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OSSERVATORIO DI DOMODOSSOLA - COLLEGIO ROSMINI: NOMINATO "CENTENNIAL OBSERVING STATION"
DALL'ORGANIZZAZIONE METEOROLOGICA MONDIALE, PATRIMONIO SCIENTIFICO COLLETTIVO DA PROTEGGERE

      23 agosto 2022 - SMI/Redazione Nimbus
 

L'osservatorio meteorologico di Domodossola, attivo dal 1871 al 1876 presso Palazzo Mellerio e in seguito, fino a oggi, al Collegio Rosmini, figura tra i siti di misura più importanti d'Italia in quanto dotato di una serie di osservazioni ininterrotta e derivante da strumenti collocati in posizione inalterata per oltre un secolo.

Attualmente il monitoraggio meteorologico viene condotto tramite stazioni automatiche installate e gestite dal CNR-IRSA (Istituto di Ricerca sulle Acque) di Verbania-Pallanza in collaborazione con la Società Meteorologica Italiana.

Per riconoscere e valorizzare tali preziosi siti di misura nel 2016 la World Meteorological Organization - agenzia delle Nazioni Unite deputata al coordinamento delle attività e servizi di meteorologia, climatologia e idrologia nel mondo - ha avviato il programma internazionale "Centennial Observing Station", nell'ambito del quale, con risoluzione approvata nel giugno 2021, ha riconosciuto all'osservatorio del Rosmini la prestigiosa qualifica di "stazione centenaria".


L'attuale assetto delle stazioni meteorologiche automatiche installate dal CNR-IRSA fin dal 2000 nel prato adiacente al Collegio Rosmini, accanto alla capannina tradizionale già attiva in precedenza
(10 agosto 2022, f. Rosario Mosello).

Dopo due prime fasi di misure compiute su torrette a svariati metri dal suolo, come era abitudine a fine Ottocento (Palazzo Mellerio, novembre 1871 - giugno 1876; Collegio Rosmini, giugno 1876 - febbraio 1905),
gli strumenti furono trasferiti in questo sito a 2 metri sopra il suolo naturale, come prescritto dai moderni dettami della meteorologia,
dove sono rimasti operativi pressoché ininterrottamente fino a oggi.

Proprio l'intervento provvidenziale del CNR-IRSA nel 2000 (all'epoca CNR-ISE, Istituto per lo Studio degli Ecosistemi) permise di salvare la continuità delle misure in un momento di debolezza della gestione che avrebbe potuto sfociare in una soppressione dell'osservatorio con grave perdita di un patrimonio scientifico inestimabile, e in seguito la collaborazione con la Società Meteorologica Italiana ha portato alla digitalizzazione e analisi delle serie storica di dati e all'acquisto di nuovi sensori. 

Infatti nella primavera 2021 la SMI, grazie ai fondi 5 per mille, ha finanziato il rinnovamento della stazione automatica con nuovi misuratori di temperatura e umidità relativa in giardino, tarati secondo le procedure dell'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, e alla cui installazione
ha provveduto il personale del CNR-IRSA.

 

                   

                 

Il riconoscimento dunque è avvenuto, a seguito della candidatura proposta da SMI e CNR-IRSA, nell'ambito di un programma internazionale con cui la WMO intende promuovere e sottolineare l'importanza degli antichi osservatori meteorologici storici - aventi serie di dati omogenea e almeno centennale - per il monitoraggio meteo-climatico a lungo termine, oggi così importante per quantificare l'entità del riscaldamento globale.

L'Advisory Board della WMO ha dunque valutato positivamente l'assetto tecnico-scientifico del sito di misura ultrasecolare di Domodossola, nonché il prezioso patrimonio storico rappresentato dalla collezione di strumenti e dalla raccolta dei registri meteorologici originali.
 

Posizione del Collegio Rosmini nell'area urbana di Domodossola. L'osservatorio si trova nel settore meridionale della città
(base Google Maps).

 

Veduta di Domodossola dal Sacro Monte Calvario (23 aprile 2014, f. Paolo Lorenzo Bertolotto) con indicazione della posizione del Collegio Rosmini con la torretta dell'osservatorio di fine Ottocento (asterisco giallo) e della stazione attuale su prato (sperimentale dal 1898 e stabile dal 1905).
In questo settore meridionale della città l'urbanizzazione non è stata particolarmente intensa, limitata dal rilievo del Colle Mattarella a Sud, pertanto si può ritenere che l’effetto «isola di calore» sia aumentato relativamente poco dall’installazione degli strumenti al Collegio Rosmini nel 1876 (in precedenza collocati per cinque anni al Palazzo
Mellerio, in posizione più centrale).


Veduta generale e dettaglio della torretta del Collegio Rosmini in cui dal giugno 1876 furono attivi gli strumenti dell'osservatorio, in parte trasferiti in capannina nel prato sottostante dal 1898, in particolare i termometri
(luglio 2014, f. Daniele Cat Berro).




La facciata anteriore (Sud-Est) del Collegio Rosmini; la torretta meteorologica, non visibile nella foto, si trova posteriormente, sul lato nord-occidentale del complesso (10 agosto 2022, f. Rosario Mosello).
 

Veduta storica della stanza dell'osservatorio (fine Ottocento - inizio Novecento, foto archivio Rosario Mosello / CNR-IRSA).
 

Cartolina storica raffigurante dettagli della torretta-specola e (al centro) la grande capanna meteorologica collocata sul prato sottostante nel 1898 su suggerimento del prof. Pietro Tacchini, direttore dell'Ufficio Centrale di Meteorologia a Roma, che visitò l'osservatorio Rosmini nel giugno di quell'anno (tra il 1898 e il 1905 le misure di temperatura vennero eseguite parallelamente sia in torretta, sia su prato, permettendo - come purtroppo solo raramente succede - un opportuno e lungo confronto
tra i due siti; dal 1905 in poi la serie termometrica proseguì unicamente
su prato).
In una data imprecisata, probabilmente tra Anni Settanta e Ottanta del Novecento, la grande capanna storica venne sostituita dalla capannina, più piccola, ancora oggi presente e contenente un sensore di temperatura dell'aria (archivio Rosario Mosello / CNR-IRSA). 
 

Strumenti di misura ancora ospitati presso l'antica torretta dell'osservatorio, ma non più in uso (luglio 2014, f. Daniele Cat Berro): dall'alto al basso, l'apparato registratore dell'anemografo SIAP (velocità e direzione del vento), l'eliofanografo Campbell-Stockes in terrazza (durata del soleggiamento) e il pluviografo SIAP (quantità e intensità delle precipitazioni).


Luglio 2014: veduta - ripresa dalla torretta - del giardino che ospita l'attuale stazione meteorologica (freccia rossa; f. Daniele Cat Berro).


Nella quarta sessione di selezione del giugno 2021 (seguita a quelle di maggio 2017, giugno 2018 e settembre 2020) hanno ricevuto la nomina di “stazione centenaria” WMO anche gli osservatori italiani di:

Campotosto (provincia dell'Aquila; dati dal 1919)
Chieti (1918)
Genova-Università (1833)
Milano-Brera (1763)
Rovereto (1882)
Sulmona (1919)

aggiungendosi agli altri tredici già riconosciuti nel 2018 e 2020, ovvero:

Moncalieri-Collegio Carlo Alberto (1865)
Pesaro-Osservatorio Valerio (1871)
Urbino-Serpieri (1850)
Firenze-Ximeniano (1813)
Roma-Collegio Romano (1787)
Vigna di Valle (1910)
Piacenza-Collegio Alberoni (1871)
Modena-Piazza Roma (1830)
Venezia-Istituto Cavanis (1835)
Montevergine (prov. Avellino; 1884)
Palermo-Vaiana (1791)
Aggius (1919)
Carloforte (1901), questi ultimi due in Sardegna.

Dunque, ad oggi (agosto 2022), le stazioni nominate come "centenarie" dalla WMO in Italia sono 20 (di cui tre gestite o co-gestite da SMI: Domodossola, Moncalieri e Piacenza), e altre ancora hanno le caratteristiche per essere candidate in futuro.

In totale l'elenco mondiale è giunto a contare 291 osservatori distribuiti in tutti i continenti (vedi la carta), incluse le celebri stazioni di New York-Central Park (serie dal 1869), Parigi-Montsouris (1872), Stoccolma (1756)... fino ai remoti siti delle isole Orcadi (Antartide, 1904) e di Bjornoya (Artico norvegese, 1920), per citarne solo alcuni.

A conferma della lunga e fiorente tradizione italiana nell'invenzione degli strumenti meteorologici nel Seicento (barometro di Torricelli, termometri fiorentini...) e nell'avvio dei primi osservatori tra Settecento e Ottocento,
il nostro Paese è attualmente quello dotato del maggior numero e concentrazione di stazioni centenarie (20)
, seguito dall'India (17) e dal Kazakistan (14), i cui territori sono però enormemente più vasti!

Tuttavia manca ancora un serio interesse da parte delle amministrazioni e della politica per tutelare il mantenimento di queste istituzioni di primaria importanza scientifica, storica e culturale.
Nel disinteresse collettivo, negli ultimi decenni molti osservatori hanno chiuso l'attività per mancanza di fondi e personale, per cambiamenti d'uso degli edifici o dei terreni che li ospitavano, o sono stati spostati compromettendo così l'omogeneità delle misure. 

La qualifica di stazione centenaria verrà sancita con la collocazione di un'apposita targa nei locali dell'antica specola, e sarà l'occasione per proporre appena possibile un evento pubblico, scientifico-divulgativo, dedicato alla storia e al futuro dell'osservatorio Rosmini.


DOMODOSSOLA, LA STAZIONE ATTUALE

La stazione attuale - gestita dal personale del CNR-IRSA di Verbania-Pallanza nel quadro della propria rete di monitoraggio climatico, idrologico e ambientale, con la collaborazione della Società Meteorologica Italiana - provvede alla misura e registrazione automatica delle precipitazioni e della temperatura e umidità relativa in capannina a 2 metri dal suolo su prato e in adiacente schermo esterno (passivo).

Completano le apparecchiature la snowcam per l'osservazione dell'altezza della neve al suolo (tavoletta su prato), operativa dal dicembre 2014 (foto in basso) e la webcam panoramica in torretta rivolta verso la città e la Val Bognanco.

Sono inoltre presenti presso la stazione dei campionatori per la raccolta della deposizione umida (ovvero degli inquinanti deposti al suolo da pioggia e neve): i campioni, raccolti con frequenza settimanale, vengono analizzati presso il laboratorio di idrochimica del CNR di Verbania, proseguendo una serie pluridecennale di dati.
Questo monitoraggio, iniziato a Domodossola nel 1986, permette di seguire l’evoluzione a lungo termine delle caratteristiche chimiche degli apporti atmosferici, con particolare riferimento all’acidità e ai composti dell’azoto. Queste informazioni risultano particolarmente utili per analizzare l'impatto dell’inquinamento atmosferico, trasportato con le masse d’aria e veicolato al suolo dalle deposizioni, sugli ecosistemi sia terrestri sia acquatici.

Un esempio dell’applicazione di tali dati è presente nelle seguenti pubblicazioni:

Rogora M., Steingruber S., Marchetto A. et al., 2022 - Response of atmospheric deposition and surface water chemistry to the COVID-19 lockdown in an alpine area. Environ. Sci. Pollut. Res. https://doi.org/10.1007/s11356-022-20080-w.

Rogora M., Colombo L., Marchetto A., Mosello R., Steingruber S., 2016 - Temporal and spatial patterns in the chemistry of wet deposition in Southern Alps. Atm. Envir. 146:44–54.
https://doi.org/10.1016/j.atmosenv.2016.06.025.


Aspetto generale della stazione meteorologica attuale (10 agosto 2022,
f. Rosario Mosello): oltre ai pluviometri (al centro) e ai sensori di temperatura in schermo esterno e in capannina (a sinistra), è presente un campionatore wet-only per la raccolta e successiva analisi di laboratorio delle caratteristiche chimiche delle deposizioni atmosferiche che avvengono durante le precipitazioni (a destra).


Dettaglio dei campionatori wet-only delle deposizioni atmosferiche
(10 agosto 2022, f. Rosario Mosello).
 

L'asta nivometrica, così come vista dalla snowcam dopo la nevicata del 15 febbraio 2015 (20 cm). La teleosservazione del manto nevoso tramite webcam dal dicembre 2014 ha permesso di riprendere le osservazioni dello spessore del manto nevoso, che al Collegio erano terminate nel 1973, e che nel 2010 vennero soppresse anche alla vicina centrale Enel di Crevoladossola.


La serie di dati meteorologici del Collegio Rosmini è stata interamente recuperata e digitalizzata dai registri originali, e analizzata in un ampio articolo apparso - insieme a una più estesa analisi del clima ossolano coordinata da Luca Mercalli - sul n. 72 della rivista Nimbus a cura dello staff SMI e CNR-IRSA (Bertolotto et al. 2014).

Scarica il pdf dell'articolo sull'analisi della serie storica di Domodossola.

Acquista il fascicolo (cartaceo) di Nimbus 82 sul clima ossolano.

 




PROSPETTIVE FUTURE

L'assetto attuale della stazione permette il proseguimento della serie meteorologica storica del Collegio Rosmini, ma, congiuntamente all’attività degli enti scientifici, è fondamentale che anche le autorità locali si impegnino affinché le caratteristiche del territorio immediatamente circostante rimangano il più possibile inalterate in futuro per scongiurare disomogeneità nelle misure o, peggio, interruzioni di attività.
 

guarda anche...

- Il video di lancio dell'iniziativa WMO Centennial Station (2016), cui hanno collaborato su richiesta della WMO anche la SMI e il presidente Luca Mercalli.

- Gli articoli di Nimbusweb sulla nomina a Centennial Station degli osservatori di Moncalieri (2018) e Piacenza (2020).


ringraziamenti

Il principale merito di questi risultati è da attribuire ai sacerdoti Rosminiani che si sono succeduti, per circa 130 anni, alle attività di misura e di divulgazione dei dati, riuscendo a mantenere gli standard qualitativi delle misure all’altezza della rete italiana.

Un doveroso ringraziamento va al personale del CNR-IRSA di Verbania-Pallanza, in particolare Rosario Mosello, Dario Manca, Helmi Saidi, Marzia Ciampittiello e Michela Rogora, che, oltre ad assicurare la continuità delle misure dell'osservatorio dall’anno 2000, hanno collaborato al recupero della serie storica di dati e alla loro pubblicazione, e ad oggi si occupano dell'operatività e della manutenzione della stazione meteorologica nell’ambito dei propri progetti di ricerca.

 

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