Come ogni anno a fine estate, è
cominciata la campagna di osservazioni promosse dal
Comitato
Glaciologico Italiano, e il 1° settembre 2013 gli operatori della Società Meteorologica
Italiana hanno condotto le misure frontali al
Ghiacciaio Basei (presso il Colle del Nivolet, Gran Paradiso).

01.09.2013:
da sinistra a destra, i ghiacciai occidentale del Carro, della Capra
(con la sua perfettamente conservata morena della Piccola Età
Glaciale) e della Losa,
ripresi dal Colle del Nivolet.
L'estate, ben
più calda del normale (quarta tra le più calde dal 1753 a Torino) ha prodotto una rapida fusione nivale, tuttavia
grazie allo straordinario innevamento che aveva caratterizzato la
primavera 2013, a fine estate rimangono ancora diffusi accumuli di
neve residua oltre i 2600-2800 m. La vetta al centro è la Grande Aiguille Rousse (3482 m), in territorio francese (f. SMI).

Il
ghiacciaio Basei, ripreso dalla stazione fotografica dell'Alpe Riva,
privo di neve residua solo in una porzione del settore frontale
sotto quota 3050-3100 m circa, equivalente a circa 1/3 della
superficie. La situazione appare dunque più favorevole al glacialismo
rispetto agli anni recenti, tuttavia nelle prossime settimane la
fusione avrà probabilmente ancora modo di asportare un po' di neve e
ghiaccio (f. SMI).


Confronto
fotografico del ghiacciaio Basei, ripreso sempre dall'alpe Riva, tra
il
31.07.1928 (f. C. F. Capello) e il 01.09.2013
(f. SMI): il lobo settentrionale
(a destra) è completamente scomparso,
così come la lingua frontale crepacciata che si protendeva verso il
sottostante piccolo anfiteatro morenico del XIX secolo.
Evidente inoltre la forte perdita di spessore glaciale.

Alpe Riva (Nivolet):
Luca Mercalli rinnova la segnalizzazione
della stazione fotografica
dalla quale ogni anno a inizio settembre si ripetono
le riprese del
ghiacciaio Basei (f. SMI).

Il ghiacciaio Basei
fotografato dai terrazzi erbosi lungo il sentiero per il Colle di Nivoletta
a quota 2900 m circa. La situazione del ghiacciaio è sostanzialmente
stazionaria rispetto al 2012. Alcuni accumuli di neve residua sono
ancora presenti a valle della fronte, la quale è pure parzialmente
nascosta dal nevato (f. SMI).
Le osservazioni ai segnali FL2006 e FL1 hanno confermato l'assenza
di variazioni frontali rispetto al
settembre 2012. Solo su parte del ripido settore
frontale, privo di neve residua ed esposto alla radiazione solare
nelle settimane terminali dell'estate (agosto) l'ablazione ha potuto
agire sul ghiaccio, asportandone spessori probabilmente dell'ordine
dei 50-100 cm, inferiori agli anni precedenti.
Data la scarsa fusione su ghiaccio, non si sono osservati ampliamenti
delle emergenze rocciose, e le consuete bédières (rigole
incise dall'acqua
di fusione sulla superficie del ghiacciaio), pur
presenti nel settore inferiore, erano in generale meno profonde e
appariscenti del solito, salvo una visibile nelle due immagini qui sotto.

Dal segnale FL1,
vista sul ripido pendio glaciale sottostante,
alla base del quale si trova il caposaldo di misura CL59,
oggi non più utilizzato poiché in quel tratto la fronte è
frequentemente nascosta da banchi nevosi anche al termine di stagioni
calde e poco innevate (accumuli eolici in valletta nivale ampliatasi
con il ritiro del ghiacciaio)
(f. SMI).

Veduta dal segnale
di misura FL1 verso monte, in direzione del bacino di accumulo del
ghiacciaio e della Punta Basei (qui nascosta alla vista). Al centro si
nota la sola bédière di una certa importanza formatasi in questa
stagione di ablazione relativamente modesta (f. SMI).

Luca Mercalli e
Fulvio Fornengo completano la misura frontale presso il segnale FL1.
In questo tratto il margine si è appena liberato dallo strato di neve
invernale,
e la sua posizione appare sostanzialmente stazionaria (f. SMI).
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