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Ghiacciaio Ciardoney (GRAN PARADISO):
stagione 2022-23 CON innevamento scarso FINO AD APRILE, in parte "salvata" dalle precipitazioni di maggio


SMI/Redazione Nimbus
5 giugno 2023

(immagini di Daniele Cat Berro, Diego Marzo, Raffaella Miravalle e Gabriele Savio)
 


Approfittando di un risicato intervallo di schiarite in un periodo altrimenti quotidianamente instabile e temporalesco, giovedì 1° giugno 2023 gli operatori della Società Meteorologica Italiana e dell'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso - in collaborazione con IREN Energia e nel quadro delle campagne di misura del Comitato Glaciologico Italiano - ha condotto i consueti rilievi di spessore e densità del manto nevoso per la determinazione del bilancio invernale sul ghiacciaio Ciardoney, oltre alla manutenzione della stazione meteorologica.

Ghiacciaio Ciardoney, 1° giugno 2023: Raffaella Miravalle e Gianpaolo Palladino (entrambi guardaparco PNGP) si apprestano all'estrazione e pesatura dei campioni di neve per la determinazione dell'equivalente in acqua del manto nevoso,
tramite il carotiere
"Valtecne".


CARATTERISTICHE DELLA STAGIONE DI ACCUMULO NEVOSO
2022-23
: FRONTI DA OVEST E POCA NEVE FINO A METà APRILE,
POI RITORNO DI PRECIPITAZIONI ABBONDANTI
A FINE PRIMAVERA

La stagione di accumulo nevoso 2022-23 è stata caratterizzata da una generale e notevole scarsità di precipitazioni tra autunno, inverno e la prima parte della primavera. In questi periodi sono stati frequenti i sistemi frontali provenienti dal settore tra Sud-Ovest, Ovest e Nord-Ovest, attivi sul versante francese dell'arco alpino e sull'alta Valle d'Aosta (Monte Bianco), ma poco produttivi in termini di precipitazioni su quello rivolto verso la Valpadana in cui il Ciardoney si trova. Inoltre, insistenti anticicloni hanno regnato nel periodo natalizio e soprattutto nel febbraio 2023.

Alcune nevicate più consistenti si sono verificate nella prima metà di dicembre 2022 (65 cm di neve fresca alla stazione meteorologica presso il ghiacciaio tra il 2 e il 4 dicembre), ma per il resto hanno prevalso apporti modesti. 

Da gennaio a metà aprile 2023 l'altezza della neve alla stazione meteorologica sul pianoro dinanzi al ghiacciaio (2850 m) è stata spesso prossima o inferiore ai minimi dell'ultimo decennio, situazione dunque molto inusuale e talora fin peggiore rispetto alla già scarsissima stagione 2021-22: il 22-23 febbraio 2023 intorno all'asta nivometrica si è stimato, tramite osservazione da webcam, uno spessore dell'ordine di appena 20 cm, perfino con tratti di suolo scoperto nei pressi a causa dell'erosione del manto nevoso da parte del vento.

Dopo un primo incremento di consistenza dello strato nevoso verso metà marzo grazie a quotidiane perturbazioni da Ovest, l'andamento nivometrico è cambiato da fine aprile 2023 in particolare per intervento delle importanti perturbazioni associate a scirocco umido del 30 aprile-1° maggio e 19-21 maggio, configurazioni che al Nord-Ovest italiano non si erano pressoché viste nel siccitoso periodo dal novembre 2021.

Proprio il 21 maggio 2023 il manto nevoso ha raggiunto la massima altezza della stagione, 185 cm, tuttavia un valore pur sempre modesto per una località a quota 2850 m sul Gran Paradiso, e superiore - nel periodo dal 2013 - solo alle stagioni 2020-21 (170 cm) e 2021-22 (115 cm): nel decennio 2013-2022 la media delle massime altezze annuali di neve al suolo è stata di 275 cm.
 

Andamenti giornalieri dell'altezza della neve al suolo all'asta nivometrica presso la stazione meteorologica (teleosservazioni da webcam) nelle stagioni dalla 2012-13 in poi: la linea spessa verde 2022-23 si è collocata per gran parte della stagione di accumulo in prossimità o sotto i minimi osservati nel precedente periodo decennale (la serie di osservazione è breve, ma si può comunque definire tale situazione come molto rara, sulla base di altre serie di misura alpine più longeve). L'incremento del manto nevoso nel corso di maggio 2023 ha in parte contrastato - in extremis - il deficit invernale, tuttavia a inizio giugno lo spessore della neve presso la stazione meteorologica rimaneva comunque relativamente modesto per la stagione (vedi anche il grafico a fondo pagina).


SUL GHIACCIAIO DA 230 A 420 cm DI NEVE,
EQUIVALENTI A 1,4 M DI ACQUA:
stagione non abbondante e UN PO' sotto media,
ma più generosa della precedente

Le misure del 1° giugno 2023 hanno evidenziato spessori di neve, sul ghiacciaio, decrescenti dai 420 cm del Colle Ciardoney (punto più elevato, circa 3120 m) a 250-300 cm sul resto dell'apparato, con un minimo di 230 cm in prossimità della palina n. 4 (settore mediano in destra orografica, circa 3020 m).

Le densità della neve sono state desunte dal carotaggio del manto lungo tutto il suo profilo in tre punti, ottenendo valori piuttosto omogenei di 500 kg/m3 al Colle Ciardoney, 460 kg/m3 nel settore mediano e 510 kg/m3 sul pendio frontale.

Poiché il 40% della neve della stagione è caduta da metà aprile 2023 in poi, ci si poteva attendere valori di densità un po' più bassi (caratteristici di neve recente, per quanto umida a fine primavera), come infatti riscontrato dal Corpo di Sorveglianza del Parco nazionale Gran Paradiso sul Ghiacciaio del Grand Etret (Valsavarenche, 15 km a Ovest del Ciardoney).
In realtà alla densità complessiva del manto - relativamente elevata e simile alla maggior parte degli anni scorsi - devono aver contribuito le numerose e tenaci croste interne (neve a elevata coesione) rinvenute negli strati intermedi del manto soprattutto nel profilo eseguito al Colle Ciardoney, imputabili per lo più all'azione del vento e forse anche a parziali cicli di fusione-rigelo superficiale, poi sepolte dalle nevicate tardo primaverili.

Ecco il dettaglio delle misure (le quote dei punti sono riferite ai rilievi di precisione 2019, e in seguito si sono ridotte di alcuni metri a causa della fusione glaciale):

                                              Spessore               Acqua
                                                   neve (cm)       equivalente (mm)

sito n. 1 (Colle Ciardoney, 3124 m)      420                     2092
sito n. 2 (3055 m)                              300                     1365
sito n. 3 (3000 m)                              285                     1297
sito n. 4 (3019 m)                              230                     1047
sito n. 6 (2964 m)                              285                     1462

L'accumulo specifico, ponderato sull'intera superficie glaciale, risulta di 1410 mm di acqua equivalente, poco inferiore (-4%) alla media del periodo omogeneo delle stagioni dalla 2011-12 alla 2021-22 in cui è stato utilizzato il carotiere Valtecne (1471 mm).

Pur sempre una stagione non generosa, penalizzata dalle scarse precipitazioni fino a metà primavera 2023, ma di gran lunga più abbondante rispetto all'eccezionalmente magra annata precedente 2021-22, in cui l'accumulo, rilevato sempre il 1° giugno, fu di 390 mm.
 

Serie degli accumuli invernali specifici sul ghiacciaio Ciardoney, espressi in mm di lama d’acqua equivalente, nelle stagioni idrologiche dal 1991-92:
il valore di 1410 mm del 2022-23 è appena sotto alla media del periodo 2012-2022. L'utilizzo nel tempo di tubi carotieri con caratteristiche diverse potrebbe aver introdotto disomogeneità nella serie degli accumuli invernali, con possibili sottostime in alcune annate antecedenti il 2012 (anno di adozione dell'ottimo carotiere "Valtecne"). Eventuali disomogeneità nella valutazione degli accumuli invernali in ogni caso non inficiano peraltro la stima del bilancio complessivo, che dipende dalla misura della sporgenza dal ghiaccio delle paline ablatometriche a metà settembre.

Il dato di accumulo ottenuto (1410 mm d'acqua) è più che doppio rispetto alle precipitazioni raccolte dai pluviometri ARPA Piemonte nei fondovalle limitrofi tra il
1° ottobre 2022 e il 31 maggio 2023, ovvero poco più di 600 mm a Rosone (Valle Orco) e a Forzo (Valle Soana):
è normale che in alta quota gli apporti siano superiori che a fondovalle (nell'ultimo decennio i valori erano stati quasi doppi), ma stavolta il divario è stato accentuato probabilmente dall'elevato numero di sistemi frontali da Ponente, responsabili di nevicate (pur modeste) sul ghiacciaio e di apporti invece nulli o quasi a fondovalle (foehn). Inoltre spesso i pluviometri tradizionali tendono a sottostimare parzialmente l'equivalente in acqua della neve rispetto al campionamento del manto nevoso con tubo carotiere.
 

Colle Ciardoney, 1° giugno 2023. In questa sequenza di immagini, i guardaparco PNGP Raffaella Miravalle e Gianpaolo Palladino impegnati nelle operazioni di carotaggio tramite tubo carotiere "Valtecne" e pesatura della neve per la determinazione
della sua densità.


Raffaella Miravalle indica la base dello strato superficiale di 25 cm di neve fresca caduta nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2023.
 

 

Durante la mattinata di lavori il cielo è stato irregolarmente nuvoloso per Stratocumuli e poi Cumuli in sviluppo, alimentati dall'instabilità in regime di correnti da Nord-Est, incentivata anche dal riscaldamento diurno del suolo in pianura e sui versanti montuosi non più innevati a quote più basse. Tuttavia la base delle nubi, per lo più sopra i 3200 m, non ha compromesso la visibilità.
 



Qualche schiarita in più intorno alle ore 9 guardando dal Colle Ciardoney sul lato Valsoera / Valle Orco, prima del maggiore sviluppo di nubi cumuliformi nelle ore centrali della giornata.
 

Daniele Cat Berro (SMI) rileva lo spessore nevoso con la sonda da valanga presso il sito di misura n. 2 (circa 3050 m): qui la neve accumulata da ottobre 2022
è profonda in media 300 cm.


L'aumento mattutino delle temperature (alla stazione meteorologica, dai 3,8 °C delle
h 08 ai 9,4 °C delle h 09:50) è stato accompagnato da frequenti scaricamenti di neve fresca dai versanti, a seguito delle precipitazioni dei giorni precedenti (qui sul versante meridionale delle Cime di Valeille, al confine con la Valle d'Aosta).
 



In direzione opposta (Sud), sotto la Piccola Uja di Ciardoney (3327 m) si nota che tutte le pareti e canali hanno generato scaricamenti di neve fresca,
uno dei quali ha percorso un tragitto più lungo fermandosi a pochi metri
dal sito di misura n. 4.
 

Mentre il gruppo dedito alle misure nivometriche (Daniele Cat Berro, Erik Gillo, Raffaella Miravalle, Gianpaolo Palladino) era impegnato sul ghiacciaio, poco a valle i tecnici della stazione meteorologica (Alessio Golzio, Diego Marzo, Gabriele Savio) provvedevano alla manutenzione delle apparecchiature di misura e trasmissione.
 

Tra i lavori eseguiti, è stata ripristinata la connettività della webcam, in avaria dal 1° aprile 2023 a seguito di un guasto di rete, mentre l'apparecchio fortunatamente ha potuto continuare a registrare le immagini sulla memoria interna; sono state sostituite le batterie degli apparati di misura e trasmissione, e aggiornato il software del datalogger della stazione meteorologica. A necessitare di frequenti manutenzioni è soprattutto l'architettura di rete locale e l'apparato di trasmissione di dati meteo e immagini webcam (batterie, cavi di rete, switch, relè...), mentre di per sé la sensoristica meteorologica (Campbell) funziona ottimamente da oltre un decennio.


Primi segni di fusione al centro del pianoro a valle della fronte glaciale, dove il manto nevoso è intriso d'acqua su una superficie di alcune decine di metri quadrati, ma il canale di deflusso del torrente non si è ancora aperto francamente (evento che si manifesta di solito nella seconda metà di giugno).
 

L'asta nivometrica presso la stazione meteorologica (2850 m) indica uno spessore nevoso totale di 140 cm, inferiore alla media per questa data (178 cm nel periodo 2013-2022), tuttavia già soddisfacente in relazione allo scarsissimo innevamento che era presente a fine inverno (20 cm il 22-23 febbraio 2023).
Rammentiamo inoltre che alla stessa data (1° giugno) nel 2022 non solo la neve era ormai del tutto scomparsa, fatto sbalorditivo e senza precedenti noti, ma erano già in corso le prime fioriture della vegetazione pioniera (immagine qui sotto).
 

Lo stesso sito esattamente un anno prima, il 1° giugno 2022,
eccezionalmente privo di neve.
 

Evoluzione dello spessore nevoso alla stazione meteorologica al ghiacciaio Ciardoney il 1° giugno negli anni dal 2013 al 2023: i 140 cm del 2023 si collocano tra i valori più bassi negli 11 anni di tele-osservazione da webcam. Tuttavia la scarsa radiazione solare e le temperature relativamente fresche della prima decade di giugno 2023 stanno posticipando l'avvio della fusione estiva e ciò, insieme al più consistente innevamento, permette di immaginare un'estate di perdite di massa meno rovinose rispetto al 2022. Ciononostante calori estivi anche moderati saranno comunque in grado di determinare un bilancio di massa negativo (fusione estiva prevalente sull'accumulo invernale), come d'altra parte accaduto in 30 dei 31 anni di misura precedenti (tutti salvo il 2001).


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