Da metà ottobre 2019 sull'Europa
centro-occidentale hanno nettamente prevalso situazioni
depressionarie, e i conseguenti flussi meridionali d'aria umida
(libeccio, scirocco) hanno investito ripetutamente l'Italia
determinando tempo spesso piovoso e ventoso.
In questo contesto si sono verificati a
più riprese dissesti e alluvioni, in particolare il
21 ottobre nell'Alessandrino (un morto a Capriata d'Orba), il 25
ottobre in Sicilia sud-orientale (una vittima a Noto), il 3 novembre
sul Levante Ligure, fino ad arrivare al persistente maltempo di
metà novembre, con straordinarie nevicate sulle Alpi
centro-orientali, piogge torrenziali e piene fluviali dal Nord-Est
all'Emilia-Romagna al Centro Italia, mareggiate e un'inaudita sequenza
di
eventi di acqua alta a Venezia.

L'Arno in piena a
Empoli (FI) domenica 17 novembre 2019, con livello solo di pochi
centimetri inferiore all'episodio del 31 ottobre 1992, che fu tra i
più importanti dopo il caso epocale del 1966 (f. Andrea Giglioli).

Anomalie del
geopotenziale alla superficie isobarica di 500 hPa
(circa 5500 m di quota) nel periodo 15 ottobre - 16 novembre 2019 in
Europa.
Come evidenziato dai colori blu-viola, le depressioni in quota
hanno insistito più del solito sull'Europa occidentale, indirizzando
frequentissimi flussi perturbati anche verso l'Italia; al contrario il
tempo è stato fortemente anticiclonico
tra i Balcani,
la Russia europea e il Mar Nero (Fonte:
ESRL-NOAA).
UN DILUVIO DOPO
L'ALTRO: OLTRE 1000 MM IN CARNIA !
Incalzanti e intense perturbazioni di
origine atlantico-mediterranea si sono susseguite - separate da
intervalli asciutti di poche ore - nei giorni 11-13 novembre (depressione
"Detlef" in risalita dalla Sicilia), 14-15 (depressioni "Günther"
e "Heiner" tra Francia e Italia), 16-17 (depressione "Ingmar"
sul Tirreno) e 18-19 novembre (depressione "Keke" a Ovest della
Corsica), scaricando le maggiori quantità d'acqua al Nord-Est e tra
l'Appennino Settentrionale e il versante tirrenico della penisola,
zone più soggette ai flussi umidi tra Sud e Sud-Ovest.
Tra i totali di precipitazione più
straordinari spicca il caso di Tolmezzo, in Carnia: il
pluviometro
OSMER-FVG in novembre ha già raccolto ben 1012 mm fino
al giorno 18, di cui 655 concentrati tra lunedì 11 e lunedì 18
novembre! Si tratta di una quantità pari a tre volte la norma
dell'intero mese, e record mensile assoluto (relativo a
qualunque mese dell'anno) nella serie della stazione automatica dal
2005.
Sempre nel periodo 1-18 novembre,
notevoli sono anche i seguenti totali:
264 mm a
Trieste-Molo Bandiera
280 mm a Illorai
(Goceano, Sassari)
352 mm a
Firenzuola (Mugello)
392 mm a
Linguaglossa - Etna Nord (Catania)
580 mm a Sappada
(Cadore)
659 mm all'Abetone
(Appennino Tosco-Emiliano)
695 mm a
Longarone-Soffranco (Bellunese)
813 mm a
Campagrina (Alpi Apuane)
PIENE
FLUVIALI E STRARIPAMENTI
AL NORD-EST, IN EMILIA ROMAGNA E TOSCANA
Svariate onde di piena si sono propagate
nei bacini idrografici del Triveneto, dell'Emilia orientale, della
Romagna e della Toscana.
Opportunamente annunciate da un'allerta rossa di
ARPA Emilia-Romagna, appariscenti e dannose sono state in
particolare le piene di domenica 17 e lunedì 18 novembre lungo i fiumi
del Bolognese (importanti inondazioni per la rotta dell'Idice a
Budrio), nonché, in Toscana, lungo l'Arno e l'Ombrone
grossetano, con decine di strade interrotte ed evacuazioni.
Ma allagamenti e dissesti hanno interessato anche l'Alto Adige
orientale (il 18, deragliamento di un treno dai binari interessati da
una frana in Val Pusteria), il Cadore e l'alto Friuli (interrotta la
strada della Val Cellina).
La successiva perturbazione tra la sera
del 18 e il pomeriggio del 19 novembre ha nuovamente ingrossato i
fiumi emiliani (Secchia, Panaro, Reno, e ripresa della
fuoriuscita dell'acqua dalla breccia nell'argine dell'Idice),
con il contributo dell'addolcimento termico che nel corso del 19 ha
portato pioggia fin sul crinale appenninico a 2000 m facendo
fondere in parte anche la neve caduta nei giorni precedenti.
Se le grandi piene dell'Arno sono
state relativamente poco frequenti negli ultimi decenni
(si ricordano in particolare quelle del 31 ottobre 1992,
31 gennaio e 11 febbraio 2014) anche grazie alla regimazione del
fiume da parte delle dighe del Bilancino (Mugello), della Penna e di
Levane (Valdarno Superiore), sorprende la particolare frequenza con
cui negli anni recenti l'Emilia Romagna è stata funestata da gravi
alluvioni, talora anche in pieno inverno durante anomali episodi
piovosi in quota sull'Appennino.
Elenchiamo i casi principali:
-
19 gennaio 2014: rotta del Secchia nel Modenese;
-
13 ottobre 2014: i T. Parma e Baganza invadono Parma, danni
gravissimi;
- 14 settembre 2015: alluvione valli Trebbia e Nure, nel
Piacentino (3 vittime);
-
12 dicembre 2017: il T. Parma allaga la Reggia di Colorno
(PR), grave rotta dell'Enza a Lentigione (RE);
-
12-13 maggio 2019: alluvione del Montone e del Savio tra
Forlivese, Cesenate e Ravennate.

Il Bacchiglione a
Montegalda (VI)
al mattino di sabato 16 novembre 2019 (f. Milos Lago).


Rotta del fiume Idice
a Budrio (BO) avvenuta domenica 17 novembre 2019,
e conseguente inondazione di cascinali (f.
Vigili del Fuoco).

Il Secchia gonfio
presso Modena al mattino di martedì 19 novembre, durante la seconda
onda di piena (f. Luca Lombroso).

Effetti dello
straripamento del Secchia presso Modena al mattino di martedì
19 novembre, durante la seconda onda di piena (f. Luca Lombroso).



Evoluzione dei
livelli del Secchia a Modena-Ponte Alto, del Reno a Sostegno (BO) e
dell'Idice a Castenaso (BO) dal 17 al 19 novembre 2019. Lungo il Reno
e l'Idice è stato più rilevante il primo colmo di piena, lungo il
Secchia il secondo
(fonte:
ARPA Emilia Romagna).

L'Elsa esonda nelle
campagne tra Poggibonsi (SI) e Certaldo (FI)
domenica 17 novembre 2019 (f. Andrea Giglioli).


Evoluzione dei
livelli dell'Arno a Pisa-Sostegno e dell'Elsa a Certaldo il 17-18
novembre 2019 (fonte:
Centro Funzionale
Regione Toscana).
L'Arno alle porte di Pisa ha toccato il colmo alle h 02:45 di lunedì
18 novembre con un livello di 4,84 m, 14 cm sotto i 4,98 m registrati
l'11 febbraio 2014, altezza idrometrica che a sua volta non si era più
raggiunta dalla grande piena
del 31 ottobre 1992.
NEVICATE PRECOCI ED ECCEZIONALI SULLE ALPI ORIENTALI
Durante gli episodi perturbati
straordinarie quantità di neve fresca sono cadute sulle Alpi
centro-orientali e soprattutto in Alto Adige. Gli apporti più copiosi,
con totali dell'ordine di 1 - 1,5 m dal 12 novembre, si
sono depositati sopra i 1500-1800 m, dove le precipitazioni sono quasi
sempre avvenute in forma nevosa, ma temporaneamente si sono
imbiancati anche i fondovalle più bassi, come a Bolzano la sera di
venerdì 15 (nell'ultimo trentennio, solo nel 2016 la città si era
imbiancata così precocemente, con 2 cm il giorno 13).
Al contrario, nelle fasi di avvezione
sciroccale più calda, come domenica 17 novembre, il limite
pioggia-neve è risalito anche sopra i 2000 m soprattutto sulle Prealpi.
La caduta di neve umida e pesante,
talora sui boschi ancora in foglia dopo il quarto ottobre più caldo
dal 1800 in Italia (fonte:
ISAC-CNR), ha determinato diffusi schianti di alberi e linee
elettriche, con gravi disagi per black-out e interruzioni di
strade e della linea ferroviaria della Val Pusteria, nonché la caduta
di una valanga sul paese di Martello (BZ) al primo mattino del
17, senza tuttavia fare vittime.
Alle h 20 circa del 19 novembre si
rilevavano notevoli spessori nevosi di:
321 cm al
Ghiacciaio Presena (2852 m, Adamello-Presanella)
178 cm a
Malga Plotta (1983 m, Alpi Carniche)
173 cm a Braies
Alpe Cavallo (2340 m, Val Pusteria)
169 cm a Ultimo
- Pian dei Cavalli (2255 m, Val d'Ultimo)
160 cm al Passo
del Tonale (1875 m, Adamello-Presanella)
137 cm al Passo
Rolle (2012 m, Pale di San Martino)
Per confronto, sulle estreme Alpi
occidentali (interessate da precipitazioni meno abbondanti), a quote
analoghe si misuravano:
79 cm al Lago
Chiotas (2020 m, Alpi Marittime)
73 cm al Lago
Agnel (2304 m, Gran Paradiso)
16 cm al Lago
Moncenisio (2000 m, Val Susa)
Poco oltre il confine alpino orientale, si segnalano nuovi primati
di spessore totale del manto nevoso al suolo per novembre di 295
cm all'osservatorio della Kredarica (2504 m, Slovenia) e 71 cm
a Santa Maria in Val Monastero (1415 m, Svizzera), entrambi
registrati il 18 novembre (fonti:
ARSO/Slovenia e
MeteoSvizzera).
Significativo come alla
Kredarica solo pochi mesi fa (31 maggio 2019) si fosse già
stabilito
un altro record di innevamento per la seconda metà di maggio
(320 cm) poi vanificato dal caldo intenso dell'estate.
ARIA PIU' TEMPERATA E UMIDA,
NEVICATE ESTREME IN MONTAGNA
Per quanto controintuitivo possa
sembrare, la maggiore disponibilità di vapore acqueo nell'aria
divenuta più calda a seguito del riscaldamento globale (+7% per ogni
grado Celsius, secondo la
legge di Clausius-Clapeyron) può contribuire a episodi nevosi più
intensi ed estremi, quando e dove le temperature (<=0 °C) lo
permettano ancora.
Anche per questo - insieme all'atteso
incremento di precipitazioni invernali sulle Alpi per cambiamenti
nella circolazione atmosferica nel corso del XXI secolo - pur in
un'atmosfera mediamente più calda non mancheranno grandi nevicate in
media e alta montagna (si veda l'articolo di
Frei et al., 2018, sulla rivista "The Cryosphere", in particolare
i grafici di pag. 15).
Nevicate i cui depositi al suolo saranno tuttavia più rapidamente fusi
dalle temperature più elevate.

La valanga di neve
umida caduta al primo mattino di domenica 17 novembre 2019
nel paese di Martello, nell'omonima valle dell'Alto Adige
(da pagina FB
Martelltal Südtirol Italien).
Nel pomeriggio di martedì 19 novembre, secondo il Centro Funzionale
della Provincia Autonoma di Bolzano, rimanevano ancora 1200 utenze
senza elettricità e 40 strade chiuse, oltre alla ferrovia della Val
Pusteria tra San Candido e Lienz,
che resterà fuori servizio almeno fino all'8 dicembre.
IN EUROPA: PIOGGE RECORD IN FRANCIA E INGHILTERRA
Novembre 2019 non è ancora finito ma
già si distingue per precipitazioni record in alcune zone d'Europa.
In
Aquitania e Corsica non era mai caduta tanta acqua in
qualunque mese dell'anno, 432 mm a Dax e 260 mm ad Ajaccio (dall'1 al
18), circa tre volte il normale (fonte:
MétéoFrance).
In
Inghilterra, Sheffield sta vivendo l'autunno più piovoso nella
serie dal 1883 (per ora 428 mm); vaste inondazioni per lo
straripamento dei fiumi Severn e Avon a metà novembre (fonte:
MetOffice).
In
Tirolo, Carinzia e presso Salisburgo da venerdì 15 a
lunedì 18 sono caduti 200-300 mm di pioggia, quantità che si rilevano
in media ogni 10-50 anni, provocando allagamenti, una vittima e due
feriti per frane (fonte:
ZAMG).
Al contrario, in Europa orientale e in
Russia europea la persistente risalita di aria calda sul lato
orientale delle depressioni ha portato le temperature a valori quasi
estivi (Tmax 27 °C il 17 novembre in Crimea), con anomalie
settimanali tra +5 °C e +7 °C (12-19 novembre 2019).
Si tratta di situazioni estreme e
opposte dovute a regimi atmosferici di blocco,
probabilmente resi più frequenti dal riscaldamento globale attraverso
l'ampliamento e il
rallentamento dei meandri della corrente a getto.
Intanto, ottobre 2019 nel mondo
è stato complessivamente
il secondo più caldo nella serie dal 1880 secondo la NOAA
(+0,98 °C rispetto alla media del XX secolo).

Carte delle anomalie
termiche del periodo 12-19 novembre 2019 in Europa.
Acceso contrasto tra il freddo dell'Europa occidentale (2-4 °C sotto
media), dove prevalgono nubi, precipitazioni, e discese di aria
settentrionale sul lato posteriore delle depressioni, e il caldo
dell'Europa balcanica e della Russia (fino a 5-7 °C in eccesso),
soggette alla risalita di correnti meridionali sul lato anteriore
(orientale) delle aree depressionarie (fonte:
Weatherbell).
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