Prosegue la rapida
contrazione e frammentazione del ghiacciaio del Rocciamelone (Alpi
Graie Meridionali), anche nel suo bacino superiore a quote attorno a
3200 m, sul versante nord-occidentale dell'omonima vetta di 3538 m
presso il confine tra le valli di Susa/Lanzo e Savoia.


Il confronto tra la
situazione del 1894 (foto M. Gabinio) e quella attuale (26.08.2012, foto
D. Gisolo)
è eloquente, e – oltre alla notevole riduzione di area -
colpisce in particolar modo
l'emersione di numerosi affioramenti rocciosi che stanno
separando
il ghiacciaio in una moltitudine di settori minori.
Del grande lago
marginale sviluppatosi nella seconda metà del XX secolo, e
svuotato
artificialmente dalle autorità francesi nel 2004-2005
per scongiurare improvvisi svuotamenti verso la Valle dell'Arc (si
veda
articolo di Christian Vincent e colleghi del LGGE di Grenoble su
Journal of Glaciology), rimane
la cavità ormai vuota: il radicale cambiamento della morfologia locale
a seguito della forte riduzione del ghiacciaio circostante (e dunque
della soglia in ghiaccio che conteneva l'invaso) fa sì che l'acqua non
vi si accumuli più all'interno, salvo modeste e temporanee pozze.


Due vedute di ciò
che resta del grande lago marginale: dopo lo svuotamento controllato
nel 2004-2005, l'incisione artificiale attraverso cui l'acqua di
fusione drenava senza più permetterne l'accumulo si è occlusa per la
deformazione plastica del ghiaccio. Tuttavia, a causa dell'intensa
ablazione delle recenti estati, la morfologia dello sbarramento di
ghiaccio e del fondo della cavità è radicalmente mutata, con forte
riduzione di spessore, e non permette comunque la riformazione del
lago (in alto, foto V. Coviello del 19.08.2012; qui sopra, foto E.
Bergerone del 15.08.2012).
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