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 di: Massimo Riso


I GHIACCIAI DEL MONTE BIANCO (VERSANTE ITALIANO)

1818 - 2014

Prima parte, seconda parte, terza parte, quarta parte, quinta parte, sesta parte , settima parte

Considerazioni sul clima

Dopo che abbiamo visto l'evoluzione dei ghiacciai del Monte Bianco dal 1818, dalla fine della piccola era glaciale ad oggi, è d'obbligo fare alcune considerazioni sul clima.

Riguardiamo le due immagini del ghiacciaio di Pré de Bar viste il numero scorso:

 

Foto 1 - ghiacciaio di Pré de Bar - Agosto 1887
Autore: Porro - Druetti
Punto di ripresa: sulla fronte del ghiacciaio
Foto 2 - ghiacciaio di Pré de Bar - Agosto 2014
Autore: Massimo Riso
Punto di ripresa: sulla ex fronte del ghiacciaio

Queste sono le classiche due immagini che vengono sempre pubblicate per dimostrare che il clima è costantemente proiettato verso il caldo, almeno dall'inizio del 1800 da oggi. Ma come abbiamo visto i ghiacciai del Monte Bianco hanno avuto ben 5 espansioni e sei ritiri dall'epoca, di cui l'ultima espansione (inizio degli anni '60 e finita alla fine degli anni '80 del secolo scorso) ha sfiorato l'avanzata avuta alla fine della piccola era glaciale. Questa avanzata era generalizzata alla maggior parte dei ghiacciai del mondo.

 

 

 

Grafico 1 - Concentrazione atmosferica della CO2
Mauna Loa Observatory, Hawaii (NOAA) - Ultimo grafico disponibile
Fonte:
Earth's CO2 Home Page

Garfico 2 - Media anomalie stagionali di Temperatura nelle Alpi
(Periodo di riferimento 1901-2000) dal 1818 al 2009
Dati provenienti da MeteoSvizzera, 2010

Analizziamo ora l'andamento della concentrazione della CO2 nell'atmosfera (Grafico 1).

Dal 1958 ad oggi è costantemente aumentata, abbiamo ormai superato abbondantemente le 400 parti per milione, a luglio 2020 il valore era di 414,38 ppm e non accenna a rallentare.

Guardiamo ora il grafico della media delle anomalie stagionali di Temperatura nelle Alpi (Grafico 2), prendiamo in considerazione questo grafico perchè, come abbiamo visto nelle puntate precedenti, sono le temperature estive che influenzano l'avanzata ed il ritiro dei ghiacciai.

La barra verticale in corrispondenza dell'anno 1955 rappresenta l'inizio delle misurazioni di CO2. Come potete osservare, già alla fine degli anni '40 la temperatura cominciò a diminuire, e continuò a diminuire fino all'inizio degli anni '80. In questo periodo la concentrazione di CO2 continuò a salire imperterrita. Se ricordate bene, negli anni '60 eravamo in piena espansione industriale, sia in Europa che in America, e all'epoca non si faceva certo caso alle emissioni di CO2 e nemmeno al resto degli inquinanti, eppure la temperatura diminuì.

Anche la temperatura media mondiale (Grafico 3) segue lo stesso andamento della temperatura delle Alpi, anche se meno marcato.

Garfico 3 - Anomalia Temperatura Media Annuale mondiale
Periodo di riferimento 1951-1980
Dati ufficiali: NASA-GISS (National Aeronautics and Space Administration – Goddard Institute for Space Studies)

Adesso vi invito a osservare il grafico 5. E' il cosiddetto "grafico a spaghetti" generato dal modello ensemble GEFS (Global Ensemble Forecasting System) per la previsione a 15 giorni dei valori di temperatura a 850hPa (gruppo di linee in alto) e di precipitazione (gruppo di linee in basso).

Non è possibile avere le misurazioni di tutti i parametri meteorologici su tutta la superficie della Terra ed in modo uniforme, inoltre tutti gli strumenti hanno un errore intrinseco di lettura, tenendo presente ciò i valori calcolati dal modello potrebbero avere esiti differenti.

Per poter valutare quanto potrebbero discostarsi i valori calcolati dal modello da quelli reali, viene effettuato un elevato numero di simulazioni partendo da condizioni iniziali leggermente diverse, i risultati vengono elaborati statisticamente, in modo da ottenere una “situazione media” e l’indicazione della “dispersione” degli altri membri rispetto alla media (deviazione standard o spread), questa dispersione indica proprio l’incertezza.

Si nota come le linee mostrano generalmente un andamento fortemente omogeneo nel breve periodo, in cui risultano tutte accorpate sui medesimi valori di previsione, mentre con l'allungarsi dell'orizzontale temporale le diverse simulazioni divergono creando il cosiddetto effetto "a spaghetti", tipico dell'ensemble.

Quello che voglio favi notare è l'incertezza dei valori della temperatura a 15 giorni, si aggirano intorno ai 10°C, ciò significa che a 15 giorni i più avanzati modelli di previsione della temperatura possono commettere un errore di 10°C.

Ricordiamo ciò che si era prefissato nella Conferenza (Cop 21) della Convenzione sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi nel dicembre 2015: "Limitare l’aumento della temperatura globale rispetto ai valori dell’era preindustriale sforzandosi di fermarsi a +1,5° entro la fine del secolo. Per centrare l’obiettivo, le emissioni devono cominciare a calare dal 2020."

Alla luce di quanto visto fino ad ora io mi chiedo: "Come è possibile prevedere un aumento di temperatura da qui a 85 anni di 1,5°C? Non solo, ma volerlo anche controllare?"

Garfico 5 - Meteogrammi, grafico a spagnetti