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15-16 MAGGIO 2024, PIOGGE INTENSE AL NORD ITALIA,
NUBIFRAGI ALLUVIONALI IN LOMBARDIA E VENETO

SMI / Redazione Nimbus
17 maggio 2024
 

Un marcato episodio di tempo perturbato ha interessato il Nord Italia (già reduce da tre mesi di frequenti e copiose precipitazioni) mercoledì 15 e giovedì 16 maggio 2024, allorché una depressione atlantica sull'Europa occidentale, centrata sul Golfo di Biscaglia, ha fatto affluire masse d'aria umide e instabili da Sud-Sud-Ovest.

Già da alcuni giorni i principali centri di calcolo (ECMWF in primis) delineavano due aree soggette a precipitazioni importanti e potenzialmente foriere di danni, la prima (mercoledì 15) tra il Verbano, il Comasco e la pianura intorno a Milano, la seconda (tra mercoledì sera e giovedì 16) tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, previsione poi confermata dai dati osservati.

Soccorsi durante le inondazioni del 15 maggio 2024 nell'area metropolitana
di Milano (f. Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, via
www.rainews.it).
 

Dalla tarda sera di martedì 14 e per gran parte di mercoledì 15 rovesci intensi e persistenti hanno interessato una vasta area tra il Lago Maggiore, il Sottoceneri (Canton Ticino), le Prealpi lombarde tra Varese, Como e Lecco, e le adiacenti pianure delle province di Monza-Brianza, Milano e Lodi, accumulando precipitazioni diffusamente superiori a 100 mm, rare vedersi in una sola giornata su un territorio così esteso.

Peraltro a stupire sono state non tanto (o non solo) le quantità d'acqua osservate sulla fascia prealpina, insolite ma non così eccezionali per un zona soggetta a piogge torrenziali in situazioni di sbarramento orografico da Sud (a Valganna-Mondonico, in provincia di Varese, a partire dalle ore 21 del 14 maggio si sono rilevati 157 mm in 24 ore e 228 mm in 48 ore, con la continuazione dei rovesci anche il 16 maggio; fonte: ARPA Lombardia), ma soprattutto quelle riscontrate in aperta pianura, Milano inclusa.

Precipitazioni totali rilevate da ARPA Lombardia nelle 48 ore antecedenti le h 21 del 16 maggio 2024 (intero evento). Apporti diffusamente superiori a 100 mm dai laghi Maggiore e di Como fino alla pianura lodigiana, massimi di 228 mm a Valganna (Varese) e 214 mm a Lodi (clicca sull'immagine per ingrandirla).
 

L'osservatorio centenario di Milano-Brera - attualmente gestito da ARPA Lombardia tramite una stazione automatica in continuità con la lunga serie storica avviata nel 1763 - ha rilevato 97 mm di pioggia mercoledì 15 (h 00-24), valore molto prossimo al primato giornaliero per maggio (98,0 mm il 24 maggio 1990), mentre è rimasto ampiamente insuperato il record assoluto di 161,2 mm del 18 agosto 1979 così come altri episodi tra cui quelli del 14 ottobre 1892 (155,8 mm), 24 agosto 1987 (141,6 mm) e 23 luglio 1951 (121,2 mm). Considerando tutto l'evento, dalle h 20 del 14 alle 18 del 16, il totale al pluviometro di Brera è di 135 mm.

Precipitazioni orarie del periodo 14-16 maggio 2024 a Milano-Brera. La fase principale dell'evento piovoso si è concentrata tra la tarda sera del 14 e il tardo pomeriggio del 15, con intensità più elevate tra notte e primo mattino, fino a 19 mm/1 h. La curva si riferisce alla cumulata dal 1° maggio
(fonte: ARPA Lombardia).

 

Con le piogge intense degli ultimi giorni, l'osservatorio di Brera è giunto a totalizzare, dal 1° gennaio al 16 maggio 2024, ben 772 mm di precipitazioni, valore che fin da ora - anche nell'irrealistica ipotesi che non piova ulteriormente da qui al 31 del mese - costituisce un record per il periodo gennaio-maggio nell'intera serie pluviometrica dal 1764, superando di gran lunga il precedente massimo di 695,2 mm che apparteneva al periodo gennaio-maggio 1984. Rappresenta inoltre più del doppio della precipitazione normale per i primi cinque mesi dell'anno, e pari a quanto dovrebbe cadere, di norma, da gennaio a ottobre.

Nel recente episodio apporti pluviometrici ancora più consistenti si sono registrati in località a Est e a Sud-Est del capoluogo lombardo, tra cui:

189 mm in 23 ore di pioggia ininterrotta a Rodano, 6 km a E-NE di Linate
(h 21 del 14 - h 20 del 15 maggio), e 197 mm in 48 ore (fino alle h 21 del 16 maggio).

178 mm in 22 ore a Lodi (h 21 del 14 - h 19 del 15 maggio), e 214 mm in 48 ore (fino alle h 21 del 16 maggio).

Queste piogge, agendo in breve tempo su suoli peraltro ormai saturati d'acqua dalle precipitazioni eccezionali degli ultimi mesi, hanno determinato l'estesa crisi del reticolo idrografico, anche con il contributo dell'accelerato deflusso su superfici diffusamente urbanizzate nell'area metropolitana milanese.

Importanti piene sono transitate in particolare lungo l'Olona, il Seveso, il Lambro e il Molgora, i quali sono straripati inondando campagne, viabilità e centri urbani con pesanti effetti sugli abitati e sulla circolazione stradale e ferroviaria.

La vasca di laminazione del Seveso - la prima delle quattro previste, dalla capienza di 250.000 m3 e terminata nell'autunno 2023 al confine tra i comuni di Milano e Bresso - è entrata in funzione all'alba del 15 maggio permettendo di contenere la piena del fiume per alcune ore in corrispondenza dell'inizio del tratto tombato sotto la città (via Ornato), tuttavia a seguito del riempimento dell'invaso il corso d'acqua ha ripreso a scorrere a piena portata, straripando nel quartiere Niguarda.
L'esondazione del fiume alla periferia Nord di Milano, causata da un'inadeguata sezione di deflusso della tombinatura realizzata gradualmente a partire dalla fine dell'Ottocento, avviene con elevata frequenza, talora più volte all'anno (almeno 15 episodi tra il 2010 e il 2021, con massimo di 6 nel piovosissimo 2014).

Nel pomeriggio del 15 maggio 2024 una serie di violenti temporali con grandine e vento forte ha colpito le pianure dell'Emilia-Romagna determinando allagamenti e gravi danni a edifici e colture, con apporti d'acqua fin superiori a 50 mm in un paio d'ore nel Ravennate (Lugo, Bagnacavallo), zona che esattamente un anno fa era alle prese con un'alluvione di storiche proporzioni in un contesto meteorologico però del tutto differente da quello attuale. 
Fenomeni analoghi peraltro si sono rinnovati sulle stesse aree nel pomeriggio di giovedì 16 maggio.

Pierluigi Randi, meteorologo e presidente AMPRO, segnala che a Bagnacavallo (Ravenna) si sono rilevati 47,8 mm il 15 maggio, e 49,0 mm il 16, per un totale di 96,8 mm che rappresenta l'85% dell'apporto normale del bimestre aprile-maggio, e per di più concentrato in due ore e mezza di rovesci molto intensi.

Nel pomeriggio del 16 maggio, inoltre, l'abitato di Villa Poma (Borgo Mantovano) ha subito gravi effetti, tra cui il sorprendente ribaltamento di numerosi vagoni di un treno merci, a causa del probabile passaggio di un tornado
 

Allagamenti nei frutteti presso Bagnacavallo (Ravenna) dopo i nubifragi del pomeriggio del 15 maggio 2024 (f. Condifesa Ravenna,
via pagina FB Emilia-Romagna Meteo).


Il treno merci ribaltato dal probabile tornado del 16 maggio 2024 a Villa Poma,
nel Mantovano (foto di Alberto Borsari, sindaco di Borgo Mantovano,
via pagina FB Tornado in Italia).
 

L'altra regione che ha ricevuto precipitazioni molto intense è il Veneto, dapprima con rovesci e temporali più forti nelle ore centrali del 15 tra le province di Rovigo e Padova, in intensificazione tra pomeriggio e sera in quella di Vicenza, e in trasferimento a Est nella notte (ancora nel Padovano, poi province di Treviso e Venezia).

In una prima analisi dell'evento, Arpa Veneto segnala massimi apporti di 66 mm in un'ora a Galzignano (Padova) e di ben 229 mm nell'intera giornata del 15 maggio presso Velo d'Astico (Prealpi vicentine). Inoltre, sulla costa, di tutto rilievo sono i 118 mm caduti a Jesolo (Venezia) nelle 24 ore antecedenti le h 15 del 16 maggio.

Allo sviluppo di celle temporalesche rigeneranti, accompagnate anche da intensa attività elettrica, ha probabilmente contribuito la convergenza, nel campo dei venti in superficie, tra lo scirocco che soffiava da Sud-Sud-Est sul Delta del Po e sul Polesine, e il flusso nord-orientale nella pianura veneta interna.
 

Carte delle isoiete (linee che uniscono i punti con eguali precipitazioni)
del 15 maggio 2024 in Veneto. Vaste aree oltre 100 mm tra Padovano e Vicentino
(fonte: ARPA Veneto).
 

Anche in questo caso importanti piene si sono propagate lungo i corsi d'acqua che traggono origine in particolare dalle Prealpi vicentine, tra tutti il Bacchiglione, che a Vicenza è salito di quasi cinque metri fino a un livello massimo di 6,04 m al transito del colmo di piena alle h 03 del 16 maggio (durante l'alluvione di inizio novembre 2010 si giunse a 6,18 m).

Senza dilungarsi sui gravi effetti sul territorio (anticipati da livelli di allerta arancione e rossa), di cui si occupano diffusamente le cronache giornalistiche, citiamo solo le numerose frane con interruzioni stradali nei dintorni di Schio, Recoaro e Longare, il crollo del ponte sull'Orolo a Malo, fiume che poco a valle è straripato con effetti rovinosi a Castelnovo di Isola Vicentina, invadendo 400 edifici, i vasti allagamenti nella zona di Montagnana (Padova) così come in svariate altre località di pianura tra Vicentino e Padovano.

Vicenza: l'esondazione del Bacchiglione nell'area del bacino di laminazione di viale Diaz (f. Guardia di Finanza, via "Il Giornale di Vicenza").
La piena del fiume a Vicenza è stata più elevata delle attese poiché - nonostante la (comunque utile e salvifica) apertura della cassa di espansione di Caldogno (capacità di circa 4 milioni di metri cubi) - vi è stato l'ingente contributo di piena del torrente Orolo, tributario destro che confluisce nel Bacchiglione a valle del bacino di Caldogno, e a monte di Vicenza. Questo affluente, gonfiato un nubifragio localizzato e difficilmente prevedibile (60-70 mm in 45 minuti), è straripato a
Isola Vicentina e Costabissara, contribuendo al mantenimento di portate e livelli molto elevati lungo il Bacchiglione a ridosso del capoluogo.
 

Inoltre un'alluvione-lampo ha colpito l'area pedemontana alle falde del Monte Grappa, intorno ad Asolo e Castelfranco Veneto, tra sera e notte di giovedì 16 maggio, a seguito di un nubifragio autorigenerante che ha scaricato fino a 134 mm di pioggia in due ore a Fonte (Treviso), su una stazione amatoriale del gruppo "Meteo Bassano e Pedemontana del Grappa", determinando lo straripamento dei torrenti Muson e Avenale. Ad Asolo, il pluviometro Arpa Veneto ha rilevato 100,4 mm in 3 ore.

Precipitazioni rilevanti hanno interessato altresì i rilievi della provincia di Pordenone e in particolare le Dolomiti Friulane, con un massimo di 168,6 mm in 48 ore tra la sera del 14 e la sera del 16 a Malga Valine (fonte: ARPA FVG), ma, trattandosi di bacini idrografici avvezzi a smaltire quantità di pioggia di questa entità, gli effetti al suolo non sono stati gravosi.
Tuttavia svariati allagamenti di strade e centri abitati si sono verificati per l'esondazione di canali e rii minori nelle pianure del Friuli sud-occidentale, nel Pordenonese e giù fino ai dintorni di Latisana (125,6 mm di pioggia sono caduti il 16 maggio a Gorgo, lungo il basso corso del Tagliamento).

Al mattino del 17 si sono finalmente affermate schiarite e le precipitazioni sono cessate pressoché ovunque, ma restano criticità per il trasferimento delle importanti onde di piena lungo i tratti di pianura dei fiumi veneti, tra Vicentino, Trevigiano e Padovano.

Sorprende come al Nord Italia, dopo un periodo estremamente secco tra il 2021 e i primi mesi del 2023, si sia rapidamente passati a estremi pluviometrici di segno opposto, dapprima con le gravi inondazioni di un anno fa in Emilia Romagna, poi con le incalzanti precipitazioni talora alluvionali di fine inverno-primavera 2024.

All'esubero di pioggia (e di neve in alta montagna) potrebbe aver contribuito l'accresciuta disponibilità di vapore acqueo nell'aria, dovuta sia all'evaporazione dal Mediterraneo che in queste settimane è 1-2 °C più caldo della norma stagionale, sia alla maggiore propensione dell'aria più calda a contenere vapore, dunque acqua precipitabile.

L'accentuata alternanza tra periodi estremamente secchi e altri troppo umidi (situazioni denominate "whiplash", "colpi di frusta" meteo-climatici) concorda peraltro con quanto descritto alcuni mesi fa in questo articolo apparso su Nature Communications, in cui si evidenzia come il riscaldamento globale antropogenico renda più frequenti, intense e rapide le transizioni tra estremi di precipitazione di segno opposto.
 

Grazie...

... oltre a tutti gli enti citati nel testo, a Matteo Zanetti (meteorologo del Servizio Idro-Nivo-Meteo e Clima di ARPA Lombardia) per le considerazioni sulla piovosità a Milano-Brera, a Pierluigi Randi (meteorologo e presidente AMPRO - Associazione Meteo Professionisti) per le notizie sui nubifragi in Romagna, e a Marco Rabito (meteorologo AMPRO) per i dettagli sulle dinamiche della piena del Bacchiglione a Vicenza.



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