DESCRIZIONE (a cura dell'Editore)
L’8 settembre 1900 la prospera cittadina di Galveston, nel Texas, venne colpita e distrutta da uno dei più terribili uragani della storia: nella catastrofe oltre seimila persone — alcune stime portano il numero delle vittime a diecimila – vennero inghiottite dalle acque. Ma quel giorno svanì anche l’illusione di poter controllare scientificamente i fenomeni naturali.
La storia del Grande Uragano ebbe infatti per protagonista lsaac Cline, il capo della stazione meteorologica di Galveston, che molti professori di meteorologia considerano un eroe. Cline, confidando nella sua scienza e nelle sue futuristiche strumentazioni, era sicuro che il Golfo del Messico non sarebbe stato toccato dalla tempesta: l’errore costò la vita a tutta la sua famiglia, e CIme passò i successivi cinquant’anni a giustificare il proprio comportamento.
Erik Larson parte dalle lettere, dai telegrammi e dai rapporti di Cline - oltre che dai resoconti dei superstiti, dai giornali dell’epoca e da una miriade di fonti consultate puntigliosamente - per ricostruire la tranquilla vita quotidiana di Galveston e la sua improvvisa apocalisse. È’ un crescendo emozionante, che segue in parallelo un’insignificante perturbazione che dalle coste occidentali dell’Africa attraversa l’Atlantico per abbattersi con incredibile violenza sul continente americano. Il tifone di Galveston offre un’illuminante guida ai segreti della meteorologia. E attraverso la tragica figura di Cline Larson s’interroga sui limiti della scienza quando s’illude di prevedere il comportamento della natura.
|