Il 12 giugno 2013 gli operatori della
Società Meteorologica Italiana hanno eseguito le consuete misure di
accumulo nevoso stagionale e il controllo della stazione meteorologica
automatica al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso).
Come sempre,
IREN Energia
ed Ente Parco Nazionale
Gran Paradiso hanno contribuito in modo fondamentale alla
logistica della missione, inoltre le operazioni sono state riprese da
un'équipe della sede RAI
di Torino.

12.06.2013: in discesa verso la fronte del ghiacciaio Ciardoney,
ricoperta da spessori nevosi variabili tra 380 e 500 cm.
Siamo al culmine della stagione di accumulo (l'ultima nevicata
dell'8-9 giugno ha ancora deposto mezzo metro di neve fresca sul
ghiacciaio) e l'aumento termico degli ultimi giorni ha dato ormai
avvio alla stagione di fusione, come dimostra il piccolo specchio
d'acqua
sul pianoro frontale.
Al termine di una
primavera straordinariamente ricca di precipitazioni, il
ghiacciaio era coperto da un manto nevoso di notevole spessore,
variabile tra i 320 cm misurati al sito n. 6 (circa 2950 m) e i
550 cm del sito n. 1 (circa 3100 m, Colle Ciardoney).
Le frequenti e intense nevicate giunte con episodi di sbarramento da
Sud, e occorse in particolare dalla metà di aprile 2013, hanno
permesso in poche settimane di colmare ampiamente il relativo deficit
di innevamento che si era protratto per gran parte dell'inverno sulle
medie e basse valli comprese tra il Monviso e la Valle d'Aosta
sud-orientale, zone rimaste in ombra pluviometrica durante le
perturbazioni provenienti da Ovest / Sud-Ovest, prevalenti tra
dicembre 2012 e marzo 2013.

Ore 08.30: arrivo al Colle Ciardoney elitrasportati dalla ditta
Airstarelicotteri.
Siamo sul settore più elevato del ghiacciaio (3100 m), sullo
spartiacque Orco-Soana,
dove si trova il punto di misura n. 1.

Ore 08.30: arrivo al Colle Ciardoney. Il cielo è
sereno salvo sottili velature di cirri trasportate da venti tesi da
Nord-Ovest in quota. E proprio grazie al flusso nord-occidentale e
all'aria asciutta, lo sviluppo diurno di cumuli è assai modesto, e la
visibilità resta ottima durante le operazioni. Lo strato superficiale
del manto nevoso è costituito dai 40-50 cm di neve fresca caduti tra
sabato 8 e domenica 9 giugno.

Le frequenti e abbondanti nevicate della primavera 2013, avvenute con
venti intorno Sud/Sud-Est, hanno determinato la formazione di
imponenti "cornici", spesse almeno
5 m e aggettanti verso Nord sulle creste sovrastanti il Colle
Ciardoney. Coerentemente con i dati rilevati sul ghiacciaio,
formazioni di questa entità erano state osservate anche a fine
primavera 2001 e 2009.

La missione è stata l'occasione per proseguire i
test con il nuovo carotiere da neve realizzato dalla ditta
Valtecne.
Affinato nei dettagli tecnici da un gruppo coordinato da Vittorio e
Mattia Ortelli (Sondrio), cui si è affiancata anche la Società
Meteorologica Italiana, si dimostra leggero e maneggevole,
caratteristiche fondamentali quando si lavora nelle difficili
condizioni dell'ambiente d'alta montagna, e adatto ad intercettare e
prelevare in modo soddisfacente i campioni di neve lungo il profilo
del manto. Per questo ne è consigliabile la diffusione tra i
ricercatori che si occupano di bilanci di massa glaciali, nivologia e
idrologia sulle Alpi, al fine di conferire maggiore praticità e
omogeneità alle misure di densità del manto nevoso.

Dettaglio
dell'elemento perforatore del carotiere da neve
Valtecne.

Composto da elementi di 50 cm di lunghezza
ciascuno, il carotiere
Valtecne può
essere allungato in base alle esigenze e alla profondità del manto
nevoso da campionare.


Nelle due immagini qui sopra, Luca Mercalli e
Mattia Ortelli estraggono e pesano tramite dinamometro campioni di
manto nevoso al sito di misura n. 1 (Colle Ciardoney). Qui la neve è
spessa 550 cm, situazione simile a quella osservata durante la
missione del 4 giugno 2009.

Qui sopra e nell'immagine sotto: sempre al Colle Ciardoney, si scava per potersi
spingere, con il carotiere, a prelevare campioni di neve fino alla
base dello spesso strato nevoso accumulatosi sul ghiacciaio tra
l'autunno e la primavera.

I campionamenti hanno permesso di
rilevare densità della neve comprese tra 360 e 390 kg/m3
su gran parte del ghiacciaio, vicine alla media degli anni
precedenti, mentre al Colle Ciardoney si è ottenuto un valore
nettamente più elevato, pari a 530 kg/m3, probabilmente a causa
di strati profondi fortemente induriti e compattati da processi di
trasporto eolico (in questo punto, nel 1992 e 1993 si misurarono
tuttavia densità anche superiori, pari a 580 kg/m3).
Gli equivalenti d'acqua del manto nevoso, variabili dai 1150 mm del
sito n. 6 ai circa 2900 mm del sito n. 1, si traducono in un
accumulo specifico di 1590 mm, mediato sull'intero ghiacciaio,
valore che pone la stagione di accumulo 2012-13 sul ghiacciaio
Ciardoney al quarto posto tra le più abbondanti dall'inizio
delle misure nel 1992, dopo i casi del 1992-93 (2340 mm), 2000-01
(2000 mm) e 2008-09 (1840 mm), come visibile nel grafico sottostante.

Serie dei valori di accumulo specifico sul ghiacciaio Ciardoney dalla
stagione idrologica
1991-92 al 2012-13: l'ultimo inverno occupa la quarta posizione, con
1590 mm di accumulo specifico. Una situazione favorevole, che
predispone a una buona disponibilità d'acqua per la produzione
idroelettrica e per l'agricoltura padana nelle prossime settimane,
ma per quanto riguarda la salute del ghiacciaio, tutto dipenderà
dall'andamento meteo-climatico dell'estate 2013: se le temperature
medie della stagione saranno normali, una parte dell'abbondante neve
caduta potrà conservarsi e contribuire così all'alimentazione del
Ciardoney (situazione divenuta rara negli ultimi anni); se invece,
ancora una volta, dovesse essere molto calda, allora il manto nevoso
stagionale potrà fondere completamente nonostante l'abbondanza di neve
primaverile, come accaduto di recente anche nel
2009.

Ore 10: esteso
passaggio di cirrostrati da Nord-Ovest al di sopra del ghiacciaio,
alcuni cumuli in sviluppo sulla zona prealpina, ma per il resto
l'atmosfera si mantiene limpida, a tratti mossa da raffiche di vento
che nella conca del Ciardoney si presentano con direzione orientale
per turbolenze locali dovute all'interazione tra flusso aereo
principale e orografia.

Ore 12: si scende alla fronte del ghiacciaio in
direzione della stazione meteorologica.

La stazione meteorologica automatica
Campbell,
installata nell'agosto 2010 sulla soglia del pianoro glaciale a quota
2850 m, ha egregiamente superato un altro duro inverno alpino, con
temperature scese fino a un minimo di -23.2 °C il 23 febbraio 2013. E, salvo poche
e trascurabili interruzioni, la trasmissione dei dati meteo e delle
immagini webcam, resa possibile dalla collaborazione tra SMI e
CSP - Innovazione nelle
ICT, è stata ottimale. Al sopralluogo del 12 giugno la neve era
ancora alta 250 cm in prossimità del traliccio.

Temperature medie
orarie al Ghiacciaio Ciardoney dal 15 settembre 2012 al 13 giugno
2013: le più importanti ondate di freddo invernale sono culminate il
17 gennaio, 9 e 22-23 febbraio, e 15 marzo 2013, con valori medi orari
fino a -20 ÷ -22 °C, ma si sono registrati anche alcuni episodi di
mitezza, come quello del 30 gennaio (media oraria 5.2 °C alle h 13).
La prima significativa ondata di tepore primaverile si è verificata a
metà aprile 2013 (11.7 °C alle h 14 del giorno 18), ma poi il
significativo il freddo di fine maggio (-11.1 °C alle h 05 del giorno
25) ha ritardato un po' l'avvio della stagione di fusione nivale.

Andamento giornaliero dello spessore
nevoso totale al suolo nella stagione 2012-13 presso la stazione
meteorologica del ghiacciaio Ciardoney, desunto dalla lettura dell'asta
nivometrica attraverso le immagini webcam.
Dopo l'importante nevicata di fine novembre 2012 (130 cm di neve
fresca in 3 giorni e massimo spessore al suolo di 150 cm il giorno
29), l'inverno è proseguito con precipitazioni scarse e superficie del
manto frequentemente rimaneggiata dal vento.
Soltanto con la seconda metà di aprile 2013 sono giunte, come spesso
accade, copiose nevicate di origine atlantica-mediterranea, che hanno
permesso di colmare il deficit dei mesi precedenti. In 3 fasi
perturbate principali (20-22 aprile, 27 aprile-1°maggio e 15-19
maggio) lo spessore è cresciuto fino a un massimo stagionale di 340
cm (19 maggio 2013), mentre la quantità totale di neve fresca
caduta da ottobre a giugno ammonta a 900 cm.
In questi caldi giorni di inizio estate la fusione è iniziata, e il
manto perde circa 10 cm di spessore al giorno.
Si tenga presente che di norma sopra la superficie del ghiacciaio la
neve si accumula in quantità maggiori rispetto alla zona in cui è
posta l'asta nivometrica, non solo per la quota un po' più elevata, ma
anche per la più efficace deposizione e conservazione del manto sul
ghiaccio nei primi periodi autunnali, a differenza delle circostanti
aree detritiche,
ancora tiepide dopo l'estate.
Un particolare ringraziamento a
Valtecne
per il supporto alle campagne di misura sul Ciardoney

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