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LA METEOROLOGIA IN MARE
Bellofiore R., Corazzon P., Giuliacci A.
Alphatest , 2005
464 pagine, cop. in brossura, dim. 17 x 24 cm .
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UN ESTRATTO

003.3.8 AVVERTENZE E SUGGERIMENTI PER I NAVIGANTI
Dai paragrafi precedenti, ma anche dalle nostre conoscenze generali e da quanto leggiamo sui giornali e sentiamo alla radio, abbiamo capito che prevedere il tempo è spesso sinonimo di prevedere il passaggio dei fronti.
In realtà, l'associazione "maltempo = fronte" è una generalizzazione che un qualunque meteorologo non potrebbe mai accettare, ma per chi naviga la previsione del tempo coincide spesso con la previsione di fenomeni estesi e/o violenti, senza troppe finezze scientifiche; ecco spiegato il naturale interesse verso i fronti e, in particolare, i fronti freddi e i temporali.

A questo scopo, nella sezione "situazione" dei vari bollettini meteo (si veda il § 9.6), si trova una descrizione della posizione dei fronti e delle linee temporalesche e una previsione sulla loro evoluzione. Purtroppo però nelle carte meteorologiche PMSL che un navigante si deve preoccupare di avere con sé, non sempre vengono riportati i fronti e le linee temporalesche. I fronti, nella maggior parte dei casi, vengono infatti tracciati dal meteorologo che, dalle diverse carte a vari livelli di cui dispone e dalle osservazioni al suolo e in quota delle singole stazioni, ha osservato:
• intensi gradienti termici in quota, soprattutto a 850 hPa;
• una brusca diminuzione di pressione al suolo seguita da un aumento;
• una sensibile variazione di temperatura nei bassi strati dell'atmosfera;
• un susseguirsi di nubi e di fenomeni secondo lo schema visto nel paragrafo precedente;
• una brusca variazione del vento.

Questi elementi (ma anche altri di più difficile spiegazione, quali la presenza di nuclei di vorticità a 500 hPa) sono indicativi della presenza di un fronte.
Ma come può fare chi non fa il meteorologo di professione? Fortunatamente negli ultimi anni, grazie soprattutto a internet, mappe previsionali con la distribuzione della pressione al suolo e, soprattutto, con la disposizione di fronti e linee temporalesche sono reperibili con sempre maggior facilità. Con un qualunque motore di ricerca non è difficile trovare indirizzi italiani o internazionali in cui reperire tali informazioni.
Il lettore più attento sarà, a questo punto, piuttosto sconcertato. La sua tipica domanda, se fossimo a una conferenza o durante una lezione, sarebbe: "Nel capitolo sul vento abbiamo imparato a calcolare il vento in vari punti di un percorso generalmente breve e con carte a piccola scala; ora parliamo del Mediterraneo e del vicino Atlantico come se una scala così grande potesse rappresentare significativamente cosa accade nella nostra area. Non credete che sia necessaria qualche spiegazione?"
Il lettore ha perfettamente ragione e questo è il momento di fare chiarezza.

La meteorologia è la scienza che si interessa dei fenomeni del tempo e quindi dei movimenti dell'atmosfera e delle variazioni dei vari parametri meteorologici. Tali movimenti e variazioni "innescano" i fenomeni meteorologici, ma senza uno stretto e univoco rapporto dimensionale. In altre parole, grandi variazioni dello stato dell'atmosfera possono innescare fenomeni imponenti o possono smorzarsi rapidamente; allo stesso modo, una piccola variazione può non avere alcun effetto sul tempo o amplificarsi a dismisura generando fenomeni imponenti.
Il vero problema è che il comportamento dell'atmosfera a grande scala è facilmente osservabile dalla rete di stazioni di osservazione, mentre le piccole variazioni spesso non vengono neanche registrate. Per il meteorologo la previsione a scala locale diventa di conseguenza molto più complicata.

Cosa può fare chi sta per mettersi in mare? Il navigante può partire dai fenomeni a grande scala per farsi un'idea sullo stato generale del tempo; successivamente potrà cercare informazioni più dettagliate presso i servizi locali preposti; da ultimo userà la propria o altrui conoscenza dell'area geografica di interesse per individuare le conseguenze locali dei fenomeni a scala più grande.

Un esempio: si supponga che si stia awicinando alla zona di interesse un fronte freddo; è lecito quindi attendersi a grande scala una rotazione del vento da SW verso NW. A scala più piccola, però, tenendo conto della particolare conformazione del golfo nel quale ci si trova a navigare e della valle che vi confluisce, si può ad esempio arrivare a concludere che il vento locale sarà da W. Per esperienza (che i locali sicuramente hanno) è poi possibile che quel vento da W sia normalmente la causa di una zona di calma in prossimità della costa alta a E del golfo. La previsione è così fatta e nella maggior parte dei casi, si rivelerà anche corretta.

 

 

 

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