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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

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GHIACCIAI NELLE ALPI OCCIDENTALI: SEVERA RIDUZIONE PER IL CALDO
Luca Mercalli, SMI redazione Nimbus - 31 luglio 2003

L’eccezionale e persistente anomalia termica positiva dell’estate 2003 sta gravemente danneggiando il patrimonio glaciale delle Alpi occidentali.

In occasione di due voli di ricognizione effettuati su alcuni ghiacciai delle Alpi occidentali dalla Società Meteorologica Italiana il 19 giugno e il 29 luglio 2003 si è constatata la rapidissima fusione del manto nevoso invernale e lo scoprimento della quasi totalità delle superfici glaciali. I lembi di nevato residuo coprono solo alcuni settori dei bacini di accumulo ed è ragionevole ritenere che – con tutto il mese di agosto disponibile per l’ablazione – a fine stagione essi scompariranno completamente. Il bilancio di massa è atteso ovunque largamente in deficit e supererà probabilmente ogni valore noto in precedenza.


Poco dopo il decollo dall'aeroporto Torino Aeritalia, la cintura ovest della città sopra Alpignano mostra la raccapricciante e disordinata avanzata degli insediamenti industriali a danno di fertili terreni agricoli. Sullo sfondo Valdellatorre ed a sinistra la trapezoidale sagoma del monte Civrari, 2302 m  (foto del 29.07.2003)

A 35 minuti di volo da Torino nell'aria tersa del vento di nord-ovest si erge la piramide del monte Rocciamelone, 3538 m, di cui è ben visibile la cresta sud. Nessun residuo di neve rilevabile. (foto del 29.07.2003)

L'ampio bacino glaciale che si apre sul versante nord-occidentale del Rocciamelone si presenta quasi completamente privo di neve residua. In alto a sinistra compare l'ampio lago alimentato dalle acque di fusione. (foto del 29.07.2003)
 
L'immagine di sinistra, ripresa il 19.06.2003, mostra il ghiacciaio del Rocciamelone ancora completamente coperto di neve invernale; il lago mostra appena le prime pozze d'acqua liquida. Nell'immagine di destra, ripresa il 29.07.2003, la neve è pressochè del tutto scomparsa e il lago si presenta completamente liquido. Si noti l'esile setto di ghiaccio che lo sostiene nella parte aderente alla cresta NW del Rocciamelone (a destra nell'immagine)

Un primo piano del lago il 29.07.2003. A sinistra è visibile lo sfioro delle acque che al momento avviene sul versante italiano di Novalesa.

Panoramica della vetta (in primo piano a sinistra) e del ghiacciaio del Rocciamelone, verso la Francia: il lago visibile a sinistra, in caso di collasso della sottile diga glaciale, alluvionerebbe il vallone di Ribon visibile al termine del ghiacciaio, fino a sboccare in prossimità del villaggio di Bessans, nella valle dell'Arc. (foto del 29.07.2003)

Il grande lago artificiale del Moncenisio a quota 1974 m. Sullo sfondo i ghiacciai francesi della Vanoise che cominciano a scoprirsi.(foto del 29.07.2003)

Il modesto ghiacciaio dell'Agnello alla base della punta Ferrand (3348 m, valle di Susa). A destra si intravede un settore del Glacier du Ferrand in territorio francese. Gli ampi ripiani detritici contraddistinguono la zona abbandonata dal ghiacciaio nel corso dell'ultimo secolo. A sinistra il lago morenico, che segna il punto di massima espansione nel periodo 1800-1850. (foto del 29.07.2003)

Il misero ghiacciaio di Bard sul versante orientale del monte Giusalet (o Ciusalet, 3313 m) ormai ridotto ad una placca (sulla destra) attorniata da glacionevati semipermanenti, e in via di estinzione. Agli inizi del millenovecento quando giungeva ai limiti dell'immagine sulla sinistra, era sfruttato quale "cava" di ghiaccio che veniva rapidamente trasportato a Torino prima a dorso di mulo sulla strada del Moncenisio, e poi da Susa in treno. (foto del 29.07.2003)

Il piccolo ghiacciaio Galambra con l'omonimo lago (2990 m) fortemente ridimensionato dall'intenso soleggiamento che contraddistingue questi alti valloni di calcari dolomitici della Val di Susa. (foto del 29.07.2003)

Il Glacier de Ferrand sul versante francese del monte Niblè (3365 m)  a destra è visibile una lunga banda detritica frutto di una probabile frana recente distaccatasi dalla cresta sommitale e scesa fin quasi al lac du Fond d'Ambin visibile in basso a 2680 m . Il piccolo ghiacciaio in primo piano è quello sempre francese di Rudelagnera.(foto del 29.07.2003)

Dal Rocciamelone, visibile sullo sfondo a destra, passiamo alla Croce Rossa (3566 m) vetta alla testata delle valli di Lanzo sulla cresta di frontiera con la Francia, ricoperta dal caratteristico ghiacciaio pensile. L'immagine è ripresa il 19 giugno 2003 con innevamento ancora relativamente abbondante.

Particolare del ghiacciaio sospeso della Croce Rossa, visto il 19.06.2003 (a sinistra) ed il 29.07.2003 (a destra). Si noti la quasi totale scomparsa dell'innevamento invernale e l'apparizione di ampi crepacci; in una piccola depressione sulla cresta (a destra nell'immagine) vi è un lago glaciale di recente formazione.
 
 


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