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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

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27 SETTEMBRE 2014: RICOGNIZIONE AEREA DEI GHIACCIAI
TRA MONVISO E VALLI DI LANZO


Reportage fotografico di Luca Mercalli


Il 27 settembre 2014 Luca Mercalli ha eseguito con Antonio Centocchi, pilota dei Falchi di Daffi, una ricognizione aerea dei ghiacciai delle Alpi Cozie e Graie Meridionali compresi tra il Monviso a Sud e le Valli di Lanzo a Nord, favorita dal tempo stabile, soleggiato e calmo grazie all'anticiclone "Kieron" (così battezzato dall'Istituto di Meteorologia dell'Università di Berlino) disteso sull'Europa centrale.

Nonostante la presenza di neve residua più abbondante rispetto a molti anni recenti (e dovuta in gran parte ad accumuli da valanga) i ghiacciai della zona apparivano comunque in gran parte spogli di nevato sotto ai 3000 m circa, e mostravano talora vistosi segni di regresso a distanza di pochi anni dalle precedenti riprese aeree (vedi i confronti dei ghiacciai del Rocciamelone e del Baounet).


Il versante nord-orientale del Monviso (alta Valle Po), con numerosi accumuli di valanga presenti alla base dei canaloni.
 

Parete Nord del Monviso: il piccolo e ripido ghiacciaio Superiore di Coolidge, ricostituitosi dopo il crollo dell'8 luglio 1989 ma con potenza e volumi assai inferiori, appare quest'anno interamente coperto di nevato in virtù della sua posizione ombreggiata.
 

Gruppo Ambin (Valle di Susa): i ghiacciai dell'Agnello (al centro)
e di Ferrand (a destra, in territorio francese).
 

Ghiacciaio del Sommeiller (versante francese): una sottile spruzzata di neve fresca, caduta il 25 settembre, mette in evidenza l'attuale estensione del ghiacciaio, altrimenti seminascosto sotto diffusi detriti rocciosi. Gli ampi depositi morenici antistanti, che giungono fin quasi al bordo inferiore dell'immagine, suggeriscono l'entità del territorio liberato dai ghiacci dalla fine della Piccola Età Glaciale (1820-1850).
Fino agli Anni 1980 su questo ghiacciaio, presso il Colle del Sommeiller
(a destra nella foto, con accesso automobilistico da Bardonecchia/Rochemolles)
si praticava lo sci estivo, oggi non più possibile dato l'intenso regresso glaciale.
 

Il Lago e il Colle del Moncenisio, con veduta verso Nord-Ovest,
verso la Grande Casse (Vanoise) e Il Monte Bianco.




Il ghiacciaio del Rocciamelone come si presentava il 29.07.2003, nel cuore dell'estate più calda da secoli sulle Alpi, con il grande lago marginale al massimo della sua capienza prima dello svuotamento controllato del 2004-2005. Oggi il lago non esiste più e non vi sono più le condizioni morfologiche opportune per l'accumulo dell'acqua di fusione, ma la cavità è ancora visibile, e soprattutto - nell'arco di un decennio - sono apparsi numerosi affioramenti rocciosi (asterisco) sulla parte superiore del ghiacciaio a causa della perdita di spessore plurimetrica.
Al termine dell'estate 2014 il ghiacciaio appare quasi interamente sgombro da neve residua, e il biancore nella porzione più elevata dell'apparato (circa 3200 m) è attribuibile solo a un sottile strato di neve fresca.
 

Una visione più ampia, da Nord-Ovest, dell'intero ghiacciaio del Rocciamelone. All'ombra della cresta che chiude la testata della Val Cenischia (Rocciamelone-Lamet) restano numerosi banchi di neve residua, ma il ghiacciaio, in posizione più soleggiata, ne è quasi completamente privo, e si sta frammentando in due settori separati da emergenze rocciose.
 

Il Lago della Rossa (2718 m, invaso idroelettrico più elevato d'Italia, gestito da ENEL) sovrastato dal ghiacciaio pensile della Croce Rossa, al centro. La quota elevata (circa 3450 m) e l'esposizione nord-orientale hanno fatto sì che - quest'anno - questo piccolo apparato sia rimasto interamente coperto di neve residua,
in condizioni locali di bilancio positivo.
 

Il bel ghiacciaio del Baounet, sul versante Ovest (francese) della Croce Rossa (3566 m). A seguito della riduzione di spessore glaciale, rispetto al volo del 06.09.2007 il settore sinistro orografico si è ormai separato dal corpo principale del ghiacciaio,
nel quale non confluisce più (asterisco).


Luca Mercalli con Antonio Centocchi, pilota del Cessna C172 dei Falchi di Daffi
al campo volo di Cumiana (TO).
 


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