DESCRIZIONE (a cura dell'Editore)
La meteorologia scientifica si affenna in Europa tra XVII e XVIII secolo. Ricercatori e scienziati dell' Accademia del Cimento, attiva a Firenze dal 1657 al 1667, promossa e sostenuta dai Medici, della Royal Society di Londra, dell'Accademia dell'Istituto delle Scienze di Bologna, della Società Meteorologica Palatina, che dà alle stampe a Mannheim dal 1781 al 1792 le Ephemerides Societatis Meteorologicae Palatinae, sperimentano e perfezionano barometri, tennometri, igrometri, anemoscopi, e altro, pubblicano serie pluriennali di osservazioni, costituiscono reti forti di decine di stazioni installate in diverse località del continente.
In questo contesto si colloca l'attività di Giovanni Bianchi (Rimini, 1693-1775), noto alla comunità internazionale come Giano o lano Planco. Laureato a Bologna, esercita la professione di medico nella città natale, con una parentesi tra 1741 e 1744, quando è chiamato da Pompeo Neri a insegnare anatomia nell'Università di Siena. Uomo di vasta cultura e di ricca erudizione, si fa particolarmente apprezzare per l'applicazione del metodo sperimentale, e instaura solide relazioni con i più autorevoli rappresentanti della scienza e della cultura nell'Europa dell'epoca.
Tra 1734 e 1741, e successivamente dal 1760 all775, registra quotidianamente le condizioni del clima, che trascrive in un volume di Efemeridi, conservato manoscritto nella biblioteca Gambalunga di Rimini.
Il lavoro si colloca nella fase conclusiva del1ungo periodo di deterioramento climatico che investe l'Europa dalla metà del secolo XVI, la piccola età glaciale, e, unitamente alle numerose lettere, ne costituisce una documentazione di grande interesse, soprattutto per quel che riguarda l'incidenza delle pessime condizioni climatiche sulla serie di carestie che tra 1764 e 1767 danno luogo al ciclo degli "anni della fame".
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