ionica imbiancata di neve domenica 14 febbraio 2021: un evento inconsueto ma non eccezionale
(autore sconosciuto, da pagina fb Meteonetwork Puglia).


La massa d'aria di origine polare continentale ha fatto ingresso dal Carso, unita ai primi rovesci di neve, già nel pomeriggio di giovedì 11 febbraio, propagandosi poi a tutto il Nord e all'alto Adriatico venerdì 12 (in serata sottili imbiancate di neve fino in pianura e fondovalle, come a Bologna, Piacenza, Milano, Aosta, Torino, Cuneo... ma anche a Perugia e Arezzo nella notte seguente), fino a coinvolgere anche il resto del Paese tra sabato 13 e domenica 14 con isoterme al livello di 850 hPa (circa 1500 m) di -10 °C anche al Sud (es. radiosondaggio di Brindisi).
 

Neve sulle spiagge ioniche, ma non come nel 2017

In concomitanza di un flusso umido da Ponente, tra sabato e domenica abbondanti nevicate hanno coperto i rilievi campani (in Irpinia anche 30 cm a quote di 600 m e 60-70 cm a 1500 m sul Monte Partenio, presso l'osservatorio di Montevergine), depositandosi al suolo anche a Benevento e Avellino.

Fatto più inconsueto, tra domenica e lunedì sotto i rovesci innescati dall'Adriatic Sea Effect (scorrimento dell'aria fredda da NE sopra al mare relativamente più caldo) si sono imbiancati anche alcuni tratti delle coste ioniche della Puglia (< 5 cm a Porto Cesareo, Torre Lapillo... fiocchi a Taranto) e della Calabria (intorno a Crotone), mentre su tutto il Nord e il versante tirrenico tornava sereno. Tuttavia non si è raggiunta la situazione eccezionale del gennaio 2017, quando sulle coste salentine si depositarono fino a 20 cm di neve.

Inoltre la neve ha lambito pure la conca di Palermo, pur senza scendere fin sul centro-città dove la temperatura minima non è mai scesa sotto i 4,5 °C all'osservatorio "Vaiana" (le nevicate su colline e montagne della Sicilia settentrionale sono state causate dal Thyrrenian Sea Effect, analogo al corrispettivo adriatico).


Subito tepori al Nord-Ovest

Lunedì 15, mentre la fase fredda culminava all'estremo Sud, già si avvertiva un marcato addolcimento atmosferico in quota sulle Alpi occidentali, all'avvicinarsi da SW di un promontorio nord-africano tiepido (il radiosondaggio di Cuneo-Levaldigi a 850 hPa ha rilevato temperature crescenti da -8,7 °C alle h 12 UTC del 14, a ben 10,8 °C alle h 12 di martedì 16, un balzo prossimo a 20 °C in 48 ore!).


Evento invernale ordinario,
salvo alcune eccezionalità locali

L'episodio freddo è stato dunque breve e non straordinario nel suo insieme, decisamente inferiore per durata e intensità a quelli recenti del febbraio 2012, gennaio 2017 e fine febbraio-inizio marzo 2018, per citare solo i più recenti.
Nei suoi quattro giorni di durata (12-15 febbraio al Nord, 14-17 al Sud), si sono osservate temperature nel complesso tra 2 e 5 °C sotto la media di metà febbraio, con minime negative su quasi tutto il territorio nazionale - eccetto su ampi tratti di costa dell'estremo Sud, della Sardegna e del Ponente ligure - ma ben lontane dai record storici.

Solo localmente sono emersi caratteri più rari, come la neve sulle coste ioniche, e temperature minime notevolmente basse nei fondovalle interni e innevati delle Alpi orientali a quote di media montagna, come alle seguenti stazioni dell'Ufficio Idrografico di Bolzano:

-26,3 °C a Predoi (1450 m, Valle Aurina) il giorno 14, nuovo record assoluto nella serie dal 1981, che supera il precedente di -25,0 °C del
7 gennaio 1985.

-28,3 °C a San Giacomo/Val di Vizze (1440 m), sempre il 14, record nella breve serie cominciata nel 2014.

Nella vicina Dobbiaco (1219 m) invece la pur gelida minima di -22,9 °C è rimasta lontana dai -29 °C del febbraio 1969, eguagliando quanto registrato il 28 febbraio 2018.

Particolari concomitanze tra serenità del cielo notturno, aria secca e trasparente, forti inversioni termiche sui suoli innevati di fondovalle in assenza di vento dopo l'avvezione fredda possono aver concorso a valori così bassi.

Alcuni altri valori minimi registrati nel periodo (nessun record battuto; dati rete Aeronautica Militare):
-7,3 °C a Milano-Malpensa (record -18,0 °C, gennaio 1985, serie dal 1951)
-4,2 °C a Venezia-Tessera (record -13,6 °C, gennaio 1963, serie dal 1961)
-5,6 °C a Firenze-Peretola (record -23,0 °C, gennaio 1985, serie dal 1931)
-3,9 °C a Pescara-aerop. (record -13,2 °C, gennaio 1979, serie dal 1947)
-2,8 °C a Roma-Ciampino (record -11,0 °C, gennaio 1985, serie dal 1944)
-6,2 °C a Campobasso (record -10,8 °C, gennaio 1968, serie dal 1959)
1,3 °C a Bari-Palese (record -7,6 °C, gennaio 1947, serie dal 1943)
5,3 °C a Palermo-P. Raisi (record 1,4 °C, gennaio 1962, serie dal 1960)
-0,6 °C a Cagliari-Elmas (record -4,8 °C, gennaio 1981, serie dal 1932).

In generale, nell'insieme d'Italia (e anche su gran parte d'Europa) non si erano più registrate ondate di gelo significativo dopo inizio marzo 2018, un intervallo di ben tre anni, è questa è l'anomalia più rilevante.

Ad esempio, a Trieste (con Tmin -4,0 °C alla stazione AM di Barcola e -2,5 °C alla stazione OSMER del Molo Bandiera) il termometro è tornato sotto
0 °C per la prima volta da tre anni (ultimi casi l'1-2 marzo 2018), un periodo senza minime negative di lunghezza prima sconosciuta in due secoli di osservazioni nel capoluogo giuliano (info Renato R. Colucci, CNR-ISP e Società Meteorologica Alpino-Adriatica).


Immagine del satellite NASA-Aqua (canale visibile) di domenica 14 febbraio 2021: l'irruzione fredda è al culmine, e mentre al Nord e sul versante tirrenico della penisola i cieli si sono rasserenati, sui lati adriatici, ionici, e su quello tirrenico della Sicilia prevale nuvolosità dovuta sia allo sbarramento orografico delle correnti tra Nord e Nord-Est, sia alla formazione di bande nuvolose dirette dal mare verso le coste (ben visibili le "strisce" parallele di cellette cumuliformi in sviluppo sull'Adriatico e allineate da NE a SW, a causa dello sviluppo di instabilità e della cessione di vapore da parte dell'acqua al passaggio dell'aria fredda e secca sul mare più tiepido). Si nota anche il suolo innevato fin sulle pianure pedemontane dell'Emilia-Romagna e delle Marche (neve sul Conero a poche decine di metri al di sopra del mare).

 

Freddo più anomalo in Europa centro-settentrionale

Più anomala che in Italia è stata l'ondata di freddo in Europa centro-settentrionale, dove un gelo molto intenso era già arrivato nei giorni precedenti: -25,6 °C a Sontra (Turingia) il 10 febbraio 2021, battuto il primato assoluto del gennaio 1963; -23,0 °C il giorno 11 a Braemar (Scozia), temperatura più bassa nel Regno Unito in qualunque mese dal dicembre 1995.

Tuttavia il MetOffice segnala che "dal 1990, quattro anni hanno fatto registrare minime sotto i -20,0 °C nel Regno Unito, ma nel trentennio precedente il 1990 tale soglia fu raggiunta e superata in 14 anni [...] Temperature di questo tipo sono sempre state estreme per il Regno Unito, ma i dati ci dicono che questi eventi sono diventati meno comuni".

Pure gli Stati Uniti hanno vissuto una grande ondata di freddo che, oltre al Midwest, ha coinvolto come raramente accade anche gli Stati dell'estremo Sud, quali il Texas: ad esempio, -19 °C il 16 febbraio a Dallas-Fort Worth, non più rilevati dal 1949 (anche in quel caso, -19 °C), valori secondi solo al record di -22 °C del 1899. Bufere di neve (innevato il 79% del suolo statunitense, mai accaduto dall'inizio di questa statistica nel 2003) e storici black-out della rete elettrica.

Ma a fronte di queste temporanee incursioni gelide - legate a un vortice polare debole che quest'inverno lascia facilmente “scappare” aria fredda verso le regioni temperate – le medie globali continuano a mostrare un pianeta troppo caldo: l'agenzia meteo americana Noaa segnala il settimo gennaio più caldo nella serie dal 1880 nel mondo, con il contributo dei tepori esagerati in Canada (anche 9 °C sopra media).



 

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