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ghiacciaio Ciardoney: stagione moderatamente negativa nonostante inverno nevoso ed estate nuvolosa

Daniele Cat Berro, Luca Mercalli - SMI/Redazione Nimbus
23 settembre 2014

 

Lunedì 22 settembre 2014 gli operatori della Società Meteorologica Italiana hanno eseguito le consuete misure di bilancio di massa e variazione frontale al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso).
Come sempre IREN Energia ha contribuito in modo fondamentale alla logistica della missione, mettendo a disposizione il trasporto su piano inclinato in galleria dalla diga di Telessio (1917 m) a quella di Valsoera (2400 m) per abbreviare l'altrimenti lunghissimo avvicinamento al Colle Ciardoney e al ghiacciaio.

Non essendo disponibile l'elicottero si è infatti scelto di salire ugualmente, ma a piedi, approfittando di una delle rare giornate serene e limpide di questo periodo, in modo da portare a termine le misure basilari in considerazione della data ormai tardiva rispetto alla media dei precedenti controlli (5-15 settembre) a causa dei numerosi rinvii dovuti proprio al frequente maltempo di questa stagione.
Ulteriori operazioni (posa di nuove paline ablatometriche, manutenzione stazione meteorologica...) verranno possibilmente eseguite con una prossima missione autunnale.



Una veduta generale del ghiacciaio Ciardoney dalla stazione fotografica «F».
Il 22 settembre 2014 il ghiacciaio appariva coperto di neve stagionale residua solo più oltre i 3050 m circa (un po' più in basso solo all'ombra del versante settentrionale delle Uje di Ciardoney) tanto che, nuovamente, il bilancio di massa è risultato negativo (-0,58 m di acqua equivalente).
 

Nonostante l'abbondante innevamento invernale e primaverile e l'estate nuvolosa e relativamente fresca, i tepori di settembre (finora circa 1 °C sopra media in Piemonte) sono riusciti a estendere la completa fusione della neve stagionale ad almeno due terzi del ghiacciaio, sotto i 3050 m circa, determinando così una situazione moderatamente negativa, con bilancio di massa pari a -0,58 m di acqua equivalente, pressoché identico a quello della stagione 2012-13 e in perfetto accordo con il valore di -0,57 m rilevato il giorno precedente dall'équipe del Parco Nazionale Gran Paradiso al ghiacciaio valdostano del Grand Etret, 15 chilometri a Ovest e ad altitudini analoghe.

Stazionaria invece la posizione della fronte, in parte ancora nascosta sotto locali accumuli di neve residua presso entrambi i segnali di misura.




Serie dei bilanci di massa annuali (accumulo, ablazione, bilancio netto) e cumulati dalla stagione idrologica 1991-92, espressi in metri di equivalente d’acqua.

La stagione 2013-14 ha visto perdite di spessore glaciale nulle alla palina n. 1 (Colle Ciardoney) e poi crescenti più a valle fino ai 180 cm della palina n. 7 (settore frontale), corrispondenti a una lama d’acqua media di 0,58 m.

Dunque ancora un bilancio negativo (sebbene meno drastico rispetto alla media di
-1,3 m del periodo 1992-2013), nonostante l'importante innevamento dell'inverno 2013-14 e l'estate nuvolosa e moderatamente fresca.
Il valore cumulato del bilancio in 23 anni è ormai giunto a ben -29 m.

 



Serie delle variazioni frontali e cumulate dal 1971 al 2014 al Ghiacciaio Ciardoney.
Quest'anno la posizione esatta della fronte, verosimilmente stazionaria, è nascosta da locali accumuli di neve residua presso entrambi i segnali di misura A5C e A4D.
Tuttavia la situazione del ghiacciaio nel suo insieme appare ancora una volta sfavorevole, seppure in maniera più moderata rispetto a molte stagioni recenti.
Il regresso frontale totale dall'inizio dei rilievi nel 1971 è giunto a ben 388 m.
 

In prossimità dei due segnali di misura frontali (A5C e A4D) la posizione del margine glaciale, benché nascosta da accumuli localizzati di nevato, si può considerare ragionevolmente stazionaria.




L'intensità del regresso glaciale avvenuto da metà Anni 1980 si coglie ancor più efficacemente dal confronto fotografico tra il 5 settembre 1986 (f. L. Mercalli), quando era da poco terminata la breve fase di stasi o lieve progresso cominciata a inizio Anni 1970, e il 22 settembre 2014
(f. D. Cat Berro). In questi 28 anni la fronte si è ritirata di circa 325 m.

 

Ecco un foto-racconto della giornata di misure, favorita da atmosfera limpida, fresca e asciutta dopo il passaggio del fronte freddo da Nord-Ovest della sera precedente, che ha attivato venti di föhn moderati - tesi nelle valli sudalpine.



Il nuovo «carrello» per il trasporto del personale di servizio IREN in galleria tra le dighe di Telessio e Valsoera, di cui anche SMI - come già molte altre volte a partire dal 1986 - ha beneficiato per abbreviare il tragitto a piedi verso il ghiacciaio Ciardoney.

 

 

La marcia verso il Colle Ciardoney dal versante della Valle Orco (circa 3 ore di salita, 700 m di dislivello dapprima su rocce montonate e pascoli, poi pietraie e morene)
inizia dunque alla diga IREN di Valsoera (2400 m). Nell'immagine, il Colle Ciardoney si trova a destra, appena nascosto dietro la cresta a fil di cielo alla testata del vallone.


Si attraversano i bei piani alluvionali dell'Alpe di Valsoera, prima di iniziare
la ripida e faticosa salita del colatoio detritico (a destra)
verso le morene dei ghiacciai di Valsoera.




Luca Mercalli risale l'esile traccia verso le morene dei ghiacciai di Valsoera.




Giunti a mezz'ora di marcia dal Colle Ciardoney, ecco apparire i due minuscoli ghiacciai di Valsoera (il meridionale a sinistra, e il settentrionale a destra),
entrambi ancora interamente coperti di neve residua.
 

Il ghiacciaio Settentrionale di Valsoera, nascosto sotto l'abbondante nevato derivante dalle grandi valanghe convogliate dai soprastanti canaloni nelle ultime due stagioni, 2012-13 e 2013-14.
 

Il laghetto glaciale al margine del ghiacciaio Settentrionale di Valsoera e appena sotto il Colle Ciardoney. Si è formato nel corso degli Anni 2000 a seguito della scomparsa della trasfluenza del ghiacciaio Ciardoney sul versante Orco. Quella che circonda lo specchio d'acqua è neve residua delle stagioni 2013 e 2014, non ghiaccio vero e proprio.
 



Ed ecco il Colle Ciardoney (3100 m), spartiacque tra Valle Orco e Val Soana. Subito dietro si estende il ghiacciaio Ciardoney, raggiungibile in pochi minuti.
 

Il ghiacciaio Ciardoney, dal colle omonimo. Qui ha resistito uno strato di 75 cm di neve stagionale (dei 380 cm presenti il 9 giugno 2014), che si sovrappone ai 70 cm rimasti dall'estate 2013. Tuttavia, poche decine di metri più a valle, in prossimità della palina ablatometrica n. 2, già il nevato scompariva e iniziava a emergere il ghiaccio sottostante.
 

La palina n. 2 si trovava proprio in prossimità della linea di equilibrio del ghiacciaio che separa la zona di accumulo (ancora coperta di neve residua, a monte) e quella di ablazione (ghiaccio affiorante e in fusione, a valle). In questo punto il ghiaccio ha appena cominciato a scoprirsi, e l'ablazione nell'estate 2014 è stata nulla, tuttavia è stato possibile rilevare una perdita di spessore di 23 cm attribuibile all'inizio autunno 2013, avvenuta tra il 13 settembre (precedente misura) e il 10 ottobre 2013 (prima nevicata importante dell'inverno 2013-14).
 

Il settore superiore del ghiacciaio, con una ristretta fascia di neve residua solo oltre i 3050 m circa.
 



Un «cono» generatosi dalla protezione del ghiaccio dalla fusione da parte di un accumulo localizzato di detrito, trasportato e concentrato lì dalle acque superficiali.
 



I «mulini glaciali», sul settore mediano del ghiacciaio, erano quasi completamente ostruiti da un «coperchio» di neve residua, situazione che li rende difficilmente individuabili (se non per il rombo delle acque di fusione che vi si inabissano) e dunque molto pericolosi.
 



La palina ablatometrica n. 3: qui si è rilevata una perdita di spessore glaciale di 105 cm
dalla precedente misura del 13 settembre 2013.
 



Una marcata «bédière» incisa dalle acque di fusione poco a monte della fronte, ma probabilmente impostatasi lungo una frattura del ghiaccio già esistente in questa zona in cui la coltre glaciale è ormai ridotta a pochi metri di spessore e in via di frammentazione.
 

Atmosfera di metà pomeriggio in riva a uno dei tre laghetti proglaciali.
 



Rocce montonate abbandonate dal ghiacciaio da oltre mezzo secolo e disseminate di massi erratici. Sullo sfondo, la possente mole rocciosa del Monte Gialin (3270 m).
 



La stazione meteorologica automatica, sempre in ottime condizioni nonostante il difficile ambiente d'alta quota, e l'asta nivometrica sorvegliata tramite webcam.
 



Con temperatura dell'aria di circa 6 °C e intensa radiazione solare, la fusione procedeva nelle ore pomeridiane, arrestata solo temporaneamente dal rigelo notturno.
 



Daniele Cat Berro riflette sui dati appena raccolti alle paline ablatometiche.
 



Sulla via del rientro a Valsoera... veduta dal Colle Ciardoney verso la bassa Valle Orco e la pianura torinese. Veli di cirrostrati, ottima visibilità e pochi cumuli sulle Prealpi, come in queste zone, frequentemente nebbiose, si può vedere solo con il vento da Nord-Ovest.




Con le ultime luci del tramonto e sotto forti raffiche di vento settentrionale, giungiamo alla diga di Valsoera, appena in tempo prima della notte. Sui cirrostrati rosati dal sole calante si stagliano i vertiginosi gendarmi della poco distante Punta di Fioni (2384 m).
 



Ultimo tratto a piedi in galleria, a fianco della condotta forzata che convoglia l'acqua dell'invaso di Valsoera alla centrale idroelettrica in caverna presso la diga di Telessio.
I guardiani IREN ci attendono per il trasporto a valle:
usciremo dalla galleria a notte fatta, ma con le misure in tasca!



Segui in in tempo reale la situazione sul Ghiacciaio Ciardoney (dati meteo e webcam)


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Un particolare ringraziamento a Valtecne
per il supporto alle campagne di misura sul Ciardoney


 


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