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ghiacciaio Ciardoney (GRAN PARADISO), FEBBRAIO 2021:
INNEVAMENTO TRA I PIù SCARSI NELLE ALPI

Daniele Cat Berro, SMI/Redazione Nimbus
25 febbraio 2021

 


Martedì 23 febbraio 2021, in un'atmosfera resa surreale dalla nube di polvere sahariana e dalle temperature primaverili (massima di 7 °C), una squadra della Società Meteorologica Italiana è salita al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso) per lavori di manutenzione alla stazione meteorologica che da dicembre 2020 non trasmetteva i dati su web (tuttavia regolarmente registrati nella memoria locale insieme alle immagini webcam) a causa dell'avaria del cavo di alimentazione dell'antenna radio.

Come sempre la missione si è svolta grazie all'appoggio logistico e operativo di IREN Energia e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, e con l'assistenza tecnica in remoto della ditta ErreElleNet per gli aspetti di connettività e trasmissione dei dati meteo (comunicazioni possibili solo via telefono satellitare, in assenza di rete GSM).

Ore 8:15 del 25 febbraio 2021: veduta generale dall'elicottero della zona del ghiacciaio Ciardoney (sullo sfondo, in ombra e nascosto dalla neve invernale) e della piana proglaciale. Il cerchio rosso indica la posizione della stazione meteorologica Campbell attiva con continuità dal 2010, a quota 2850 m.


Diego Marzo (elettricista) e Davide Bonaudo (ingegnere elettronico) eseguono le manutenzioni alla stazione meteorologica. Le condizioni, anomale per fine inverno (anticiclone subtropicale con isoterma 0 °C a 2900 m in libera atmosfera, e aria calma), sono per lo meno propizie a lavorare comodamente all'aperto in alta montagna...


I dati meteorologici hanno così ripreso ad alimentare regolarmente la pagina internet dedicata, mentre persiste ancora un problema con l'aggiornamento delle immagini webcam che contiamo di poter risolvere nel corso della primavera.

In ogni caso è stato possibile scaricare tutte le immagini acquisite durante l'inverno, permettendo di leggere gli spessori giornalieri del manto nevoso all'asta nivometrica (grafico qui sotto).
 

Andamento giornaliero della neve al suolo alla stazione meteorologica del ghiacciaio Ciardoney (2850 m) negli inverni dal 2012-13 al 2020-21
(grafico aggiornato al 23 febbraio 2021, linea verde spessa; clicca per ingrandire).


A differenza dell'alta Val d'Aosta e delle Alpi centro-orientali, subissate quest'inverno da nevicate straordinarie, emerge una situazione di innevamento decisamente scarso per la quota e la stagione, pari a 90 cm totali al suolo, residuo per lo più degli episodi del 2-5 ottobre 2020, 4-6 dicembre 2020 e 1-5 gennaio 2021, gli unici ad aver generato apporti di neve fresca superiori a 20 cm.

Salvo in queste tre occasioni, le Alpi Torinesi infatti si sono trovate sempre sottovento, al riparo della cresta alpina principale, durante i flussi umidi tra Sud-Ovest, Ovest e Nord-Ovest finora prevalenti nell'inverno 2020-21.

Le prime due categorie di perturbazioni hanno scaricato grandi nevicate sulle Alpi centro-orientali e l'Appennino settentrionale, la terza i versanti franco-svizzeri e i settori di confine dell'alta Val d'Aosta, lasciando dunque all'asciutto o quasi le vallate affacciate sulla pianura piemontese.

In attesa (si spera) delle nevicate primaverili, solitamente abbondanti e preziose per il ghiacciaio, lo spessore massimo del manto nevoso per ora si è raggiunto il 5 gennaio 2021 con 170 cm, al termine di un episodio di sbarramento da Sud-Est propizio a nevicate abbondanti sulle valli alpine torinesi.
Nelle settimane seguenti i ricorrenti venti da Ponente hanno via via eroso il manto nevoso (asportazione eolica), fino a ridurlo ai 90 cm attuali.

Alla stessa data (23 febbraio) solo nel 2013 e 2016 si osservarono altezze di neve simili o inferiori (rispettivamente 80 e 60 cm).

Per confronto, a quote analoghe sul resto delle Alpi si rilevano spessori di
(dati del 25 febbraio 2021):

188 cm al Passo del Moro (2820 m, Val d'Ossola/Monte Rosa)
210 cm alla Capanna Presena (2715 m, Tonale/Adamello-Presanella)
229 cm a Livigno-La Vallaccia (2660 m, Alpi Retiche)
248 cm al Passo Marinelli (3032 m, Val Malenco/Bernina)
255 cm presso il Gran San Bernardo (2360 m, alta Val d'Aosta)
270 cm a Ra Valles (2592 m, Tofane - Dolomiti venete)
421 cm al Livinal Lunc (1837 m, Sella Nevea - Alpi Giulie, località dalla nevosità straordinaria nonostante la quota inferiore ai 2000 m).

Se pure le nevicate primaverili dovessero essere inferiori al normale, ciò predisporrebbe la stagione idrologica 2020-21 a importanti perdite di massa glaciale, tenendo anche presente che la rilevante deposizione di polvere sahariana avvenuta con la nevicata del 6-7 febbraio 2021, abbassando l'albedo del manto nevoso, ne determinerà una più rapida fusione non appena lo strato colorato (oggi seminascosto da nuove deboli nevicate "pulite" e dal rimaneggiamento eolico) affiorerà in superficie tra fine primavera e inizio estate 2021.
 


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