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MISURE SETTEMBRE 2008 AL GHIACCIAIO CIARDONEY (GRAN PARADISO, TO):
UN ALTRO BILANCIO NEGATIVO

Daniele Cat Berro, Luca Mercalli -  SMI redazione Nimbus - 18 settembre 2008
Il 9 settembre 2008, grazie alla collaborazione e all’appoggio logistico di IRIDE Energia, si sono svolte le misure di bilancio di massa e di variazione frontale al ghiacciaio Ciardoney (Valle Soana, Gran Paradiso). Le osservazioni hanno confermato gli effetti negativi sul glacialismo alpino di un’estate che – a differenza di un’errata impressione diffusa tra la popolazione (forse dovuta all’elevato numero di temporali) – ancora una volta è stata più calda del normale.


09.09.2008. Il Colle Ciardoney dall’elicottero con la sua piccola trasfluenza glaciale verso il bacino di Valsoera, la cui scomparsa è prevedibile in circa 5-10 anni. Dell’innevamento stagionale rimangono soltanto modesti accumuli delle valanghe di fine primavera.
Il rilievo del 23 giugno 2008, al termine della stagione di accumulo, aveva rivelato spessori nevosi con equivalente in acqua leggermente superiore alla media del periodo 1992-2007, grazie alle abbondanti nevicate tardive di metà maggio – metà giugno.
A quote più basse, ai 2440 m del lago di Valsoera, la stazione meteorologica IRIDE ha rilevato invece un totale stagionale di 454 cm di neve fresca tra l’ottobre 2007 e il maggio 2008, 39% in meno rispetto alla media del periodo di riferimento 1961-90.

I mesi estivi del 2008 hanno mostrato anomalie termiche di +2.2 °C in giugno, +1.5 °C in luglio e +2.1 °C in agosto, con una punta massima di 20 °C raggiunta il 5 agosto. Alcuni temporali si sono abbattuti con pioggia intensa anche in alta quota, come avvenuto nel pomeriggio del 26 luglio (52 mm di precipitazione al pluviometro del lago Valsoera).

Sul ghiacciaio i calori sopra media hanno fuso - per il sesto anno consecutivo, dopo il 2002 - tutta la neve stagionale anche alle quote più elevate, asportando inoltre spessori di ghiaccio compresi tra i 60 cm del Colle Ciardoney (palina n. 1, circa 3140 m) e i 230 cm del settore frontale (palina n. 7, circa 2900 m).

Il bilancio di massa risultante è di -1.51 m di equivalente d’acqua, valore del tutto analogo a quello della stagione 2006-07 (-1.49 m), e che porta il totale cumulato dal 1992 a ben -22.7 m.

09.09.2008. Veduta generale del ghiacciaio Ciardoney dall’elicottero. Salvo insignificanti accumuli di valanga alla base del Colle delle Uje (a sinistra), non c’è traccia né di neve residua, né di neve recente. Un ghiacciaio ormai totalmente privo di alimentazione, sempre più battuto dalle frane sul lato destro orografico (sinistra nell’immagine), e in rapida disarticolazione nel settore frontale.


09.09.2008. Il Ghiacciaio meridionale di Valsoera visto dal Colle Ciardoney, minuscolo apparato glaciale di nicchia completamente privo di neve residua, e destinato a estinguersi probabilmente in una decina di anni, con il perdurare delle condizioni attuali. In primo piano, il laghetto formatosi dopo il 2002 con la fusione di parte della trasfluenza del ghiacciaio Ciardoney verso il vallone di Valsoera.


09.09.2008. L’adiacente ghiacciaio settentrionale di Valsoera è ormai del tutto sepolto sotto il detrito roccioso, che in parte protegge dall’intensa radiazione solare il poco ghiaccio rimasto.


09.09.2008. Il settore sommitale del ghiacciaio Ciardoney dall’elicottero, con – a destra – l’omonimo colle. Sulla superficie, sgombra di neve, si nota l’alternanza di bande concentriche di ghiaccio alternativamente chiare e scure, dette ”ogive” o “bande di Forbes”: ciascuna coppia di bande corrisponde all’accumulo di un’annata, e la forma arcuata verso valle rende visibile la diversa velocità del ghiaccio, più elevata al centro rispetto ai lati del ghiacciaio.


09.09.2008. Dopo un modesto rigelo notturno in superficie, alle ore 8 solari la temperatura è già salita a 6 °C. La fusione riprende il suo ciclo giornaliero e subito l’acqua si incanala lungo le bédières che incidono il ghiaccio.


09.09.2008. Con il ritiro del ghiaccio e lo scongelamento del permafrost sui versanti, aumentano i crolli rocciosi dalle pareti settentrionali delle Uje di Ciardoney.


09.09.2008. Diversi blocchi rocciosi franati dai versanti si trasformano in “funghi glaciali”: il ghiaccio sottostante, ombreggiato dalla roccia e quindi soggetto a minor fusione, rimane in rilievo rispetto a quello circostante.


09.09.2008. Di tanto in tanto, il blocco scivola dal “piedistallo” di ghiaccio che si viene a creare, e il processo ricomincia daccapo.


09.09.2008. Sempre presenti, sebbene meno ampi e spettacolari rispetto ad anni passati, i profondi mulini glaciali nel settore mediano del ghiacciaio. Alcuni, attivi, sono raggiunti dall’acqua di fusione che vi si inabissa, altri – appena più a valle - sono stati abbandonati dal reticolo idrografico superficiale nel corso dell’estate.


09.09.2008. Misura dell’ablazione alla palina ablatometrica n. 3: la fusione estiva ha asportato
uno spessore di ghiaccio di 165 cm.


09.09.2008. Perforazione del ghiacciaio tramite sonda a vapore per l’installazione della nuova palina n. 7.


09.09.2008. Palina n. 7, installazione dei nuovi segmenti in legno fino alla profondità di 8 m.


09.09.2008. Settore frontale: le bédières che raccolgono l’acqua di fusione solcano il ghiaccio fino a circa 1 m di profondità. Sullo sfondo, banchi di stratocumuli sulla Val Soana rimangono confinati al di sotto dei 2500 m, grazie alla stabilità dell’atmosfera. Al di sopra il cielo è sereno.


09.09.2008. Il trasporto della cassa contenente la sonda a vapore attraverso il ghiacciaio.


09.09.2008. La fronte del ghiacciaio Ciardoney con l’impetuoso torrente glaciale, che testimonia una fusione ancora copiosa nonostante la stagione avanzata.


09.09.2008. La fronte ripresa dal vecchio segnale di misura A3B, non più utilizzato. Il regresso, più intenso sul lato sinistro orografico rispetto a quello destro, più ombreggiato e protetto da abbondante detrito (sinistra nell’immagine), fa sì che la fronte sempre più assuma un orientamento inclinato da Sud-Est a Nord-Ovest.


Al segnale di misura A3C il ritiro della fronte è stato di ben 43 m, complice la rapida disgregazione della fronte in corrispondenza di una fascia di rocce montonate, mentre al segnale A4C il regresso è stato limitato a 8 m. La media frontale di -25.5 m si colloca in terza posizione tra le più notevoli dal 1971, e porta il valore cumulato del ritiro in 37 anni a -341 m.


09.09.2008. Il ghiacciaio dalla stazione fotografica S2.


09.09.2008. La Linaria alpina è una delle piante pioniere che più rapidamente si insedia nelle sabbie sciolte e incoerenti liberate dal ghiacciaio da 3-4 anni.


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