Il 13 settembre 2013 gli operatori della
Società Meteorologica Italiana hanno eseguito le consuete misure di
fine estate al Ghiacciaio Ciardoney (versante piemontese del Gran
Paradiso) per la determinazione del bilancio di massa e delle
variazioni frontali, in collaborazione con il Comitato Glaciologico
Italiano e grazie all’importante appoggio logistico di
IREN Energia e
dell’Ente Parco Nazionale
del Gran Paradiso.
Nonostante l'imponente
innevamento tardo primaverile - che al sopralluogo del 12
giugno 2013 mostrava spessori nevosi compresi tra 320 e 550 cm sul
ghiacciaio, e un accumulo specifico pari a 1,59 m di acqua equivalente
- la
quarta estate più calda da due secoli e mezzo sul Nord-Ovest
italiano ha avuto modo di fondere quasi completamente la neve
stagionale, inducendo una nuova perdita di massa glaciale,
sebbene più moderata rispetto a molti altri anni recenti
contraddistinti da imponente ablazione.
Il bilancio di massa 2012-13 al Ciardoney è pari infatti a -0,61 m
di acqua equivalente (come media sull'intero apparato, con superficie
di 0,57 km2), un valore simile a quanto riscontrato nelle
stagioni 1994-95, 1996-97 e 2008-09, e più contenuto rispetto alla
media di -1,33 m del periodo 1992-2012.
Solo in prossimità del Colle Ciardoney, sopra i 3100 m, e alla base
degli ombrosi versanti settentrionali delle Uje di Ciardoney, si
conservavano significativi spessori di neve residua (80 cm al sito
di misura n. 1), oltre ad alcuni banchi di nevato (probabili
accumuli di valanga) che ostacolavano in parte il rilievo delle
variazioni frontali (ritiro lineare medio della fronte stimato in
1,5 m).

13.09.2013: dal
Colle Ciardoney, uno sguardo ai vicini e minuscoli ghiacciai di
Valsoera meridionale (a sinistra) e settentrionale (a destra), quest'anno
rimasti pressoché interamente coperti di neve residua soprattutto a
causa degli apporti valanghivi dai soprastanti canaloni delle Punte di
Teleccio e Scatiglion.

Il ghiacciaio
Ciardoney mostrava invece neve residua soltanto alle quote più
elevate,
oltre i 3100 m circa, come qui, in prossimità del colle omonimo dove
si trova la palina ablatometrica n. 1 (e dove, dei 550 cm di neve
stagionale presenti il 12 giugno, al termine dell'estate ne sono
rimasti 80).


Nonostante sul
settore superiore del Ciardoney il ghiaccio abbia cominciato ad
affiorare solo nella seconda metà di agosto, e l'ablazione si sia così
limitata a poche settimane di fine estate, il ruscellamento
superficiale delle acque ha avuto modo di incidere una bédière
profonda almeno mezzo metro, che alimentava il sistema di mulini
glaciali come di consueto presente in prossimità della palina n. 3.
Al primo mattino del 13 settembre 2013 la temperatura compresa tra -2
°C e 0 °C sul ghiacciaio ha interrotto temporaneamente la fusione, che
riprenderà con intensità moderata nelle ore centrali del giorno, sotto
la forte radiazione solare di una giornata limpida grazie ai venti
nord-occidentali in quota.

L'operatore
glaciologico Fulvio Fornengo (SMI-CGI) misura la sporgenza dal
ghiaccio della palina n. 3: qui l'ablazione rispetto all'ultimo
rilievo del 7 settembre 2012 è stata di 117 cm.

Alla palina n. 6
l'ablazione estiva su ghiaccio è stata di 132 cm.

Veduta del settore
frontale del ghiacciaio, rimasto privo di neve residua a partire dai
primi giorni di agosto 2013: sullo sfondo, cumuli risalgono i versanti
della Valle di Forzo (Soana), tuttavia le correnti nord-occidentali
asciutte in quota ne impediscono l'ulteriore sviluppo.

Una delle poche
bédières presenti al termine di questa estate sul settore frontale del
ghiacciaio, meno numerose e profonde rispetto ad altre annate recenti
segnate da più intensa ablazione e dunque abbondante scorrimento
superficiale di acqua di fusione.

Il pianoro
detritico frontale visto dal pendio inferiore del ghiacciaio: verso le
ore 10:30 il torrente emissario appariva ancora ghiacciato (nella
notte la temperatura minima alla stazione meteorologica è stata di
-2.1 °C, a quota 2850 m), in attesa di scongelare rapidamente entro il
mezzogiorno, quando la portata è aumentata per l'arrivo di acqua di
fusione dal ghiacciaio.

Le misure frontali
al segnale A4D (appena stabilito sulla traiettoria di misura dal
precedente segnale A3D, ormai lontano dal ghiaccio a causa
dell'intenso regresso degli ultimi anni) sono ostacolate da un
accumulo locale di neve residua che maschera il margine glaciale,
tuttavia si può ragionevolmente considerare che la posizione della
fronte in questo punto sia rimasta stazionaria rispetto al 2012.

Ore 11: durante la
mattinata, con l'aumento della temperatura e la forte radiazione
solare, l'acqua di fusione inizia a raccogliersi all'uscita del
torrente glaciale presso la fronte, ed è distinguibile per la maggiore
torbidità dovuta alla presenza di fine limo in sospensione.

La fronte del
Ciardoney presso il segnale di misura A5C (appena stabilito sulla
traiettoria di misura dal precedente segnale A4C). In questo tratto,
in posizione marginale rispetto all'accumulo nevoso che nascondeva
parte della fronte, il ghiacciaio si è ritirato di 3 m rispetto al
settembre 2012, per cui si può stimare un regresso medio frontale di
circa 1,5 m.

Serie delle
variazioni frontali e cumulate dal 1971 al 2013 al Ghiacciaio
Ciardoney. Quest'anno il ritiro è stato dunque pari a 1,5 m come media dei due
segnali di misura attualmente utilizzati, e il regresso totale
dall'inizio dei rilievi nel 1971 è giunto a ben 388 m.
La persistenza del manto nevoso più prolungata rispetto alla media
degli ultimi anni ha fatto sì che il ritiro frontale sia stato poco
pronunciato, tuttavia il ghiacciaio nel suo insieme rimane in
condizioni sfavorevoli alla sua conservazione a lungo termine,
come indica il bilancio di massa (qui sotto).

Serie dei bilanci
di massa annuali (accumulo, ablazione, bilancio netto) e cumulati
dalla stagione idrologica 1991-92, espressi in metri di equivalente
d’acqua.
La stagione 2012-13 ha visto perdite di spessore glaciale
nulle alla palina n. 1 (Colle Ciardoney) e poi crescenti più a valle
fino ai 165 cm
della palina n. 7 (settore frontale), corrispondenti a una lama
d’acqua media di 0,61 m.
Dunque ancora un bilancio negativo (sebbene meno drastico rispetto
alla media di -1,33 m del periodo 1992-2012), nonostante l'importante e tardivo
innevamento della primavera 2013, che porta il valore cumulato in 22
anni
a -28,5 m.

Oltre che per le
misure glaciologiche, la missione sul ghiacciaio è stata programmata
per eseguire la manutenzione della
stazione meteorologica automatica
e della webcam:
scarico dei dati meteo; sostituzione del cavo di rete e alimentazione
della webcam che a causa di
un'avaria aveva procurato un black-out delle immagini per alcune
settimane tra fine luglio e fine agosto; rafforzamento dei tiranti di controventatura
del traliccio… in collaborazione con i tecnici di
CSP-Innovazione nelle ICT e con la ditta Diego Marzo s.a.s.
- Sant'Ambrogio di Torino (f. D. Marzo).

Luca Mercalli
commenta la situazione del ghiacciaio di fronte alla telecamera
dell'operatore Ivo Bonato (RAI Torino), in vista del consueto servizio
per il TGR Piemonte.

Panoramica del
ghiacciaio e del pianoro antistante dalla stazione fotografica S2, in
prossimità della stazione meteorologica. Accumuli di neve residua
rimangono qua e là nel bacino glaciale, anche in prossimità della
fronte, ma più diffusamente sopra i 3100 m (Colle Ciardoney), tuttavia
la situazione appare pur sempre sfavorevole nel suo insieme.

La missione di
venerdì 13 settembre è avvenuta proprio in chiusura della stagione di
ablazione 2013 sul Ciardoney, poiché nel corso di domenica 15 - al
passaggio di una perturbazione atlantica con flusso di venti umidi da
Sud-Ovest - la pioggia si è trasformata in neve alla quota del
ghiacciaio, depositando uno strato di un paio di centimetri al suolo.
Ecco l'immagine
webcam
delle h 10 di lunedì 16 settembre 2013,
al ritorno di alcune schiarite.
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