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MILANO SOTTO LA NEVE
Asnaghi G., Meda R., Ogliari F., Ricciardi F.
Edizioni Selecta Srl , 2006
160 pagine, disegni a colori, foto in bianco/nero, molto illustrato,
cop. cartonata, dim. 21.5 x 30.5 cm .
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UN ESTRATTO

INTRODUZIONE


Milano sotto la neve!
Dimentichiamo per un momento le cronache d’assalto dei telegiornali in questo primo scorcio di XXI secolo, sempre pronti a gridare al record circa “nevicate senza precedenti” o le “ondate di freddo polare”.
Proviamo a guardare gli eventi da un altro punto di vista, più pacato, voltiamoci indietro, rispolverando vecchie cronache.
Milano motore d’Italia, Milano “capitale morale”, Milano metropoli senza sosta, sempre alla rincorsa del nuovo, del pratico, del bello; con i suoi abitanti e i pendolari “semper dree a lavurà”.
Questa città unica, stressante eppure terribilmente attraente, diversa da ogni altra. Questa città, nel suo passato, ha dovuto capitolare. Certo, non scomodo né il Barbarossa, né le orde dei barbari, né tantomeno l’agosto del 1943. Anzi! In quelle occasioni Milano ha dimostrato di risorgere prontamente, grazie al carattere unico dei suoi abitanti: i milanesi. Quelli di nascita, e quelli che lo sono diventati per “osmosi”. Già, perché a Milano, milanesi si diventa anche.
È la “bianca visitatrice”, come amavano chiamare i cronisti di allora la neve, che ha fatto capitolare la città tante volte nel corso dei secoli.
Un tempo, quando nevicava sul serio, quando l’inverno faceva il suo dovere, il freddo era veramente “polare”, accentuato dalle condizioni di vita che, almeno fino al secondo dopoguerra, non erano certo sinonimo di comodità e lusso.
L’amore per la mia città, e una vera passione per la neve hanno fatto nascere l’idea di questo libro che, una volta lanciata, ha trovato nell’editore, in Francesco Ogliari, e in Roberto Meda e Gabriele Asnaghi della Società Meteorologica Italiana, i “motori” per realizzarlo.
Sono cresciuto con i racconti della nonna, arrivata a Milano nel 1918 all’età di nove anni, e diventata nel tempo un’impeccabile milanese; poi con i racconti della mamma, milanese doc. Ho avuto la fortuna di vedere le ultime propaggini della Milano di una volta, quella delle ringhiere di Porta Genova, quando la nonna mi portava con lei dalla sarta. Le vecchiette chiacchieravano ed io ascoltavo. Ogni tanto mi annoiavo, quindi scendevo in cortile e osservavo la vita sonnacchiosa di quella Milano. Un gatto pigra-mente addormentato, i vecchi bidoni della spazzatura con le loro fedeli scope e il laboratorio di pasticceria sotto l’androne del cortile, che spandeva un profumo inebriante di burro e zucchero. Poi, la nonna chiamava ed io scattavo su per quelle scale annerite dagli anni e dall’umidità. Era l’ora della merenda, l’ora del tè con i biscotti. Ascoltavo di nuovo il chiacchierare delle nonnine e, ogni tanto, saltava fuori l’inverno del 1926 oppure quello del 1933 “quando è nata la tua mamma” mi dicevano. Poi, gli inevitabili ricordi della guerra. Un capitolo importante era dedicato al febbraio del 1947 che, all’inizio degli anni ‘70, era ancora vivo nella memoria di tutti quelli con un po’ di primavere sulle spalle.
Ho incamerato così ricordi indiretti che, negli ultimi anni, si sono miracolosamente trasformati in miei; la vera e preziosa eredità dei nostri cari vecchi!
La passione per la mia città e per la neve hanno fatto il resto e, quindi, eccoci qui a condividere un lungo viaggio nel tempo.
Approfittando della vasta esperienza di Francesco Ogliari, vero luminare nel settore della storia dei trasporti e profondo conoscitore di Milano, vi invitiamo a salire sulla carrozza di un treno molto particolare; quello che vi attende al binario del tempo. Nella prima parte del libro, quindi, vi faremo viaggiare attraverso gli inverni del passato.
Seduti nei comodi scompartimenti, potrete guardare dal finestrino e vedrete così scorrere delle immagini storiche. Ritroverete la città sotto un bianco mantello, riconoscerete alcuni angoli ancor oggi intatti oppure, con nostalgia, ne vedrete altri, oggi scomparsi. Rileggerete le cronache dell’epoca accorgendovi che, una volta, le notizie si davano in modo più pacato e il linguaggio era più ricco.
Scorreremo nel tempo sino ad arrivare alle porte del XXI secolo, passando anche per quell’indimenticabile 1985, ancora nella memoria di molti.
La neve del Natale 2000 chiuderà il viaggio, ma solo per poco. Il bello di un libro è che, riaprendo-lo, si può risalire in carrozza in ogni momento e viaggiare. Non solo attraverso i capitoli, ma con i propri ricordi personali e con la propria fantasia. I grandi eventi nevosi hanno lasciato in ognuno di noi, nel corso degli anni, immagini, ricordi, persone care, amici.
Nella seconda parte del libro troverete un’affascinante ricostruzione storica su come la città ha affrontato nei secoli i disagi derivanti dalle nevicate, con l’opera di sgombero della neve e la pulizia delle strade. Partendo dalla Milano ducale, scoprirete come l’evoluzione tecnologica e organizzativa abbia modificato nel tempo questo importante servizio, fondamentale per le attività cittadine, che, negli inverni nevosi del passato, costituiva un severo banco di prova per gli amministratori. Una piacevole e coinvolgente carrellata di metodi, soluzioni, mezzi meccanici, delibere comunali e assetti organizzati-vi. Ma anche tante polemiche, inefficienze, ritardi, curiosità e le immancabili proteste dei cittadini nella città muta e paralizzata dalla neve.
Nella terza parte del libro lasceremo da parte gli aspetti romantici e, da appassionati della materia quali siamo, ci dedicheremo alla parte scientifica, parlando della neve intesa come fenomeno atmosferico. Troverete un intero capitolo dedicato all’analisi di una delle più belle serie nivometriche italiane:
quella di Milano-Brera. Di seguito, le appendici ai capitoli sulle nevicate del XX secolo, descriveranno gli episodi nevosi dal punto di vista meteorologico.
I dati statistici dimostrano che, purtroppo, la neve sta diventando un fenomeno sempre meno frequente nella nostra città, ma questo già lo sapevamo. E senz’altro prematuro stabilire se le abbondanti nevicate degli ultimi due inverni, in particolare quella del gennaio 2006, siano il segnale di un’inversione di tendenza, e se quindi il bianco paesaggio cittadino tornerà ad essere familiare nei nostri inverni.
In ogni caso, se dovesse nevicare sempre meno, o peggio, non nevicare più, questo libro vuol essere un regalo per tutti coloro che hanno amato, amano e ameranno per sempre “la bianca visitatrice” sui tetti della nostra Milano. E poi, lasciatecelo dire: con qualsiasi tempo, con o senza neve, con la pioggia o con il sole “Milàn l’è semper on gran Milàn”...


Signore e Signori si parte! Quindi: in carrozza e... buon viaggio.

Filippo Ricciard

 

 

 

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