Approfittando di un risicato intervallo di
schiarite in un periodo altrimenti quotidianamente instabile e
temporalesco, giovedì 1° giugno
2023 gli operatori della Società Meteorologica Italiana e dell'Ente Parco Nazionale
del Gran Paradiso - in collaborazione
con IREN Energia e nel quadro delle campagne di misura del
Comitato
Glaciologico Italiano - ha condotto i consueti rilievi di spessore e
densità del manto nevoso per la determinazione del bilancio invernale
sul ghiacciaio Ciardoney, oltre alla manutenzione della stazione
meteorologica.
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Ghiacciaio Ciardoney, 1° giugno 2023: Raffaella Miravalle e Gianpaolo
Palladino (entrambi guardaparco PNGP) si apprestano all'estrazione e pesatura
dei campioni di neve
per la determinazione dell'equivalente in acqua del manto nevoso,
tramite il carotiere
"Valtecne".
CARATTERISTICHE DELLA STAGIONE DI
ACCUMULO NEVOSO
2022-23:
FRONTI DA OVEST E POCA NEVE FINO A METà APRILE,
POI RITORNO DI
PRECIPITAZIONI ABBONDANTI
A FINE PRIMAVERA
La stagione di accumulo nevoso 2022-23 è stata
caratterizzata da una generale e notevole scarsità di
precipitazioni tra autunno, inverno e la prima parte della primavera.
In questi periodi sono stati frequenti i sistemi frontali provenienti
dal settore tra Sud-Ovest, Ovest e Nord-Ovest, attivi sul versante
francese dell'arco alpino e sull'alta Valle d'Aosta (Monte Bianco), ma
poco produttivi in termini di precipitazioni su quello rivolto verso
la Valpadana in cui il Ciardoney si trova. Inoltre, insistenti
anticicloni hanno regnato nel periodo natalizio e soprattutto nel
febbraio 2023.
Alcune nevicate più consistenti si sono verificate nella prima metà di
dicembre 2022 (65 cm di neve fresca alla stazione meteorologica presso
il ghiacciaio tra il 2 e il 4 dicembre), ma per il resto hanno
prevalso apporti modesti.
Da gennaio a metà aprile 2023 l'altezza della neve alla
stazione meteorologica sul pianoro dinanzi al ghiacciaio (2850 m) è
stata spesso prossima o inferiore ai minimi dell'ultimo decennio,
situazione dunque molto inusuale e talora fin peggiore rispetto alla
già scarsissima stagione 2021-22: il 22-23 febbraio 2023
intorno all'asta nivometrica si è stimato, tramite osservazione da
webcam, uno spessore dell'ordine di appena 20 cm, perfino con
tratti di suolo scoperto nei pressi a causa dell'erosione del manto
nevoso da parte del vento.
Dopo un primo incremento di consistenza dello strato nevoso verso metà
marzo grazie a quotidiane perturbazioni da Ovest, l'andamento
nivometrico è cambiato da fine aprile 2023 in particolare per
intervento delle importanti perturbazioni associate a scirocco
umido del 30 aprile-1° maggio e 19-21 maggio, configurazioni che
al Nord-Ovest italiano non si erano pressoché viste nel siccitoso
periodo dal novembre 2021.
Proprio il 21 maggio 2023 il manto nevoso ha raggiunto la
massima altezza della stagione, 185 cm, tuttavia un valore pur sempre
modesto per una località a quota 2850 m sul Gran Paradiso, e
superiore - nel periodo dal 2013 - solo alle stagioni 2020-21 (170 cm)
e 2021-22 (115 cm): nel decennio 2013-2022 la media delle massime
altezze annuali di neve al suolo è stata di 275 cm.

Andamenti giornalieri dell'altezza della neve al suolo all'asta
nivometrica presso la stazione meteorologica (teleosservazioni da
webcam) nelle stagioni dalla 2012-13 in poi: la linea spessa verde
2022-23 si è collocata per gran parte della stagione di accumulo in
prossimità o sotto i minimi osservati nel precedente periodo decennale
(la serie di osservazione è breve, ma si può comunque definire tale
situazione come molto rara, sulla base di altre serie di misura alpine
più longeve). L'incremento del manto nevoso nel corso di maggio 2023
ha in parte contrastato - in extremis - il deficit invernale, tuttavia
a inizio giugno lo spessore della neve presso la stazione
meteorologica rimaneva comunque relativamente modesto per la stagione
(vedi anche il grafico a fondo pagina).
SUL GHIACCIAIO DA 230 A 420 cm DI NEVE,
EQUIVALENTI A 1,4 M DI ACQUA:
stagione non abbondante e UN PO' sotto media,
ma più generosa della precedente
Le misure del 1° giugno 2023 hanno evidenziato spessori
di neve, sul ghiacciaio, decrescenti dai 420 cm del Colle Ciardoney
(punto più elevato, circa 3120 m) a 250-300 cm sul resto
dell'apparato, con un minimo di 230 cm in prossimità della palina
n. 4 (settore mediano in destra orografica, circa 3020 m).
Le densità della neve sono state desunte dal
carotaggio del manto lungo tutto il suo profilo in tre punti,
ottenendo valori piuttosto omogenei di 500 kg/m3 al
Colle Ciardoney, 460 kg/m3 nel settore mediano e
510 kg/m3 sul pendio frontale.
Poiché il 40% della neve della stagione è caduta da metà aprile
2023 in poi, ci si poteva attendere valori di densità un po' più
bassi (caratteristici di neve recente, per quanto umida a fine
primavera), come infatti riscontrato dal Corpo di Sorveglianza del
Parco nazionale Gran Paradiso sul Ghiacciaio del Grand Etret (Valsavarenche,
15 km a Ovest del Ciardoney).
In realtà alla densità complessiva del manto - relativamente elevata e
simile alla maggior parte degli anni scorsi - devono aver contribuito
le numerose e tenaci croste interne (neve a elevata coesione)
rinvenute negli strati intermedi del manto soprattutto nel profilo
eseguito al Colle Ciardoney, imputabili per lo più all'azione del vento e forse anche a parziali cicli di
fusione-rigelo superficiale, poi sepolte dalle nevicate tardo
primaverili.
Ecco il dettaglio delle misure (le quote dei punti sono
riferite ai
rilievi di precisione 2019, e in seguito si sono ridotte di alcuni
metri a causa della fusione glaciale):
Spessore
Acqua
neve (cm) equivalente (mm)
sito n. 1 (Colle Ciardoney, 3124 m) 420
2092
sito n. 2 (3055 m) 300
1365
sito n. 3 (3000 m)
285
1297
sito n. 4 (3019 m)
230
1047
sito n. 6 (2964 m)
285
1462
L'accumulo specifico, ponderato sull'intera superficie
glaciale, risulta di 1390 mm di acqua equivalente, poco inferiore
(-4%) alla media del periodo omogeneo delle stagioni dalla 2011-12
alla 2021-22 in cui è stato utilizzato il carotiere Valtecne (1471
mm).
Pur sempre una stagione non generosa, penalizzata dalle scarse
precipitazioni fino a metà primavera 2023, ma di gran lunga più
abbondante rispetto all'eccezionalmente magra annata precedente
2021-22, in cui l'accumulo, rilevato sempre il 1° giugno, fu di
390 mm.

Serie degli
accumuli invernali specifici sul ghiacciaio Ciardoney, espressi in mm
di lama d’acqua equivalente, nelle stagioni idrologiche dal 1991-92:
il valore di 1390 mm del 2022-23 è appena sotto alla media del periodo
2012-2022.
L'utilizzo nel tempo di tubi carotieri con caratteristiche diverse
potrebbe aver introdotto disomogeneità nella serie degli accumuli
invernali, con possibili sottostime in alcune annate antecedenti il
2012 (anno di adozione dell'ottimo carotiere "Valtecne"). Eventuali disomogeneità
nella valutazione degli accumuli invernali in ogni caso non inficiano
peraltro
la stima del bilancio complessivo, che dipende dalla misura della
sporgenza dal ghiaccio delle paline ablatometriche a metà settembre.
Il dato di accumulo ottenuto (1390 mm d'acqua) è più che doppio
rispetto alle precipitazioni raccolte dai pluviometri
ARPA Piemonte
nei fondovalle limitrofi tra il
1° ottobre 2022 e il 31 maggio 2023, ovvero poco più di 600 mm a
Rosone (Valle Orco) e a Forzo (Valle Soana):
è normale che in alta quota gli apporti
siano superiori che a fondovalle (nell'ultimo decennio i valori erano
stati quasi doppi), ma stavolta il divario è stato accentuato
probabilmente dall'elevato numero di sistemi frontali da Ponente,
responsabili di nevicate (pur modeste) sul ghiacciaio e di apporti
invece nulli o quasi a fondovalle (foehn). Inoltre spesso i
pluviometri tradizionali tendono a sottostimare parzialmente
l'equivalente in acqua della neve rispetto al campionamento del manto
nevoso con tubo carotiere.
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Colle Ciardoney, 1° giugno 2023. In
questa sequenza di immagini, i guardaparco PNGP Raffaella Miravalle e
Gianpaolo Palladino impegnati nelle operazioni di carotaggio tramite
tubo carotiere "Valtecne" e pesatura della neve per la determinazione
della sua densità.
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Raffaella Miravalle indica la base
dello strato superficiale di 25 cm di neve fresca caduta nella notte
tra il 30 e il 31 maggio 2023.
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Durante la mattinata di lavori il cielo
è stato irregolarmente nuvoloso per Stratocumuli e poi Cumuli in
sviluppo, alimentati dall'instabilità in regime di correnti da
Nord-Est, incentivata anche dal riscaldamento diurno del suolo in
pianura e sui versanti montuosi non più innevati a quote più basse.
Tuttavia la base delle nubi, per lo più sopra i 3200 m, non ha
compromesso la visibilità.

Qualche schiarita in più intorno alle
ore 9 guardando dal Colle Ciardoney sul lato Valsoera / Valle Orco,
prima del maggiore sviluppo di nubi cumuliformi nelle ore centrali
della giornata.
.JPG)
Daniele Cat Berro (SMI) rileva lo
spessore nevoso con la sonda da valanga presso il sito di misura n. 2
(circa 3050 m): qui la neve accumulata da ottobre 2022
è profonda in media 300 cm.
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L'aumento mattutino delle
temperature (alla stazione meteorologica, dai 3,8 °C delle
h 08 ai 9,4 °C delle h 09:50)
è stato accompagnato da frequenti scaricamenti di neve fresca dai
versanti, a seguito delle precipitazioni dei giorni precedenti (qui
sul versante meridionale delle Cime di Valeille, al confine con la
Valle d'Aosta).
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In direzione opposta (Sud), sotto la
Piccola Uja di Ciardoney (3327 m) si nota che tutte le pareti e canali
hanno generato scaricamenti di neve fresca,
uno dei quali ha percorso un tragitto più lungo fermandosi a pochi
metri
dal sito di misura n. 4.
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Mentre il gruppo dedito alle misure
nivometriche (Daniele Cat Berro, Erik Gillo, Raffaella Miravalle,
Gianpaolo Palladino) era impegnato sul ghiacciaio, poco a valle i
tecnici della stazione meteorologica (Alessio Golzio, Diego Marzo,
Gabriele Savio) provvedevano alla manutenzione delle apparecchiature
di misura e trasmissione.
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Tra i lavori eseguiti, è stata
ripristinata la connettività della webcam, in avaria dal 1° aprile
2023 a seguito di un guasto di rete, mentre l'apparecchio
fortunatamente ha potuto continuare a registrare le immagini sulla
memoria interna; sono state sostituite le batterie degli apparati di
misura e trasmissione, e aggiornato il software del datalogger della
stazione meteorologica. A necessitare di frequenti manutenzioni è
soprattutto l'architettura di rete locale e l'apparato di trasmissione
di dati meteo e immagini webcam (batterie, cavi di rete, switch,
relè...), mentre di per sé la sensoristica meteorologica (Campbell)
funziona ottimamente da oltre un decennio.
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Primi segni di fusione al centro del
pianoro a valle della fronte glaciale, dove il manto nevoso è intriso
d'acqua su una superficie di alcune decine di metri quadrati, ma il
canale di deflusso del torrente non si è ancora aperto francamente
(evento che si manifesta di solito nella seconda metà di giugno).
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L'asta nivometrica presso la stazione
meteorologica (2850 m) indica uno spessore nevoso totale di 140 cm,
inferiore alla media per questa data (178 cm nel periodo
2013-2022), tuttavia già soddisfacente in relazione allo scarsissimo
innevamento che era presente a fine inverno (20 cm il 22-23 febbraio
2023).
Rammentiamo inoltre che
alla stessa data (1° giugno) nel 2022 non solo la neve era ormai
del tutto scomparsa, fatto sbalorditivo e senza precedenti noti, ma
erano già in corso le prime fioriture della vegetazione pioniera
(immagine qui sotto).

Lo stesso sito esattamente un anno prima, il 1° giugno 2022,
eccezionalmente privo di neve.

Evoluzione dello spessore nevoso alla
stazione meteorologica al ghiacciaio Ciardoney il 1° giugno negli anni
dal 2013 al 2023: i 140 cm del 2023 si collocano tra i valori più
bassi negli 11 anni di tele-osservazione da webcam. Tuttavia la scarsa
radiazione solare e le temperature relativamente fresche della prima
decade di giugno 2023 stanno posticipando l'avvio della fusione estiva
e ciò, insieme al più consistente innevamento, permette di
immaginare un'estate di perdite di massa meno rovinose rispetto al
2022. Ciononostante calori estivi anche moderati saranno comunque in
grado di determinare un bilancio di massa negativo (fusione estiva
prevalente sull'accumulo invernale), come d'altra parte accaduto in 30
dei 31 anni di misura precedenti (tutti salvo il 2001).
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