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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

 
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Le fotografie devono essere originali e di proprietà dello scrivente (copyright).
 

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1° GENNAIO 2024: PARVENZA D'INVERNO IN VAL D'AOSTA 
foto di Monica Manzoli

Salvo una breve parentesi più fredda nella prima decade di dicembre, l'inverno 2023-24 sulle Alpi italiane è iniziato con temperature straordinariamente elevate, culminate con l'episodio di foehn violento e caldo del 21-24 dicembre (massime di 20 °C ad Aosta, 23 °C a Cuneo). Frequenti fronti atlantici hanno scaricato precipitazioni copiose ai confini con Savoia e Svizzera e su parte delle Alpi centro-orientali, benché con precipitazioni liquide talora fino a quote elevate, come avvenuto l'11 dicembre (fino a 2500 m). A inizio 2024 l'alta Valle d'Aosta era tra le poche zone con innevamento nella norma o perfino superiore, mentre i rilievi affacciati sulla Valpadana erano completamente spogli. Nell'immagine, mezzo metro di neve al suolo il 1° gennaio 2024 a Rhemes-Notre Dame (1725 m), dove il vento da Nord-Ovest solleva il sottile strato di neve fresca caduta la sera di San Silvestro.
 

ALPI OVEST, 30 OTTOBRE 2021: PRIMA NEVE SOTTO I 2000 M
foto di Gianni Castagneri, Socio SMI

Dopo un ottobre anticiclonico e insolitamente soleggiato (il più radioso almeno dell'ultimo ventennio all'osservatorio di Moncalieri), la prima significativa serie di perturbazioni atlantiche è giunta proprio a ridosso del ponte di Ognissanti portando le prime nevicate sotto i 2000 m sulle Alpi occidentali (perfino in ritardo: di solito a queste quote arrivano a metà ottobre). Al mattino di sabato 30 ottobre 2021, e nuovamente al mattino di lunedì 1° novembre sotto rovesci più intensi, i boschi in splendida veste autunnale si sono imbiancati fino a quote di 1600-1700 m. Nell'immagine, cortesemente inviataci da Gianni Castagneri (socio SMI, storico osservatore meteo nonché sindaco di Balme, nelle Valli di Lanzo - Torino) mostra i lariceti spruzzati di neve sabato 30 al Pian della Mussa, a circa 1800 m, proprio sopra Balme.   
 

META' APRILE 2021, FREDDO E NEVE SULLE ALPI
foto di Massimo Lucca

La seconda decade di aprile 2021 è stata tra le più fresche da un trentennio sulle Alpi. Tra il 15 e il 16 correnti fredde e umide da Est hanno generato un'intensa nevicata sulle montagne piemontesi, specie sulle Valli di Lanzo. A Balme (1450 m) il sindaco e socio SMI Gianni Castagneri ha rilevato 58 cm di neve fresca, evento rilevante per la stagione tenendo anche presente che il suolo si è imbiancato fino a 600 m. Ma ritorni di freddo e neve a metà aprile non sono così rari. Sempre a Balme si misurarono ben 140 cm di neve fresca il 6 aprile 1969, 50 cm il 27 aprile 1989, 80 cm il 21 aprile 1990, 52 cm il 10 aprile 2004... per citare i casi più significativi. Nella foto, situazione nella vicina Ala di Stura (1080 m) al mattino del 16 aprile 2021, con circa mezzo metro di neve al suolo.
 

GENNAIO 2021, GALAVERNA SULL'APPENNINO BOLOGNESE
foto di Giancarlo Anfossi

Aghi di galaverna ripresi l'8 gennaio 2021 nella zona del Corno alle Scale (Appennino bolognese), non distante dal sito di rilevamento  MeteoMont in località Cavone (1416 m) che il giorno precedente ha fatto registrare ben 200 cm di neve totale al suolo.
La galaverna (soft rime in inglese), che si manifesta come aghi di ghiaccio leggeri e fragili, si forma per congelamento delle goccioline di nebbia sopraffuse (ovvero liquide nonostante temperature sotto 0 °C) in condizioni di aria calma. In presenza di nebbia, gelo e vento, come spesso avviene in alta montagna, si forma invece la calabrosa (hard rime), strato più o meno spesso di ghiaccio opaco, più duro, amorfo e crostoso della galaverna, che ricopre gli oggetti con formazioni spettacolari (e talora dannose) sul lato rivolto verso il vento.
 

GENNAIO 2021, NEVE ABBONDANTE SULLE ALPI
foto di Maddalena Veronese

Dopo l'alluvione di inizio ottobre e la siccità di novembre, la neve ha copiosamente coperto le Alpi Marittime a partire dalla prima decade di dicembre 2020, quando in un lungo periodo perturbato è caduto oltre un metro di neve fresca. Alla stazione ARPA Piemonte di Terme di Valdieri (1390 m, Valle Gesso - CN) il manto totale al suolo era di 117 cm già il 6 dicembre, e si è ulteriormente incrementato fino a 162 cm il giorno dell'Epifania 2021 a seguito delle nuove nevicate del periodo natalizio. Un innevamento notevole per inizio inverno, triplo rispetto alla media degli ultimi vent'anni, ma inferiore al caso straordinario del gennaio 2009 (208 cm di neve al suolo il giorno 9). Nella foto, il paesaggio innevato del 6 gennaio 2021 nella vicina località di Entracque (893 m).

 

FINE SETTEMBRE 2020: BRUSCO ARRIVO DEL FREDDO
foto di Valentina Acordon

Le prime due decadi di settembre 2020 in Italia sono trascorse estive (+3 °C rispetto al normale), tanto che il mese pareva lanciato a divenire il settembre più caldo nelle lunge serie di misura. Poi tra sabato 26 e domenica 27 una saccatura fredda nord-atlantica ha portato un calo termico di 10-15 °C in 24 ore, e il contrasto con il Mediterraneo ancora caldo (3 °C di troppo) ha scatenato nubifragi e tornado (Rosignano, Nettuno, Casal di Principe, Salerno). La prima neve ha imbiancato un po' precocemente le Alpi interne fin sui 1500 m (a lato, Sestriere al mattino del 26 settembre), ma anche gli Appennini: rari a fine settembre i 15 cm del M. Amiata (1738 m). Il 27 si sono stabiliti alcuni record di temperatura massima più bassa per settembre in oltre 60 anni, 11,6 °C ad Arezzo e 12,2 °C a Grosseto. Ma nonostante la sterzata fredda finale, il mese nell'insieme è rimasto tra i 10-15 più caldi in oltre un secolo.
 

12-13 DICEMBRE 2019: PRIMA NEVE IN VALPADANA
foto di Luca Lombroso

Santa Lucia ha portato un assaggio d'inverno al Nord Italia, ma è durato poco... Con la tramontana di lunedì 9 - martedì 10 dicembre è fluita aria più fredda, e nella notte serena di mercoledì 11 si sono rilevate temperature minime di -17 °C in Val di Vizze (Bolzano) e -6 °C a Belluno, valori normali alle soglie del Solstizio d'Inverno. La perturbazione atlantica di giovedì 12 ha trovato condizioni adatte a far scendere la prima spruzzata di neve della stagione (in genere 1-3 cm) dalla pianura lombardo-emiliana alle coste della Romagna. Con il più intenso sistema frontale di venerdì 13 nuovi fugaci rovesci di neve hanno attraversato la Valpadana depositando al suolo alcuni centimetri e imbiancando stavolta anche Torino. Nell'immagine di Luca Lombroso, i tetti di Modena al mattino di sabato 14, con i 4 cm di neve caduti il giorno precedente, visti dalla torre dell'Osservatorio Geofisico. Ma a seguire, aria nettamente più mite da Sud (martedì 17 dicembre, Tmax 2 °C sul M. Cimone, 2165 m) farà fondere rapidamente la neve anche sul crinale appenninico.
 

DICEMBRE 2019, NEVE STRAORDINARIA SULLE ALPI
foto di Raffaella Miravalle

Le eccezionali precipitazioni che dal 15 ottobre 2019 hanno interessato l'Italia si sono tradotte anche in un innevamento precoce e fuori dal comune sulle Alpi. Dapprima sono stati i settori orientali (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli) a ricevere gli apporti più imponenti, con valanghe e interruzioni di strade e linee elettriche (12-13 novembre), poi grandi nevicate sono avvenute anche in Piemonte e Val d'Aosta (14-15 e 22-24 novembre, 1° dicembre). Nell'immagine inviata in redazione da Raffaella Miravalle, guardaparco del Parco Nazionale del Gran Paradiso, lo spessore nevoso prossimo ai 2 metri alla Casa di Caccia del Gran Piano (2222 m, Noasca, Valle Orco), sotto il cielo sereno del 3 dicembre 2019, mentre il fondovalle era coperto da strati nuvolosi bassi addensati da correnti umide orientali. Secondo i dati delle dighe IREN del Teleccio (1917 m) e del Serrù (2275 m), a queste quote altezze di neve paragonabili o superiori, a inizio dicembre e negli ultimi sessant'anni, si ebbero solo nel 1959, 1976, 1982, 1996 e 2003.
 

META' NOVEMBRE 2019: COPIOSE NEVICATE SULLE ALPI
foto di Gianni Castagneri

Depressioni tra l'Europa occidentale e il Mediterraneo hanno determinato frequenti situazioni perturbate sulle Alpi nella prima metà di novembre 2019, con le prime nevicate a bassa quota a partire da domenica 3. Episodio dopo episodio, il limite pioggia-neve si è via via abbassato, e in particolare con l'intensa perturbazione del 14-15 novembre si sono imbiancati anche i fondovalle a quote di 500-700 m sulle Alpi occidentali. Tra le Valli di Lanzo e il Gran Paradiso è caduto oltre mezzo metro di neve fresca sopra i 1000 m: nella foto, ecco come appariva il paese di Balme (1450 m) al mattino del 15, con 77 cm di neve al suolo. Non è però un record: l'8 novembre 2003 si misurarono 124 cm totali al suolo, di cui 113 caduti in 24 ore, entrambi valori da primato per novembre dall'inizio delle misure nivometriche nel 1929.
 

INIZIO FEBBRAIO 2019: GRANDE NEVICATA SULLE ALPI 
foto di Luigi Schiara

Dopo una prima metà dell'inverno per lo più asciutta sotto frequenti venti da Nord (föhn), una bella nevicata sulle Alpi italiane è giunta a inizio febbraio 2019 con l'intensa depressione "Quirin". Con il flusso umido da Sud-Ovest (libeccio), venerdì 1° febbraio abbondanti precipitazioni dal versante francese hanno raggiunto le montagne tra le Alpi Marittime e l'alta Val Susa: nella foto, 60 cm di neve fresca a Salbertrand (1030 m, Val Susa). In Valpadana ha nevicato solo a Ovest di Milano e Parma (al più 5-10 cm); più a Est,
per effetto dell'aria mediterranea mite, in pianura ha prevalso la pioggia, che sull'Appennino settentrionale si è spinta fino a 2000 m (359 mm in 36 ore all'Abetone, fiumi in piena, inondazioni per la rotta del Reno nel Bolognese). Anche sulle Alpi orientali la neve è caduta a quote mediamente più elevate che su quelle occidentali, ma con totali imponenti in quota, ben 168 cm di neve fresca in 48 ore al Rifugio Gilberti (1850 m, Alpi Giulie)! 
 

NEVE ABBONDANTE SULLE ALPI 
di Gabriele Scanavino

Dopo la siccità dell'autunno 2017, da dicembre la situazione meteorologica tra Europa e Mediterraneo è radicalmente cambiata. I periodi di alta pressione sono divenuti rari a favore di ricorrenti flussi perturbati atlantici, molto miti nel gennaio 2018 (con piogge anche fino a 2000 m al Nord Italia), ma più freddi in febbraio e marzo, quando è intervenuta anche una fase molto rigida
a cavallo dei due mesi, seguita ancora da un avvio di primavera piuttosto stentato nella seconda metà di marzo (simile tuttavia al caso recente del 2013). Il risultato è un notevole innevamento sulle Alpi, specie oltre i 1500-1800 m, ma talora anche in bassa montagna, come nel Cuneese: nell'immagine, circa un metro di neve al suolo il 19 marzo 2018 ai 900 m di Entracque (Valle Gesso), spessore che a questa data si osserva ogni vent'anni circa (il record è 130 cm nel 1972). E, più in alto, ben 2,5 m già a quota 1500 m!

GELICIDIO IN VAL TANARO
di Mirko Odasso

L'11 dicembre 2017
la vigorosa tempesta atlantica "Yves" ha sospinto aria molto mite e umida da Sud-Ovest, dal Mediterraneo, sopra quella fredda giunta appena 36 ore prima, che ristagnava nei fondovalle tra le Alpi Marittime e il versante padano dell'Appennino Settentrionale: qui le temperature rimanevano infatti sotto 0 °C, mentre salivano rapidamente a circa 10 °C a 1500 m sulle montagne al confine con la Liguria! Si è così verificato un intenso ed esteso evento di pioggia congelantesi (o "gelicidio"), causato dal congelamento immediato sulle superfici in prossimità del suolo della pioggia liquida in arrivo dagli strati atmosferici soprastanti aventi temperature positive. E' un fenomeno che di tanto in tanto si osserva in queste zone, ma raramente con questa estensione e intensità. Qui i lunghi festoni di ghiaccio in un giardino di Garessio, in Val Tanaro (CN).

MARZO 2016 BEN INNEVATO SULLE ALPI OCCIDENTALI
di Domenico Rosso

Al termine dell'inverno 2015-16, particolarmente mite e secco al Nord-Ovest italiano,
sulle Alpi piemontesi la neve è finalmente arrivata con alcuni episodi abbondanti soprattutto in marzo, colmando in buona parte il deficit idrico accumulato tra novembre 2015 e gennaio 2016. Una situazione che ricorda un po' quanto avvenuto anche nella stagione 1992-93 (che tuttavia fu assai meno tiepida di questa). Nell'immagine ripresa il 18 marzo - durante le schiarite successive all'intensa perturbazione del giorno 16 - la coltre di neve è spessa circa un metro e mezzo sui tetti di Serre di Ostana (Valle Po, Monviso), a quota 1500 m. Ma con l'episodio di metà mese anche la pianura da Torino verso Sud si è imbiancata (30 cm a Cuneo), evento comunque non eccezionale per il periodo.

INTENSE NEVICATE SUGLI APPENNINI, MA NESSUN RECORD
di Luigi Sette
Tra il 5 e il 7 marzo 2015 la depressione "Anton" ha portato non solo violente tempeste di vento da Nord-Est con gravi danni soprattutto tra Appennino Settentrionale e Toscana (raffiche a 150-200 km/h, tetti scoperchiati, distruzione di foreste, una vittima a Urbino), ma anche bufere di neve sulle alture dall'Abruzzo alla Calabria, esposte allo sbarramento dei venti nord-orientali. Attenzione però alle false notizie in merito a nuovi record mondiali, secondo cui a Capracotta (1421 m, Isernia) e Pescocostanzo (1395 m, L'Aquila) sarebbero caduti oltre 2 m di neve fresca in meno di 24 ore, dati misurati in condizioni non standard, ed evidentemente riferiti ad accumuli di neve soffiata dal vento all'interno delle vie e contro gli edifici. I valori ufficiali dal Servizio Meteomont (pur di difficile rilevazione in condizioni di manto fortemente irregolare per l'azione eolica) indicano, più verosimilmente, apporti di circa 1 m di neve fresca in 36 ore. Nell'immagine, il centro di Pescocostanzo sommerso dalla neve l'8 marzo. Il record mondiale omologato resta quello di Silver Lake (Colorado), 193 cm di neve caduti in 24 ore il 14-15 aprile 1921.

NEVICATE STRAORDINARIE SULLE ALPI CENTRO-ORIENTALI
di Stefano Anghileri
Non solo le Dolomiti, le Prealpi venete, la Carnia e le Alpi Giulie hanno ricevuto nevicate fuori dal comune durante il temperato ma umido inverno 2013-14, ma anche i rilievi lombardi, ben esposti allo sbarramento dei flussi di aria marittima proveniente tra Sud-Ovest e Sud. A lato, circa 2 metri di spessore nevoso sui tetti di Starleggia, frazione di Campodolcino a quota 1565 m (Val San Giacomo, Spluga) sotto il sole del 25 gennaio 2014. Nuove copiose nevicate si aggiungeranno nelle settimane seguenti, portando il manto totale talora ai massimi storici da almeno mezzo secolo (come nell'adiacente località svizzera di San Bernardino, dove si sono misurati 243 cm
al suolo l'8 febbraio 2014, primato dal 1961; fonte: MeteoSvizzera). 
 

NEVICATE STRAORDINARIE SULLE ALPI ORIENTALI
di Massimiliano Calligola
I ripetuti flussi da Sud-Ovest di aria marittima, temperata e umida, continuano a determinare straordinarie precipitazioni sia sui versanti liguri-tirrenici sia al Nord-Est italiano, e le Alpi orientali (in particolare Cadore, Carnia e Alpi Giulie) sono letteralmente sepolte da un innevamento tra i più importanti da decenni sopra i 1300-1500 m (al di sotto è frequentemente piovuto, date le temperature elevate). Qui il villaggio di Sauris (1400 m, Carnia) come appariva dopo la caduta di 130 cm di neve fresca tra giovedì 30 e venerdì 31 gennaio 2014; il paese è rimasto isolato per una valanga e soggetto a un lungo black-out elettrico. Il manto nevoso ha raggiunto livelli impressionanti: lunedì 3 febbraio, 318 cm totali al suolo al Passo Rolle (1980 m, fonte MeteoTrentino), e ben 555 cm al Livinal Lunc (1837 m, Alpi Giulie, fonte Protezione Civile FVG).
 

IN VOLO SULLE ALPI ORIENTALI INNEVATE
di Alessio Bozzo
Il 6 gennaio 2014 il cielo torna sereno (o al più velato da Cirrostratus) sulle Alpi dopo l'intensa perturbazione che tra il 4 e il 5 ha recato nuove copiose nevicate, anche oltre mezzo metro di neve fresca sul settore centro-orientale dell'arco alpino, ma solo a quote superiori a 1500-1800 metri dato il flusso mite da Sud-Ovest. Ecco qui un'immagine aerea con visibilità eccellente sul Trentino - Alto Adige, in direzione Nord-Est: si riconoscono le vallate dalla zona di Trento fino alla Nordkette di Innsbruck. Al centro, la conca di Bolzano, nella parte bassa la Val di Sole a sinistra e la Val di Non a destra, separate dalle propaggini settentrionali delle Dolomiti di Brenta. In alto a destra, le Dolomiti di Fiemme, Fassa e Gardena, e il solco della Val Pusteria fino a Lienz.

NEVE ABBONDANTE SUL ROCCIAMELONE
di Gabriele Savio
Dopo una primavera fresca e straordinariamente ricca di precipitazioni, a inizio luglio 2013 l'innevamento è ancora abbondante in alta quota sulle Alpi. Il Ghiacciaio del Rocciamelone, qui visto dall'omonima vetta (3538 m, Val di Susa) al mattino del giorno 7 in direzione del versante francese, è interamente coperto da neve residua, con limite della copertura continua attorno a 2600 m. Sarà finalmente un'annata favorevole ai ghiacciai? E' ancora presto per dirlo, e dipenderà dalle temperature dei prossimi due mesi. Nell'immagine si notano anche cumuli in sviluppo sul versante italiano (sinistra) per effetto di aria leggermente più fresca e umida da Nord-Est.

NEVE DI PRIMAVERA SUL SASSOLUNGO (DOLOMITI)
di Luca Lombroso
Una bella parentesi soleggiata caratterizza il 1° aprile 2013 (Pasquetta) sulle Dolomiti, caso raro in una lunga sequenza di settimane frequentemente nuvolose e piovose/nevose. Qui il Sassolungo, a cavallo tra la Val di Fassa e la Val Gardena, ripreso dai dintorni del Passo Pordoi. Il cielo è sereno salvo alcuni modesti Cumulus humilis. Ma a Ovest già incalza una nuova perturbazione. L'inverno 2012-13 è stato ricco di nevicate sulle Alpi centro-orientali, esposte ai ricorrenti flussi umidi provenienti dal settore compreso tra Sud-Ovest e Ovest.

NEVICATA IN ALTA VAL VARAITA (CN)
di Matteo Gramaglia
Il 23 febbraio 2013 riprende a nevicare sulle Alpi occidentali per effetto della depressione "Thomas", ed entro il mattino del 25 si accumuleranno spessori di neve fresca dell'ordine del mezzo metro in montagna, e di 5-15 cm sulla pianura piemontese intorno a Torino. Qui uno splendido scorcio dei boschi al Colle San Bernardo (1517 m), presso Gilba (bassa Val Varaita, CN), durante le prime fasi della nevicata.

NEVICATA SU GENOVA
di Luca Onorato
L'11 febbraio 2013 la depressione nord-atlantica "Reinhold" si è posizionata sul Golfo Ligure facendo così confluire aria umida mediterranea con quella fredda artica giunta da Nord nei giorni precedenti. Estese nevicate hanno imbiancato tutto il Nord Italia (apporti di circa 8-9 cm a Torino, 20 a Milano, 25 a Modena, 33 a Piacenza, fino a 40 in Lunigiana e sul Carso triestino), ma con la "tramontana scura" traboccante dalla Valpadana attraverso i valichi appenninici si sono imbiancate anche le coste liguri, specialmente tra Genova e Savona. Qui il litorale genovese, in zona Sturla, velato da un paio di centimetri di manto.

NEVE ABBONDANTE SULLE ALPI LIGURI
di Massimo Sciandra
La depressione atlantica “Gong” centrata tra le Baleari e il Golfo del Leone richiama venti meridionali umidi e temperati verso il Nord Italia, ma sul bacino padano occidentale resiste uno strato d'aria fredda che tra il pomeriggio del 19 e il mattino del 20 gennaio 2013 permette alla neve di cadere fin sui fondovalle e in pianura, abbondante sulle Alpi Liguri e Marittime con apporti fino a 50-55 cm. Qui la spessa coltre di neve sui tetti di Upega (1291 m), in alta Val Tanaro (CN).

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NEVE E GELO gennaio-febbraio 2012

PRIMA NEVE A CERESOLE REALE (TO)
di Federica Moretti
25.10.2011:  prima neve della stagione (circa 10 cm) a Ceresole Reale, 1600 m, grazie a una perturbazione atlantica associata a forti venti da sud

31.3.2007: DOPO LA NEVE IL SOLE A PRAGELATO (TO)
Il monte Albergian, 3041 m visto dalla frazione Soucheres Basses Foto di Marco DANIELE

31.3.2007: DOPO LA NEVE IL SOLE A PRAGELATO (TO)
Foto di Alessandro BISCONTI

31.3.2007: LA NEVE A MONCENISIO (TO)
Foto di Amelia BELMONDO

31.3.2007: NEVICATA IN VALLUNGA, PARCO PUEZ-ODLE (BZ)
Foto di Marco MENGHINI

31.3.2007: ROVESCI NEVOSI NOTTURNI HANNO IMBIANCATO LA SACRA DI SAN MICHELE  E LA BASSA VAL DI SUSA (TO)
Almese (TO) foto di Luca MERCALLI
Nella notte fra venerdì 30 e sabato 31 marzo forti rovesci hanno portato la neve fino agli 800 m.

25.3.2007: CON UN RITORNO DI INVERNO E' ARRIVATA LA NEVE, NEL TORINESE A QUOTE SUPERIORI AI 1000 M

Vai allo SPECIALE NEVICATA 25-26 MARZO 2007

21.3.2007 - PRECIPITAZIONI NEVOSE AL DI SOTTO DI NUBI CUMULIFORMI
Foto di Vittorio Valesio
Da Torino verso il gruppo dell'Orsiera-Rocciavrè. Si noti al di sotto delle nubi le "virga" di neve, precipitazioni che non raggiungono il suolo ma evaporano nell'aria asciutta.

21.3.2007 - PRECIPITAZIONI NEVOSE AL DI SOTTO DI NUBI CUMULIFORMI
Foto di Emiliano Stabile
A Vistrorio (TO), si noti al di sotto delle nubi le "virga" di neve, precipitazioni che non raggiungono il suolo ma evaporano nell'aria asciutta.

20.3.2007: LE ALPI APUANE INNEVATE VISTE DA PISA
Foto di Alessandro NERELLI

IL MONTE TOBBIO DOPO LA LEGGERA NEVICATA
Bosio (AL), 20.3.2007, fotografia ripresa a circa 700 m di altitudine.
STESSA FOTO A POCHE ORE DI DISTANZA
Novi Ligure (AL), 20.3.2007, foto di Mario BAVASTRO
Una leggerissima nevicata ha imbiancato Novi ligure. La prima immagine è stata scattata alle ore 08.09 la seconda alle 12.58.

NEVE NEL BOSCO
Pino Ruisi
Monte Musinè (TO), gennaio 2003

TRAMONTO SUL LAGO FINLANDESE
A cura di Andrea Rolle
La foto è stata da me scattata a fine dicembre del 1998 nei pressi di Savonlinna, in Finlandia. Quello che ho sotto i piedi è ,naturalmente, un lago ghiacciato.

NEVE IN COLLINA
A cura di Andrea Rolle
La foto fu scattata nel gennaio del 1987 nella frazione Gauna che si trova, alla quota di 570 metri, in provincia di Torino.
Per coloro che all' epoca fossero troppo giovani per ricordarsela bene, o perché residenti in altre regioni, mi permetto di rammentare che tanta neve si depositò al suolo per effetto di un' unica (in tutti i sensi!) nevicata, protrattasi per tre giorni.
Cominciò di mercoledì e, al venerdì mattina, si misurarono addirittura 118 cm di neve fresca; poi ridottasi a circa un metro: a causa della pioggia che, per qualche ora, sostituì la neve.
Un anziano del paese (classe 1910), in quei giorni, mi confidò che solo nell' inverno del 1929 forse ne era caduta di più.

NEVE SU REGGIO EMILIA - 17 Gennaio 1985
A cura di Marco Pifferetti


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Ho scattato personalmente alcune fotografie dopo le storiche nevicate del gennaio 1985, purtroppo la qualità lascia un po' a desiderare, le condizioni di luce non erano ideali.
Ecco qui alcune che mi sembrano più significative, sono state scattate a Reggio Emilia e ad Albinea (RE) la mattina del 17/01/1985, dopo cinque giorni quasi ininterrotti di neve che avevano depositato un manto nevoso di 70 cm, la temperatura era risalita a 0 °C dopo aver toccato i -20 °C nei giorni precedenti


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